Malattia Cronica

La causa e la cura secondo la Medicina Omeopatica

Malattia Cronica  Nilmani Ghatak   Salus Infirmorum

Descrizione

La comprensione profonda della malattia è un obiettivo che il medico omeopata dovrebbe sempre prefiggersi, perché è solo in questo modo che l'analisi del paziente e la prescrizione clinica risulteranno accurate.

"Malattia Cronica" del Dr. Nilmani Ghatak, omeopata indiano di fine 1800, contribuisce in modo eccellente in tal senso, andando a chiarire in modo tanto semplice quanto preciso le cause profonde della malattia.

In questo testo l'Autore insegna i fondamenti della medicina omeopatica, in particolare come bisogna accostarsi al paziente e raccogliere i sintomi, in che modo va prescritto il rimedio omeopatico, come e quando va eseguita la seconda prescrizione, come vanno intesi i miasmi e le loro essenzialità.

Il fine ultimo di questo approccio è la guarigione della malattia cronica, oltre a togliere perfino la suscettibilità ad ammalarsi.

Questo libro rappresenta l'opera principale del Dr. Nilmani Ghatak ed è considerata da molti una delle migliori opere di letteratura omeopatica classica. Per importanza l'autore viene considerato subito dopo Hahnemann, Allen e Kent, alla pari con altri Maestri Omeopati del XX secolo come Ortega, Paschero, Schmidt, Masi Elizalde e pochi altri.

Questa edizione italiana è inoltre impreziosita dalla prefazione del Dr. Alfonso Masi Elizalde, Maestro di Omeopatia classica, e dalla prefazione del Dr. Andrea Brancalion, illustre omeopata italiano che da oltre trent'anni conosce e applica nella sua quotidianità clinica gli insegnamenti di Ghatak.

Indice del libro

Presentazione del Dott. Andrea Brancalion - Prefazione
INTRODUZIONE
Capitolo 1 - LA CAUSA DELLA MALATTIA
Capitolo 2 - LA VERA CAUSA DELLA MALATTIA
Capitolo 3 - LA MALATTIA E IL PAZIENTE
Capitolo 4 - LA MALATTIA DELLA MENTE E DEL CORPO

Parte I LA MALATTIA: COMPARSA E CURA
Capitolo 5 - LA MALATTIA ACUTA E CRONICA
Capitolo 6 - LA CAUSA DELLA MALATTIA CRONICA: Psora - Sicosi - Lue
Capitolo 7 - LA SOPPRESSIONE: Primo tipo di soppressione - Secondo tipo di soppressione - Terzo tipo di soppressione - Quarto tipo di soppressione
Capitolo 8 - LA GUARIGIONE
Capitolo 9 - L'INIZIO DELLA VERA GUARIGIONE
Capitolo 10 - I SINTOMI DELLA VERA GUARIGIONE

Parte II LA TERAPIA
Capitolo 11 - L'ESAME DEL PAZIENTE E L'ANAMNESI
Capitolo 12 - L'ANALISI DEI SINTOMI: prima parte
Capitolo 13 - L'ANALISI DEI SINTOMI: seconda parte - Sintomi del paziente
Capitolo 14 - LA PRIMA PRESCRIZIONE
Capitolo 15 - LO STUDIO DELL'EFFETTO DELLA PRIMA PRESCRIZIONE
Capitolo 16 - L'OSSERVAZIONE DEL PAZIENTE DOPO LA PRIMA PRESCRIZIONE
Capitolo 17 - LA SECONDA PRESCRIZIONE
Capitolo 18 - LA PECULIARITÀ DEL TRATTAMENTO CRONICO
Capitolo 19 - LA RIPETIZIONE DELLA DOSE

Parte III ALCUNI IMPORTANTI CONSIGLI
Capitolo 20 - L'ANAMNESI E CARTELLA CLINICA
Capitolo 21 - IL MISTERO DELLA SELEZIONE OMEOPATICA
Capitolo 22 - I COADIUVANTI ESTERNI: AIUTI OD OSTACOLI?
Capitolo 23 - INDICAZIONI AL PAZIENTE DURANTE IL TRATTAMENTO
Capitolo 24 - IL RIMEDIO OMEOPATICO E LA SUA STRATEGIA DI AZIONE
Capitolo 25 - IL PAZIENTE CRONICO E IL CAMBIAMENTO DEL CLIMA

