Omeopatia scienza dell'individuo

Manuale pratico per il medico e per il paziente

Omeopatia scienza dell'individuo  Giovanni Francesco di Paolo Osvaldo Sponzilli  Edizioni Mediterranee

Descrizione

Un manuale facile da usare, da consultare al momento del bisogno, una porta d'ingresso per il paziente e per il medico, affinché possano comprendere con maggiori strumenti, correlati tra loro, il meraviglioso universo nel quale e attraverso il quale raggiungere la totale conoscenza di sé, dell'altro e del mondo. La guida si divide in tre parti.

Nella prima si affronta il concetto di malattia, di recupero della vera anima della medicina, intesa nel suo senso più ampio, scrutando in breve la storia dell'omeopatia e della sua farmacopea; la malattia nella visione omeopatica secondo Paschero e la storia del pensiero costituzionalista, l'esame e la comparazione di alcuni sintomi tra i diversi rimedi e il loro uso nelle principali sindromi cliniche; lo studio dei punti di Weihe, caro alla scuola del Duprat.

Nella seconda parte vengono descritti tutti i maggiori rimedi omeopatici apparte-nenti al regno minerale, vegetale, animale e al gruppo dei nosodi, non solo nella chiave di lettura del simillimum, ma anche nella visione analogica propria dell'Antroposofia.

Importantissimi infine, nella terza parte del volume, i consigli terapeutici divisi per sintomi e per patologie.

Indice del libro

Premessa di Luc Montagnier
Prefazione di Luciano Ragno
Introduzione

PRIMA PARTE - OMEOPATIA E INDIVIDUAZIONE
CAPITOLO 1
1. Il recupero della vera anima della medicina
2. La crescente affermazione delle medicine complementari come parallele e integrative
delle terapie classiche
3. L'omeopatia
4. La farmacopea omeopatica: tinture madri (T.M.), diluizioni e dinamizzazioni
5. Forme farmaceutiche dei rimedi omeopatici
6. Come si somministrano

CAPITOLO 2 - La malattia nella visione omeopatica Dott. T.P. Paschero

CAPITOLO 3 - Integrazione tra miasmi e costituzioni nell'equilibrio dinamico dell'essere umano
1. Importanza dello studio del genotipo costituzionale in medicina omeopatica
2. Le costituzioni secondo l'embriologia
- Costituzione Endoblastica o pietorica passiva
- Costituzione Mesoblastica o pietorica attiva
- Costituzione Cordoblastica o spasmodica attiva
- Costituzione Ectoblastica o astenia fisica
3. La teoria dei miasmi

CAPITOLO 4 - Esame e comparazione di alcuni sintomi
Tubo Digerente
Apparato Respiratorio
Apparato Cardiocircolatorio
Apparato Urinario
Apparato Genitale Maschile
Apparato Genitale Femminile
Estremità Cefalica
Nocicezione
Psichismo
Sonno
Schiena e Arti
Apparato Cutaneo

CAPITOLO 5 - I punti di Weihe

SECONDA PARTE - La Materia Medica
CAPITOLO 6 - I rimedi del regno minerale
CAPITOLO 7 - I rimedi del regno vegetale
CAPITOLO 8 - I rimedi del regno animale
CAPITOLO 9 - I nosodi

TERZA PARTE - L'Omeopatia nella pratica
CAPITOLO 10 - Pronto soccorso omeopatico
CAPITOLO 11 - Le comparazioni tra sintomi e rimedi
APPENDICE - Breve introduzione alla medicina antroposofica

BIBLIOGRAFIA
La ricerca italiana in omeopatia
Indice dei rimedi

Prefazione al libro

Un giorno, diciamo 25 anni fa, ero responsabile delle pagine scientifiche de Il Messaggero. Dopo una lunga serie d'interviste e qualche esperienza personale con l'omeopatia e l'agopuntura, pubblicai un'indagine sulle medicine alternative. Azzardai e nel titolo parlai di medicine integrative. Alternative scompariva, da quel momento, dal mio vocabolario. un solo commento, positivo, quello del professor Antonio Negro. Per il resto, una raffica di polemiche.

