L'Omeopatia e le sue prime Battaglie

Introduzione, traduzione e note di Prof. Paolo Bellavite

L'Omeopatia e le sue prime Battaglie  Jean Marie Dessaix   Salus Infirmorum

Descrizione

Il Dr. Dessaix, medico omeopata francese e membro della società di Medicina Omeopatica di Lione, ha scritto questo libro come testimonianza dell'inizio delle prime controversie tra la Medicina accademica ufficiale e quella Omeopatica.

Nel testo sono riportati eventi e dibattiti avvenuti nei primi decenni dell'Ottocento durante le epidemie di colera. In quei tempi non c'era una terapia, per questo motivo l'Omeopatia e le soluzioni che offriva furono viste con favore dal pubblico, ma allo stesso tempo furono ferocemente contrastate dalla classe medica dominante.

L'Opera è particolarmente interessante perché racconta anche degli sforzi fatti dagli Omeopati del tempo per rispondere a queste critiche, in un'ottica però di dialogo e integrazione con la Medicina ufficiale, cercando quindi di evitare una visione dualista e oppositiva.

Dopo quasi 200 anni i problemi sono rimasti pressappoco gli stessi e non sono stati totalmente risolti; vale dunque la pena di capire le ragioni storiche, filosofiche e culturali che hanno dato il via e alimentato questo processo, così da evitare di commettere gli stessi errori.

Indice del libro

PRESENTAZIONE DEL PROF. PAOLO BELLAVITE
Il dramma dell'epidemia
La situazione a Marsiglia
Il colera in Italia
La frattura
Puntare all'integrazione

PREFAZIONE
Capitolo 1 - ANTEFATTO
Capitolo 2 - APPARENTE APERTURA
Il voltafaccia
Capitolo 3 - LE ACCUSE DELL'ALLOPATIA
Un conflitto di interesse
Medici e omeopati
I “sogni” degli omeopati
Rifiuto di sapere
Gli omeopati in Marsiglia
Successi misconosciuti dell'Omeopatia
Sempre le stesse accuse
Evidenze e pregiudizi
Pettegolezzi e “si dice”
La voce del popolo
Un “congresso omeopatico”?
I nostri maestri
Capitolo 4 - LETTERATURA E DOCUMENTI
I “prodigi” degli omeopati
Ostacoli alla ricerca 
Il confronto con l'Allopatia
Accuse di frode
I lavori di Quin, Mabit, Ouvrard e Roth
Capitolo 5 - ASPRI CONFRONTI
Un'occasione persa
Non sarebbe meglio la pace?
Perché la guerra?
Il progresso in Medicina
Il positivo confronto di sistemi medici
Capitolo 6 - CRITICA ALLA TEORIA ALLOPATICA
Contrari evidenti e contrari problematici 
Altre difficoltà concettuali dell'Allopatia
Efficacia transitoria dei contrari 
La legge di azione-reazione
Il modo d'azione dei rimedi “contrari”
Il “simile” è un'eccezione?
Considerazioni sul progresso scientifico
Capitolo 7 - PROSPETTIVE DI INTEGRAZIONE
Le dosi
Guardiamo all'avvenire
INDICE

Prefazione

Pur pieni di stima per la persona e per il talento di uno dei nostri confratelli medici, ci accingiamo a combatterlo con questi scritti, perché ci sono dei momenti in cui tacere è impossibile. Davanti ai nostri occhi sono passate come inosservate molte aggressioni, che abbiamo ignorato e dimenticato senza alcuna conseguenza. Ma, stavolta, non possiamo dispensarci dal rispondere ad un'eclatante provocazione che, protetta da un nome molto conosciuto, fa parte di un'opera di carattere storico, cui imprime un marchio deplorevole che ci si augura venga quanto prima cancellato.

D'altra parte, è importante reagire perché l'Autore di tale offensiva pubblicazione ci ricorda, rappresentandola assai fedelmente, l'intera classe dei nostri avversari, con la differenza, invero a suo onore, che i suoi ragionamenti sono più elaborati e meno grossolani di quelli degli altri. È quindi opportuno affrontare, una volta per tutte, le critiche dei nostri avversari e lo facciamo nella sola maniera possibile, vale a dire rispondendo a colui che riassume tutte le loro argomentazioni e, cosa più importante ancora, lo fa nel modo che meno si allontana dalla regole della buona creanza e del civile dibattito.

Da questo chiarimento dovrebbe trarre vantaggio anche l'Accademia con i suoi illustri membri, ma la specifica questione accademica sarà da noi tralasciata, in quanto già trattata in altra sede con passione e talento da Peschier, da de Guidi, con ampiezza e profondità da Mabit, e definitivamente chiusa dal bel lavoro di Léon Simon.

Ben decisi a controbattere con tutta la forza i pregiudizi e le offese, rispetteremo religiosamente tutte le opinioni, anche contrarie alle nostre. In una questione di cui degli uomini, che dovrebbero essere seri se non altro per le cose che trattano, si prendono gioco con tanta leggerezza di ciò che abbiamo di più caro, delle nostre idee e delle nostre coscienze, in una questione dove i più grandi interessi dell'umanità domandano giustizia, in presenza del colera che sta mietendo milioni di vittime, qui dobbiamo trattenere i nostri sentimenti di rabbia e preoccupazione. Cercheremo piuttosto di mantenerci, a tale riguardo, nell'ambito di una discussione medico-scientifica, critica e senza conflitti di interesse personale.

Ma non possiamo tacere che la difesa delle nostre azioni e delle nostre teorie mediche, anche quella condotta con la massima moderazione e obiettività, porta in sé qualcosa di umiliante e di amaro, per quello che abbiamo dovuto subire nella vicenda. In ogni caso, abbiamo deciso di lasciare da parte i torti subiti personalmente e di finirla con le recriminazioni, per riposare il nostro animo trattando questioni di carattere più generale e di interesse universale.

Per trattare un argomento di tale difficoltà da apparire al di sopra delle nostre forze, abbiamo scelto di mettere a confronto le due Scuole, quella Tradizionale che si basa sull'Allopatia e quella Nuova che si basa sull'Omeopatia, senza tralasciare le preziose ricchezze che esse pur hanno in comune. Su queste larghe basi di armonia e concordia, abbiamo trovato il posto per i lavori di tutti e abbiamo individuato delle strade aperte per tutti verso la verità.

Quest'ultima parte propositiva del nostro lavoro, pressati come siamo attualmente a rispondere alle aggressioni, non ha potuto avere il degno coronamento che merita, per cui ci costa molto doverla consegnare alle stampe nello stato di imperfezione in cui si trova. Comunque, abbiamo preferito rischiare di sottoporci ad un simile rimprovero, piuttosto che perdere l'occasione di fissare i punti essenziali del dibattito in corso, chiamando a raccolta i sentimenti costruttivi e le ragioni positive in un campo dove da molto tempo non abbiamo visto che passioni capaci solo di creare antagonismi e distruggere ciò che di buono è stato fatto.

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