Parte IV I MIASMI CRONICI
Capitolo 26 - PSORA, SICOSI, LUE: COME RICONOSCERLI: Rimedi antipsorici - Rimedi Antisicotici - Rimedi Antiluetici
Capitolo 27 - LA PSORA: La prima caratteristica è la sensibilità - La seconda caratteristica della Psora è la mancanza di degenerazioni strutturali
Capitolo 28 - LA SICOSI
Capitolo 29 - LA LUE
Capitolo 30 - L'ASSOCIAZIONI TRA PSORA, SICOSI E LUE; TRA RACHITISMO, SCROFOLA, STRUMA, PSEUDO-PSORA E TUBERCOLOSI

Parte V ALCUNI CASI CLINICI
Caso Clinico 1: Reumatismo e paralisi destra
Caso Clinico 2: Leucorrea, diarrea e cefalea
Caso Clinico 3: Colica addominale e cefalea
Caso Clinico 4: Emorroidi e tumori al collo dell'utero
Caso Clinico 5: Kala-azar
Caso Clinico 6: Tubercolosi da exeresi chirurgica di una tumefazione ghiandolare
Caso Clinico 7: Diabete mellito e fistola
Caso Clinico 8: Emottisi
Caso Clinico 9: Sifilide acquisita e i disturbi conseguenti
Caso Clinico 10: Pazzia abituale ad ogni gravidanza
Caso Clinico 11: Ittero, febbre e vermi
Caso Clinico 12: Asma
Caso Clinico 13: Carie ossea
Caso Clinico 14: Prolasso uterino
Caso Clinico 15: Tubercolosi
Caso Clinico 16: Condizione trimiasmatica
Caso Clinico 17: Epilessia

Conclusioni - Indice

Presentazione Dott. Brancalion

Stranamente, Nilmani Ghatak è un Autore poco conosciuto e poco citato e pare che ciò facesse parte del suo destino fin dall'inizio, allorquando il suo nome nemmeno appariva sulla copertina della versione inglese del suo libro tradotto dal Dr. P. N. Banerjee dalla lingua bengali!

Anche riguardo alla sua biografia si trovano poche note, per lo più nel libro Pioneers of Homoeopathy di Mahendra Singh. Nacque nel Bengala Occidentale (India) nel 1872, a Gantikotulpore, un villaggio del distretto di Bankura. Fu uno studente di Medicina dotato di grandi meriti, tanto che godeva di una borsa di studio governativa e arrivò anche a presiedere diverse Scuole Superiori inglesi. Si sposò giovanissimo dopo la laurea e, come successe anche a Kent e altri grandi omeopati, fu proprio la salute della moglie il motivo del suo allontanarsi dalla Medicina del tempo per esplorare altri orizzonti fino ad approdare all'Omeopatia.

Sua moglie cominciò a soffrire di coliche violente e una notte, durante una forte crisi, Ghatak si rivolse a un medico allopatico che però si rifiutò di prendersi cura di lei in quelle ore per rimandare l'impegno al mattino successivo. Disgustato da tale comportamento, si rivolse allora a un medico ayurvedico che si prese cura con successo della moglie e insegnò al giovane Nilmani anche a praticare questa disciplina.

Nel periodo in cui presiedeva la Khanakul Krishna Nagar School, il suo figlio maggiore fu colpito dal colera; né il trattamento ayurvedico, né quello allopatico ebbero successo, anzi il ragazzo continuava ad aggravarsi. Come ultima risorsa fu chiamato un medico omeopata che guarì il giovane paziente. Da quel momento il Dr. Ghatak, riconoscendo nell'Omeopatia un sistema logico e superiore di terapia, cominciò ad approfondirne lo studio.