Un famoso professore, di quelli che nei congressi e nei necrologi, sono chiamati luminari, mi telefonò: “Quelle che lei chiama medicine, passi il termine, integrative, non sono altro che metodiche sanitarie che non hanno una valenza perché non sono state mai verificate scientificamente. Lei, caro giornalista, con una riga ha cancellato quello che fior fiore di studiosi sostengono, senza alcun dubbio: è vero solo ciò che si dimostra. ha presente Galileo Galilei? La Medicina ufficiale non ha punti deboli perché ha due armi straordinarie: farmaci e bisturi”. Replicai seccamente con l'aiuto di Dean Ornish, dell'università della California, cardiologo: Se si è abituati a usare solo il martello, il mondo intero appare come un chiodo. Rimaneva la dimostrazione scientifica. un invito a leggere il prestigioso british Medical Journal: su 105 studi comparati fra terapia classica e non convenzionale, in 81 i rimedi omeopatici hanno dato risultati positivi.

Venticinque anni dopo, ancora polemiche nei dibattiti, in verità molto meno, la classe medica ha fatto un grande salto culturale. Però ci sono e anche accese, con qualche luminare in testa che ribatte i tasti dei punti forti della Medicina ufficiale, farmaci e bisturi, i “martelli”, e dell'assenza della razionalità nella valutazione delle medicine integrative. Per replicare, fra le decine di migliaia di studi, scelgo quello di una fonte insospettabile, l'OMS, che, in un documento, accorda pari dignità alle pratiche mediche integrative rispetto a quelle convenzionali E poi, per smentire che la verità non è figlia solo della razionalità, chiamerei in aiuto addirittura uno che di Scienza s'intendeva, Albert Einstein: la mente intuitiva è un dono sacro e quella razionale un fedele servitore. Noi abbiamo creato una Società che ama il servitore e dimentica il dono.

Ai tempi nostri, il Nobel Luc Montagnier: Non è detto che un'assenza di evidenza sia un'evidenza dell'assenza. Adesso in più ci sono i numeri: 9 milioni d'italiani ricorrono abitualmente all'omeopatia, mentre 14 saltuariamente. A essere precisi, il 22 per cento della popolazione. un abitante su cinque, parola della Doxa. un dettaglio non trascurabile: pagando di tasca propria. Tesi contrapposte, quelle sulla medicina ufficiale e quella integrativa, che si stanno, comunque, avvicinando, ma occorrono ancora buone dosi, questa volta non infinitesimali come quelle omeopatiche, di umiltà e sforzo comune.

Mi è venuto in mente l'episodio di vita vissuta leggendo le bozze di questo poderoso manuale Omeopatia Scienza dell'individuo di due grandi esperti, i dottori Giovanni Francesco Di Paolo e Osvaldo Sponzilli. Il primo pregio, non piccolo: gli autori si rivolgono al medico, e questo era scontato, ma anche al paziente. C'è anche il paziente in Medicina, non ce ne eravamo mai accorti. è stato relegato in fondo alla catena della salute: medico, farmacista, infermiere, se c'è posto, anche il malato. Per lui è come se le malattie gli piovessero dal cielo, nessuno gli ha mai insegnato a star bene. Pensiamo solo al flagello dell'obesità. ha visto il medico solo in momenti di crisi, munito di farmaci e bisturi, i martelli.

Quest'opera è eccezionale per la valenza scientifica – conoscendo gli Autori non ne dubitavo –, per la chiarezza del linguaggio, il medichese è rimasto fuori della porta, infine, per l'impostazione grafica (anche i manuali scientifici si adeguano alle regole della comunicazione) che permette una consultazione intelligente e pratica, malattia per malattia, rimedio per rimedio, consiglio per consiglio. Non c'è bisogno di andare su Internet, comunque non ci sarebbero la chiarezza, la semplicità e la garanzia scientifica che Di Paolo e Sponzilli assicurano.

un manuale da tenere in studio e in casa. A disposizione del medico, per aiutarlo a “scoprire” il paziente, non solo la sua malattia. Solo quando avrà inquadrato l'uomo che ha davanti dal punto di vista fisico, caratteriale, spirituale e anche come si rapporta con gli altri, troverà il rimedio più adatto. C'è ancora bisogno di ricordare che esiste il malato non la malattia?

