Lyssinum o Hydrophobinum. Un caso clinico omeopatico

Pubblicato il 12/04/2021

Categorie: Casi Clinici

Autori: Federico Allegri

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Lyssinum o Hydrophobinum. Un caso clinico omeopatico

Il caso clinico riportato è stato presentato al seminario "Nosodi, una ricchezza per l'omeopata. Uso clinico e nuove sperimentazioni, un confronto metodologico tra Scuole italiane" che si è tenuto alla Scuola di Medicina Omeopatica di Verona. Concludeva un percorso storico sull'uso dei nosodi che voleva evidenziare, attraverso l'ampio ruolo svolto nel delinearsi delle diverse correnti dell'omeopatia unicista, le implicazioni teoriche e quindi pratiche che la riflessione su di essi comporta e suggerire i modi di un loro proficuo aggiornato utilizzo nel mondo omeopatico contemporaneo.

IL CASO CLINICO

Ludovico, 43 aa. Sposato, tre figli (m. 15aa, m. 12, f.5), musicista.

PRIMA VISITA - MAGGIO 2013

Si presenta riferendo tensione, nervosismo e malesseri legati alla relazione coniugale deteriorata ormai da anni, con una separazione che continuiamo a rinviare.

Siamo separati in casa, tra di noi ci sono solo litigi (in particolare riguardo l'educazione dei figli e la gestione economica), ma non riusciamo a separarci. Soffro troppo la relazione; non ce la faccio a portarla avanti. Ho già fatto due psicoterapie [con esiti parziali]. Ci siamo anche fatti seguire da dei religiosi, in quanto cattolici praticanti. Nei momenti di maggiore tensione più volte si è tagliato sugli avambracci davanti alla moglie.

Lo spiega così: Soffro molto, o lo vedi o te lo faccio vedere. Aggiunge subito dopo: Navigo tra tristezza profonda e rabbia. Riferisce di avere avuto degli agiti più gravi da giovane, con un TS a 18aa, non dimostrativo. Facevo una vita disordinata, sbandata, mio padre mi tolse lo strumento musicale e mi vidi gambizzato il futuro. Assunse quindi una confezione di Gardenale, presente in casa, con successivo ricovero. Mi racconta di un'adolescenza difficile, con molti conflitti col padre, per cui è uscito di casa presto.

Ho bisogno di sentirmi accolto. La solitudine mi produce una infinita malinconia. Perché il mondo non mi deve accettare? Sono le verbalizzazioni che mi porta. Inoltre: Già dopo il primo anno è emerso che il matrimonio era forzato. L'adolescenza del primo figlio ha poi fatto esplodere la famiglia. Iniziarono quindi una terapia di coppia alla quale lui aggiunse una nuova terapia individuale, durata peraltro poco. Iperteso dalla nascita del secondo figlio.

Agisco di cuore, con poca lucidità mentale. Sono sempre stato diretto, con scatti di rabbia intensa che spaventa l'altra persona. Devo controllarmi, che esploderei subito, anche se non ho mai aggredito nessuno. Mi feriscono facilmente. Le critiche mi provocano rabbie esplosive e poi depressione.

Dice di sopportare molto male l'attesa. Dei tagli sugli avambracci dice di averli fatti davanti alla moglie e che sono legati ai disagi di coppia, ai bisogni sessuali insoddisfatti, alle difficoltà genitoriali.

La musica è la mia divinità. Tutta, salvo il jazz. Nella musica trovo luce. Ho bisogno di cose che cambiano, che si muovono; ho bisogno di emotività. Dio: lo penso in situazioni di sollievo. Allora esiste, sento la Provvidenza. Oppure, più spesso, in momenti di disperazione, quando è l'unico che può accettarmi.

Gli domando del sonno. Un disastro. Faccio fatica ad addormentarmi, ho tanti risvegli. E quando non dormo divento ancora più intrattabile. Sogni: di un ragno gigante che mi mangia; di essere romanticamente con belle donne. La sessualità è importante, ma frustrata e motivo di conflitto con la coniuge. Nuoto invece nel desiderio di abbracci con una donna, ma ho paura di farlo e di ferire i figli. Tengo troppo alla mia famiglia.