In quegli anni conseguì il Baccellierato di Legge e cominciò a praticare a Purulia. Nel tempo libero praticava anche l'Omeopatia, finché un giorno ebbe l'avventura di curare la figlia del giudice della città. Ovviamente l'evento gli procurò molta fama, ma nello stesso tempo l'invidia dei Colleghi avvocati che cominciarono a cospirare contro di lui coinvolgendolo in una causa per falso. Ghatak vinse la causa, ma lasciò Purulia per trasferirsi a Dhanbad e riprendere in quella città la professione forense.

Anche là si fece ben presto conoscere sempre più come abile omeopata, al punto che fu addirittura nominato Medico del Raja di Jharia. A Dhanbad scrisse in bengali questo libro La Malattia Cronica: la causa e la cura secondo la Medicina Omeopatica e anche Trattamento della Malaria continuando poi ad essere attivo con numerosi articoli pubblicati nelle riviste omeopatiche del tempo e molto apprezzati.

Si trasferì infine a Calcutta. Nel 1929 divenne direttore responsabile del mensile The Hahnemannian Gleanings, portando avanti tale compito con grande dedizione e senso del dovere, finché non decise di editare una sua rivista con il nome di Medical Advance. Fu membro dell'International Hahnemannian Association of U.S.A. e Presidente delle conferenze omeopatiche tenute a Madras, Bombay e Calcutta.

Il Dr. Ghosh (1870-1953), un omeopata indiano molto attivo e noto anche in campo internazionale, considerato nel suo Paese il collegamento tra l'Omeopatia dei Pionieri e quella moderna e che ha partecipato anche a molti proving, ha così definito Ghatak: “Intellettualmente affilato come una lama, socialmente mansueto come un agnello e professionalmente di grande successo”.
Ghatak fu molto amato. La scomparsa prematura del suo secondo figlio, che era anche il suo assistente, probabilmente anticipò la sua morte. Cominciò a soffrire di edemi e fu costretto a ridurre la sua attività professionale. Molti nemmeno si accorsero della gravità della sua condizione. Morì a Calcutta venerdì 18 gennaio 1940 alle 6 del mattino.

Concludo queste brevi e doverose note sulla vita di Ghatak sottolineando un'imprecisione di Alfonso Masi Elizalde, più che comprensibile date le scarse fonti a disposizione all'epoca in cui scrisse la prefazione a questo libro. Ghatak era di cultura giudaico-cristiana (M. Brunson, Les Miasmes Revisités) e non induista o buddhista, come sempre è stato tramandato e io stesso ho ripetuto per anni ai miei allievi.

È importante conoscere questo particolare prima della lettura e dell'analisi del libro, perché giustifica la connessione con la linea pura di Allen e di Kent del lavoro di Ghatak, punteggiato di severità morale e giudizio intollerante per gli scorretti comportamenti umani. Ciò potrebbe costituire un ostacolo all'evoluzione del Pensiero omeopatico, ma fortunatamente la Scuola Argentina ridimensionò tali concetti: Paschero dichiarò in una sua conferenza “Non ci sono persone cattive, ci sono persone malate”, offrendo una visione diversa di 'carità cristiana' e a mio parere più adatta alla missione medica.

La lettura di questo libro, avvenuta quasi 30 anni fa, ebbe un forte impatto nella mia formazione omeopatica, probabilmente perché rappresentava, e tuttora rappresenta, un'evoluzione coerente del percorso dell'Omeopatia. Oggi possiamo senza dubbio affermare che la figura di Nilmani Ghatak costituisce una pietra miliare sulla strada maestra, cosicché possiamo riconoscerla nel seguente percorso letterario:
- Hahnemann, Le Malattie Croniche, del 1828;
- Allen J. H., I Miasmi Cronici Psora, Pseudo-Psora e Sicosi, del 1910;
- Kent (1849-1916), raccolta delle Lezioni di Filosofia Omeopatica;
- Ghatak, La Malattia Cronica: la causa e la cura secondo la Medicina Omeopatica, fra il 1923 e il 1931;
- Paschero (1904-1986), raccolta delle sue lezioni e conferenze nel suo libro Omeopatia.