A disposizione del paziente, per il signor Rossi che ha ora a disposizione lo strumento giusto per imparare a star bene, una materia che nessuno gli ha mai insegnato. Sa più della propria auto che del proprio essere, fisico e psichico. un aiuto per informarsi e curarsi, naturalmente sotto una sapiente guida medica. Il “fai da te” va lasciato ai piccoli lavori domestici. Soprattutto, dicono gli Autori rivolti al paziente, affinché possa comprendere, con maggiori strumenti correlati fra loro, il meraviglioso universo nel quale e attraverso il quale raggiungere la totale conoscenza di sé e del mondo. Un meraviglioso universo che, a parer mio, forse oggi non vediamo perché è sotto la coltre spessa di superficialità, opportunismo, arroganza e, soprattutto, dell'esasperata voglia di vivere l'esistenza nella quotidianità. E se fosse un manuale anche di lezione di vita?

C'è materiale per tutti, medico e paziente, per informarsi e imparare. Si va dal concetto di malattia, alla visione omeopatica, alla comparazione di alcuni sintomi fra i diversi rimedi. Questo nella prima parte. Nella seconda, tutti i maggiori rimedi omeopatici. Infine, indice per patologie comuni con sintomi, miglioramenti e aggravamento con singoli rimedi. E poi i nosodi, una curiosità da andare a conoscere, a me hanno affascinato.

Scoprire il paziente e imparare a star bene, la sintesi del manuale. un rapporto che è di stringente attualità, nel momento in cui, Di Paolo e Sponzilli lo dicono molto bene, si sta vivendo l'affascinante sfida fra la necessità, forse è meglio dire l'obbligo, dell'umanizzazione e gli imperativi della Scienza che sta aprendo mondi sconosciuti, specie nel “piccolo”. In questa sfida, l'omeopatia sta già recitando un ruolo importante non nato oggi ma che affonda in un glorioso passato. un ruolo di grande valenza, sia chiaro, non totalitario, mi rivolgo a chi considera l'integrativa come sostitutiva. umanizzazione e Scienza, si diceva, ma questo dialogo – gli Autori del manuale lo sottolineano – deve avere un collante: Medico & Paziente.

Dicono Di Paolo e Sponzilli: è forte il bisogno di instaurare con il medico un rapporto profondo. Perché? Nel volume è detto chiaramente: per sapere il perché ci si ammala o non si riesce a guarire. Può sembrare banale, è una grande verità. Frequentemente, il medico allopatico – ripeto, non generalizzo – che ti segue passo passo mentre ti cura, non ti fa capire dove hai sbagliato, se hai sbagliato. Ti dice come sta procedendo il guaio di cui soffri. Mi viene in mente la persona che, gettandosi dal tetto di un grattacielo, dice: Sono al decimo piano, fino a qui va tutto bene.

Luciano Ragno
Giornalista scientifico, docente universitario di comunicazione

Introduzione al libro

Omeopatia scienza dell'individuo non è un testo, né un trattato, è un manuale “pronto all'uso” in qualsiasi momento, disponibile a essere consultato, usato, non relegato in una libreria chiusa, ma posto sulla propria scrivania, nello studio o a casa. E' un testo che vuole essere una porta d'ingresso per il medico, esperto o meno in questa avvincente disciplina, nonché per tutti coloro che desiderino intraprendere un viaggio che possa condurli a sperimentare e integrare, in modo scientifico e analitico, il mondo dell'omeopatia.

La scienza medica ha davanti a sé una grande sfida: conciliare i progressi sempre più sconfinati e brillanti con un'umanizzazione sempre più assente; l'omeopatia nella sua lunga e gloriosa storia ha sempre dimostrato come il suo fine principale sia stata l'attenzione alla complessità totale dell'individuo: crediamo sia giusto che possa anche viaggiare in sintonia con una scienza medica attenta alla conoscenza e ai continui progressi presenti nel campo dell'infinitamente “piccolo” .