L'appetito è buono, la digestione lenta, dice di avere sofferto di gastrite che si riacutizza se non sta in dieta. Ha poca sete, l'acqua non gli piace e la beve raramente, mentre è attratto da bevande gassate e vino.

Meno di un mese prima di rivolgersi a me era stato al CSM dove gli avevano prescritto Trazodone (Trittico) 10+10+30 gtt e Perfenazina (Trilafon) 4 mg 1 c. serale. Inoltre Triatec HCT 2,5 + 12,5 mg 1 c. die. Repertorizzazione (McRepertory Complete 8.2.0.1):

PRESCRIZIONE

Prescrivo Lyssinum, il rimedio le cui tematiche mi sono subito sembrate le più vicine a quelle emerse nel colloquio col paziente. La creazione di un buon campo relazionale e la conoscenza previa delle linee di fondo del rimedio mi hanno fatto propendere per questa prescrizione. Lyssinum 3 LM tre gocce die. Passerò alla 5 LM, sempre tre gocce tutti i giorni, poi alla 6 LM, riducendo progressivamente la frequenza delle assunzioni (da sei mesi è di tre gocce due volte alla settimana).

FOLLOW UP

La reazione alla somministrazione del rimedio è consistita innanzitutto in una riduzione delle reazioni più impulsive e destabilizzanti (rispetto alle sue problematiche coniugali). L'ansia si riduce e si dice più distaccato, con un buon autocontrollo (un sano menefreghismo). Non più episodi di aggressività. L'aumento della propria autostima necessiterà di più tempo per definirsi, come il sentirsi in diritto di essere al mondo. Il sonno migliora di molto, con un solo risveglio per notte per riaddormentarsi dopo poco.

La situazione familiare rimane sempre tesa, diventa disilluso sulla possibilità di recuperare il rapporto con la moglie. Lei, dice, non è interessata alla coppia, mentre dice di essersi molto dato da fare a questo scopo. Riesce a mettere in atto delle risposte più adeguate e a non ritrovarsi subito schiacciato sul conflitto. Deciderà di uscire di casa, senza più rimorsi. Continuano i contatti con un prete psicologo. Ci vado - dice - per un sostegno alla genitorialità. Il rapporto coi figli mantiene sempre una assoluta priorità. La sessualità rimane un ambito ancora irrisolto. Smette di fumare (erano 5-6 sigarette), riduce di molto gli alcolici, va a correre regolarmente. PAO 140/90. Sospende i farmaci, fatto salvo Lyssinum.

DISCUSSIONE

I punti che ritengo caratteristici del rimedio e presenti nel caso sono:

- il sentirsi rifiutato, vissuto insostenibile;
- il sentirsi colpevole, sporco, "come un cane randagio";
- le importanti rabbie, espresse violentemente;
- l'autodistruttività;
- il rapporto profondo, sensuale e sublimativo, con la musica, in particolare con il canto;
- il fortissimo contatto emozionale col divino, l'unico "che mi perdona e accetta comunque" (il san Francesco che fa la pace coi lupi).

CONCLUSIONI

Le conclusioni che mi sento di fare non sono più nuove: l'importanza di andare oltre i sintomi clinici, senza tradirli, cercando di inquadrare la struttura di personalità propria al rimedio (intendendo questo come un "modello antropologico", condividendo quanto insegnato dai dottori M. Mangialavori e G. Marotta). L'importanza di vedere il rimedio Lyssinum come rimedio a pieno titolo, non tanto come nosode, sganciandosi dall'immagine dell'infezione causata dal cane rabbioso idrofobico.

Nota: Il dr. A. Saine nelle sue aggiunte repertoriali attribuisce a Lyssinum il sintomo: Generalities, Food and drinks; water: aversion: drinks, but can drink all other.

Bibliografia

1. Hering C., The Guiding Symptoms of ower Materia Medica, B. Jain Publishers, New Delhi;
2. Clarke J. H., Dictionary of practical materia medica, B. Jain Publishers, New Delhi, 1921;
3. Julian O. A., La Materia Medica dei Nosodi, IPSA Editore, Palermo, 1983;
4. Vermeulen, F. Prisma. Libriomeopatia.it, Padova, 2015;
5. Scheepers L., I Nosodi, Lyssinum o Hydrophobinum, Il Medico Omeopata n° 43;
6. Mangialavori M., appunti personali da seminari.

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