Indubbiamente, si deve ammettere che dopo la morte di Kent, l'unicismo entrò in una fase stagnante, tanto negli Stati Uniti che in Europa, e fu proprio in questo momento che, dall'altra parte del mondo, comparve il bengalese Ghatak. Negli anni '30 del XX secolo, Pierre Schmidt in Europa e Tomàs Pablo Paschero in Sudamerica rivitalizzarono la fiamma dell'Omeopatia e non sarà un caso che Paschero si ritrovò fra le mani quest'opera di Ghatak che tanta influenza ebbe sulla sua evoluzione in Omeopatia.

Ghatak, dunque, tanto fu anello di congiunzione indispensabile fra Allen e Paschero, quanto fu mal conosciuto! Eppure, a lui si devono molte e importanti nozioni “nuove” come:
- l'affermazione dell'eziologia endogena per la Psora;
- la fusione delle nozioni di Psora e suscettibilità;
- il legame fra il somatico e il comportamentale;
- le tre tendenze patologiche diverse;
- la caratteristica centrifuga della Psora e centripeta della Sicosi, ecc.

La prefazione a questo libro di Alfonso Masi Elizalde mi induce a non aggiungere altro sull'argomento, per altro commentato egregiamente dall'amico e collega Marc Brunson del Centre Liégeois d'Homéopathie nella sua opera già citata, dove inoltre afferma: “Alcuni Autori hanno l'arte di scrivere poche idee in molte pagine e altri molte idee in poche pagine. Quest'ultimo è il caso di Ghatak”.

Dott. Andrea Brancalion
Società Italiana di Omeopatia Veterinaria Professore associato dell'Universidad Candegabe de Homeopatia