F. Capra ultimamente ha detto: “Viviamo in un'epoca scientifica, e quindi per le agenzie del governo e le istituzioni accademiche non basta dimostrare che un rimedio omeopatico sia efficace. bisogna dimostrare anche come opera nel corpo umano. credo dunque che abbiamo bisogno urgentemente di una scienza dell'omeopatia. Oggi dovrebbe essere possibile sviluppare una tale scienza, poiché c'è molto nella tradizione omeopatica che è in accordo con la concezione sistemica della vita [...]”. Il bisogno di intervenire con uno studio sistematico affinché si possa parlare veramente di scienza dell'omeopatia è la sfida di questo terzo millennio.

E' quello che nel secolo della completa maturità e diffusione dell'omeopatia, il Novecento, Léon Vannier ha fatto con grande maestria. Egli è tra i più grandi promotori nel diffondere con capillare efficacia questa nuova scienza medica fino a contribuire alla costruzione della dottrina omeopatica e la relativa formulazione delle costituzioni e dei temperamenti già precedentemente accennate da Antoine Nebel.

Per tale motivo questo libro nasce sulla traccia del grande maestro Léon Vannier e della sua materia medica.

Tra i primi a fondare un'istituzione ospedaliera omeopatica a Parigi, egli promosse, con l'idea di uno studio e di una continua ricerca di nuovi ceppi omeopatici, la creazione dei Laboratoires homéopathiques de France, che diventeranno parte dei Laboratori Boiron negli anni Ottanta.

Il dialogo costante e continuo che ebbe con tutti i suoi colleghi, anche di orientamento opposto alle sue convinzioni, lo portarono a essere stimato e punto di riferimento per una medicina e un'omeopatia moderna e all'avanguardia: “Dopo uno scambio di spiegazioni franco e leale, un'unione sincera si deve stabilire coordinando gli sforzi di tutti, al fine di assicurare definitivamente l'avvenire dell'omeopatia”.

Nel 1927 fu fondatore della Société d'homéothérapie de France.

Scriveva negli anni Venti: “Far conoscere l'omeopatia e soprattutto farne una medicina propria e adattata alle conoscenze moderne della medicina e lottare, quindi, contro non soltanto l'opposizione incontrata negli ambienti ufficiali, ma anche contro una certa forma d'applicazione delle conoscenze omeopatiche che non erano ortodosse”.

Il suo instancabile lavoro lo condusse anche durante gli anni bellici al fronte, come medico militare, a diffondere le sue idee e la sua pratica quotidiana medica integrandola con l'omeopatia.

Dopo più di ottant'anni il tema dell'integrazione e del dialogo tra le varie conoscenze della medicina è sempre più d'attualità; il consenso generale che l'omeopatia ha nella popolazione europea e mondiale permette alla medicina accademica di integrarla maggiormente e di gestire meglio tutta quella componente di stati morbosi di natura soprattutto cronica che con difficoltà e stenti il medico non riesce a gestire quotidianamente.

Nella visita omeopatica la collaborazione, l'empatia e il rapporto diretto tra medico e paziente è fondamentale. Medico e paziente sono sullo stesso piano, con il compito di elaborare una strategia di risoluzione della malattia. Durante la visita omeopatica, oltre a centrare la tematica del sintomo e ad adoperare anche gli strumenti della medicina tradizionale prescrivendo gli accertamenti necessari, il medico osserva il paziente cercando di individuare quali sono le alterazioni, anche di natura psicologica e relazionale, all'origine della patologia. L'obiettivo resta la guarigione ma, per capire qual è il rimedio giusto, il colloquio con il paziente sarà necessariamente più articolato, lungo e approfondito. Da qualche anno è cambiato il rapporto medico-paziente, così come è cambiato l'approccio con la malattia: è forte il bisogno di instaurare con il medico un rapporto profondo, di capire perché ci si ammala o non si riesce a guarire. Nell'ambito delle malattie croniche la medicina tradizionale non sempre ottiene risultati soddisfacenti e spesso gli effetti indesiderati dei farmaci sono difficili da sopportare. I pazienti cercano quindi una via alternativa per affrontare la complessità del loro problema.
Con l'omeopatia, la maggior parte delle patologie può trovare una soluzione.