Prefazione di Dr. Alfonso Masi Elizalde

Se qualcuno ci chiederà il motivo per cui oggi la Scuola Medica Omeopatica Argentina si è mantenuta immune dalla contaminazione organicista che, in forma praticamente universale, ha distorto fino a rendere irriconoscibile la vera immagine dell'Omeopatia, non erriamo a segnalare, come tale, la felice congiunzione di due fattori. Il primo, la formazione nel decennio del 1930 di un piccolo nucleo non solo di intelligenze privilegiate, cosa che sarebbe stato di poco conto, anzi fondamentalmente di fini intuizioni e di sensibilità pure: Armando J. Grasso, Carlos M. Fish, Tomàs Pablo Paschero e Jorge Masi Elizalde, nostro maestro. Il secondo fattore fu che essi hanno avuto a disposizione, per culminare nell'appassionata adesione all'esegesi hahnemanniana di James Tyler Kent, una delle migliori e meno conosciute opere dalla letteratura omeopatica intitolata: La Malattia Cronica: la causa e la cura secondo la Medicina Omeopatica, di Nilmani Ghatak.
Non sappiamo con certezza come arrivò nelle loro mani, comunque ricordiamo molto bene il fine del tono utilizzato dal nostro maestro per segnalarcela, come la depositaria dell'ultima chiave per la comprensione definitiva dell'Arte Omeopatica. Dobbiamo confessare che la lettura delle prime pagine deluse un po' le nostre aspettative. Sembrava essere semplicemente una versione un po' esplicita, raffinata, recisa, nel segnalare la prescrizione miasmatica come variante, diciamo pure, della filosofia di Kent. Noi ci sbagliavamo, finché non facemmo conoscere questa opera ad un eminente omeopata messicano interessato ai miasmi, il quale, come noi, attraverso delle idee fatte basandosi su una occhiata superficiale, ci disse: “Non aggiunge niente di nuovo”.
E invece, come dicevano i nostri maestri, questa piccola opera elimina i dubbi a favore di una corretta comprensione del significato della Dottrina dei Miasmi Cronici. Sappiamo che nella sua filosofia Kent chiarisce la Psora identificandola con la suscettibilità al disturbo esteriore e derivata, come conseguenza, dal proprio disordine interno a causa dei cattivi pensieri e del desiderio morboso non conformi con la Legge Naturale:
“Finché l'uomo continuava a pensare a ciò che era verità e manteneva vicino a sè ciò che era buono, corretto e giusto, rimase sulla terra libero dalla suscettibilità delle malattie perché per questo fu creato”. Un preciso concetto che ci spiega chiaramente quello che tanto ci sconcertava in Hahnemann, il quale indicava la Psora come base di patologie, di attitudini lesionali opposte, distruzioni le une e ipertrofie le altre. Il fatto è che, come vediamo, la Psora non ha un'attitudine lesionante, ma è la prefazione ai miasmi. In essa non ci sono né inibizioni, né distruzione, né ipertrofia, né perversioni: ciò avverrà dopo, con l'azione. La Psora non è dovuta alle azioni del proprio corpo, come troviamo nella Lue e nella Sicosi, “è uno stato di suscettibilità alle infermità che deriva dal desiderare il male, dal pensare ciò che è falso ...”: questa è l'unica vera malattia, come enfaticamente rimarca Ghatak.
Però, come contropartita a tanto esatta definizione della Psora, Kent ci lascia all'oscuro degli altri due miasmi, salvo la loro condizione di risultanti dell'azione che segue al pensiero, al desiderio morboso, e permette che sussista l'equivoco della loro acquisizione per la soppressione delle rispettive infezioni. In questo aspetto, Ghatak lo completa e lo supera. Pur ripetendo il concetto di infettività, forse meccanicamente, lo ridimensiona con ragionamenti impeccabili: “Prima pensieri cattivi e poi azioni cattive, mai viceversa. È la mente che plasma il corpo. Il corpo è in effetti una manifestazione concreta della mente. Come è la mente, così è il corpo”.
Chi sostiene ciò, non può attribuire la causa prima dell'infermità a qualche infezione soppressa, per quanto i suoi caratteri somatici si siano resi evidenti dopo la soppressione, cosa che, in ultima istanza e interpretandola alla luce di tutti i pensieri rimasti, è ciò che in realtà vogliono dirci tanto Ghatak quanto Kent. E Ghatak continua puntualizzando concetti sulla Psora come armonica sequenza del pensiero kentiano:
“La mente psorica è inquieta. Non si trova mai a proprio agio; non è mai soddisfatta da alcuna cosa. Questa inquietudine della mente si manifesta nei sentimenti e nella volontà”. È però necessario considerare che: “Questa inquietudine mentale provoca una acutezza dell'intelligenza, perché l'inquietudine mentale significa sensibilità e la sensibilità è il potere di capire le cose facilmente”.