Le ultime ricerche nel campo della ricerca sulla biologia molecolare, sulla PNEI, sulle low-dose, e nella bio-fisica, promossa fondamentalmente dal Premio Nobel per la Medicina 2008, professor Luc Montagnier, con i suoi ultimi studi sulle proprietà del DNA e della produzione di onde elettromagnetiche in diluizioni acquose, permettono di aprire nuove strade, inesplorate ma sicuramente innovative, nella comprensione di una medicina che abbia il compito di ridiventare unica e Complessa, superando gli steccati finora basati su incomprensioni.

Montagnier afferma: “Non è detto che un'assenza di evidenza sia un'evidenza dell'assenza”. Il suo pensiero è largamente condivisibile. è un gioco di parole per mettere in risalto la necessità di studi specifici per l'omeopatia, che debbano aiutare tutti quelli che hanno a cuore i propri pazienti a essere sempre pronti ad affrontare le nuove sfide del terzo millennio con “scienza e coscienza”.

Ogni malattia è caratteristica di una singola persona. Soltanto quando il medico riterrà di aver inquadrato il paziente da un punto di vista fisico, caratteriale, spirituale, troverà il rimedio più adatto. Si deve individuare il rimedio tra le sostanze che possono aver determinato quel tipo di problema.

Lo scopo di questo testo è di contribuire a tracciare quel solco, lineare, invisibile e duraturo, che possa condurre la conoscenza medica all'integrazione costante con tutto il sapere medico, omeopatia compresa.

L'integrazione di questo testo con altre materie mediche illustri, da quella di Demarque che affermando: “l'omeopatia vuole essere giudicata su quella che è. [...] Il terreno dei fatti oggettivi è quello sul quale è edificato il suo metodo. l'attitudine di hahnemann fu quella di un positivista ante litteram, di un positivista rispettoso di tutti i dati dell'esperienza. In medicina l'oggetto dell'esperienza non è un organo isolato, è l'uomo, e singolarmente l'uomo malato, considerato nella sua unità, con la sua sensibilità e la sua reazione individuale. l'omeopatia [...] deve restare aperta a tutte le tecniche suscettibili d'illuminare i numerosi problemi che pone ai ricercatori delle diverse discipline. bisogna studiarla nello spirito della sottomissione all'esperienza definita dalla genialità di hahnemann con una giusta stima del nostro proprio valore. [...]”, ci permette di sottolineare l'importanza dello studio sistematico di ogni rimedio dal punto di vista patogenetico, tossicologico e chimico; a quella di Guermonprez o di horvilleur o di Duprat, per citare i più importanti omeopati di scuola francese costituzionalista, ci ha spinto a fare più chiarezza, dal punto di vista didattico e pratico, sui singoli rimedi e sulla spiegazione dell'omeopatia in sé.

Abbiamo pensato anche di integrare nel manuale un approccio alla medicina antroposofica elaborata da Rudolf Steiner agli inizi del secolo scorso. Egli ci dimostra che la coscienza umana possiede una specificità che consiste nell'investigare la realtà sia con la percezione che con il concetto; l'osservazione scientifica si basa su due modelli: l'ipotesi (i concetti) e l'esperienza (le percezioni). L'ipotesi e l'esperienza si giustificano come mezzi dell'osservazione scientifica. Essi devono sempre avere come punti di partenza una domanda suscitata dall'osservazione e sempre essere diretti all'acquisizione di un risultato scaturito dall'osservazione “per ricondurre a un principio generale semplice, la molteplicità delle manifestazioni particolari dello splendido giardino del mondo” in quanto “nella Natura vivente nulla accade che non sia in rapporto col tutto”.

Rudolf Steiner ha avuto il merito di collocare vicino alle scienze naturalistiche uno studio della natura basato sullo stesso metodo scientifico e il cui contenuto viene a completare l'investigazione delle scienze naturali. La similitudine omeopatica hahnemanniana si affianca all'analogia antroposofica steineriana.

Afferma A. horvilleur: “c'è una differenza tra l'analogia e la similitudine. l'analogia è una costatazione dello spirito che si prefigge di trovare dei punti comuni tra due oggetti del pensiero. è un metodo di comparazione con il quale possiamo creare dei concetti e delle applicazioni pratiche. Esso impone di essere particolarmente lucidi se non si vuole essere vittime di pregiudizi. la similitudine è un caso particolare di analogia che passa attraverso la sperimentazione. Si interessa a due serie di oggetti, i sintomi raccolti nel corso di una sperimentazione di una sostanza nell'uomo sano (la patogenesi) e i sintomi osservati nella clinica. In questo modo le regole di condotta dell'omeopatia si deducono esse stesse dai fatti (la materia medica) e non dalle sottigliezze dello spirito”.

Il metodo investigativo scientifico naturale della medicina antroposofica ci ha consentito, quindi, di analizzare ogni rimedio dal punto di vista specificatamente “percettivo”: da questa base, buona parte della materia medica, viene investigata in maniera analogica.

Nostra intenzione è di farne anche un testo utile per il paziente, affinché possa comprendere con maggiori strumenti, correlati tra loro, il meraviglioso universo nel quale e attraverso il quale raggiungere la totale conoscenza di sé e del mondo. Il consiglio che vogliamo dar loro è quello di leggere il manuale per orientarsi in questa affascinante materia, ma sempre affiancati da una guida medica esperta che possa dar loro la mano per condurli e guidarli.

Il libro si divide in tre parti: nella prima si affronta il concetto di malattia, del recupero della vera anima della medicina, intesa nel suo senso più ampio, scrutando in breve la storia dell'omeopatia e della sua farmacopea; la malattia nella visione omeopatica secondo Paschero e la storia del pensiero costituzionalista; l'esame e la comparazione di alcuni sintomi tra i diversi rimedi e il loro uso nelle principali sindromi cliniche; lo studio dei punti di Weihe, cara alla scuola del Duprat; nella seconda parte vengono descritti tutti i maggiori rimedi omeopatici appartenenti al regno minerale, vegetale, animale e al gruppo dei nosodi più importanti.

I rimedi minerali sono descritti partendo dalla sostanza chimica di origine, le loro proprietà terapeutiche allopatiche e omeopatiche, la clinica; i rimedi vegetali attraverso l'origine botanica, il nome comune, l'habitat, i componenti noti del fitocomplesso, le eventuali proprietà terapeutiche allopatiche e quelle omeopatiche; i rimedi animali dall'origine della loro utilizzazione, le proprietà. Di molti rimedi verrà descritta la loro rappresentazione secondo la visione antroposofica “analogica”; per alcuni è presente invece una descrizione simbolica o archetipica.
La descrizione del singolo rimedio avviene apparato per apparato con le relazioni con altri rimedi affini o eventuali incompatibilità. Concludono i nosodi.

Nella terza parte si trova un breve indice per patologie comuni seguito dalle modalità di insorgenza dei sintomi, dalle comparazioni di miglioramento e aggravamento di molti rimedi.
In appendice una breve introduzione alla medicina antroposofica permette di dare alcune basi utili per la comprensione della semantica usata nella spiegazione della rappresentazione analogica del rimedio.

"Il malato non deve essere soltanto considerato come un'entità morbosa, che può essere definito dal punto di vista eziologico da un microbo, dal punto di vista clinico attraverso una denominazione nosologica, spesso arbitraria, dal punto di vista terapeutico attraverso un rimedio.Il malato è un essere vivente le cui reazioni devono essere senza dubbio studiate, ma le cui azioni e le possibilità di divenire, fisiche e biologiche, psichiche e dinamiche, devono essere prima di tutto conosciute, in modo tale che il medico possa non soltanto guarire, ma prevenire, non soltanto vedere, ma prevedere, non soltanto redigere una terapia, ma orientare una vita. Infine, per essere felice, l'Essere umano deve occupare il posto che corrisponde alle funzioni per le quali è stato creato. è nella pienezza dello sviluppo delle sue possibilità che troverà il suo equilibrio e la sua salute" - (Léon Vannier)

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