“La Psora è supersensibile”. “Questa acutezza di percepire la Psora è in relazione con la propria mente”. “Un sistema che non sia stato precedentemente psorico non può ricevere la Lue o la Sicosi, perché queste sono originate dall'azione cattiva e perversa, ma le azioni vengono dopo il pensiero”. Fin qui Ghatak ci impedisce, con la sua lucida esposizione, di mantenere il benché minimo dubbio sulla Psora, però essendo gli altri due miasmi tanto diametralmente opposti nelle loro caratteristiche lesionali, non ci dovrebbe essere uguale differenza nell'assenza delle loro azioni iniziali? La disconformità e l'insoddisfazione psorica portano alla cattiva azione, però dov'è radicata la causa del diverso tipo di lesione di ciascuno dei miasmi venerei? Seguendo Kent e Ghatak, il corpo, la sua forma e le sue lesioni sono concertati dalla mente; di conseguenza captiamo che ci deve essere una “specificità” nel pensiero determinante l'azione anche con Lue o Sicosi. Però Kent non ci dice niente a questo livello. Sarà Ghatak l'incaricato di far luce sul tema? Seguiamolo fino ai suoi ultimi capitoli e lì, in rapida sintesi (che meraviglia!), arriveremo alla completa spiegazione cui anelavamo: “La Psora rende la mente iperattiva, la Sicosi mal attiva e la Lue ipoattiva. la Psora è intelligente, la Sicosi insidiosa, la Lue idiota”. “... la mentalità della Sicosi è malintenzionata, dannosa, vile, egoista e dimentica”. “Delle tre funzioni della mente, affettività, intelligenza e memoria, gli effetti della Sicosi sono più preminenti sull'affettività e sulla memoria”. E, rispetto alla Lue: “... attacca e impianta il danno caratteristico (la distruzione) nella parte più fine della vittima: la sua mente”. Poi Ghatak si prolunga nella descrizione dei risultati ponendo l'accento sulla progressiva distruzione degli affetti e degli istinti, cominciando da quello della conservazione. Che perfetta coerenza! Suscettibilità, irritabilità, ipersensibilità al mezzo causata dal volontario allontanarsi dal piano armonioso del Creatore: sofferenza pura. E poi la necessità di reagire, di adattarsi il più possibile al disturbo e, infine, l'azione, che lo apparta dalla sofferenza, e poi la fuga, la negazione della vita: la Lue distruttiva e catatonica. Azione che lo eleva all'apice di ciò che lo fa soffrire, non importa cosa e non importa neppure chi sacrifica per conseguirlo: la Sicosi autolesionista e paranoica. Abbiamo esteso in particolar modo l'apporto di Ghatak sulla conoscenza miasmatica perché questa attenta traduzione [in spagnolo; N.d.E.], prodotta dallo sforzo e dalla pressione medica della nostra distinta discepola Dr.ssa Maria Clara Bandoel, possa apparire al momento esatto per uscire dal crocevia delle interpretazioni sul tema, attualmente molto in auge, e cioè le spiegazioni basate sull'organicismo, probabilmente per l'attrazione che sempre ha offerto alle menti formate nella Medicina Accademica. Dette teorie ci allarmano molto poiché gli Autori, nel loro impegno di studiare i miasmi esclusivamente per quanto riguarda le attitudini lesionali della cellula, dimenticano ciò che avviene prima della lesione, cioè la suscettibilità, l'irritabilità, l'inquietudine funzionale della cellula che, tuttavia, non ha una attitudine definita né persistente e ci mostra un costante alternarsi di ipere ipo-funzione. Dimenticandosi questa tappa precedente, nella quale riconosciamo la chiara immagine della Psora, si giunge obbligatoriamente ad una serie di artifizi disquisitivi per poter ubicare tre attitudini distinte, là dove se ne hanno solo due. È così che vengono separate, come fossero differenti, l'inibizione dalla distruzione (come fossero semplici degradazioni della stessa cosa), per catalogarle salomonicamente: la metà iniziale (inibizione) alla Psora, alla quale per lo meno viene riconosciuta la gerarchia di primo miasma, lasciando il resto (distruzione manifesta) alla Lue. Consegue così la disgiunzione dello psorico dal luetico subito all'inizio, con evidente e grave rischio per il diagnosta terapeuta.
Crediamo, o meglio vogliamo credere, che la meditazione di queste pagine metta in salvo da gravi errori coloro che con fiducia le seguono. Non saremmo corretti nei confronti di questa magnifica opera se non staccassimo i temi maggiormente trattati nella stessa, con eguale maestria, da quelli riferiti ai miasmi. In primo luogo dobbiamo mettere in rilievo il capitolo destinato alla soppressione, nel quale Ghatak specifica, come nessun altro Autore, la possibilità di sopprimere con medicamenti omeopatici, cosa che ha messo in discredito numerosi “omeopati” moderni. In questo non è originale, però è molto esplicito. In effetti, già Hahnemann nelle sue Malattie Croniche ci fa pensare alla possibilità che i nostri medicamenti agiscano in forma “enantiopatica”, vale a dire soppressiva. In egual modo Kent, descrivendo la dodicesima osservazione prognostica, ovviamente dopo la somministrazione di un medicamento omeopatico, lo segnala chiaramente. Senza dubbio esistono uditi che necessitano di una voce molto forte per udire e lo si capirà in queste pagine: “Ci può essere una tanto cattiva soppressione con i medicamenti omeopatici, così come con i metodi descritti precedentemente...”.
Non meno importante è suffragare la peculiare insistenza dell'Autore nel mettere all'erta contro la ripetizione delle dosi, una volta provocata una reazione nel paziente. Lo diciamo perché, anche se può sembrare inverosimile, numerosi medici che amano definirsi omeopati hanno trovato soluzione alle proprie ansie, ma anche un gran discredito, somministrando giornalmente dalle prime alle più alte potenze senza sospenderle prima della comparsa della risposta. Esistono infatti anche degli ingegneri ai quali si rompono i ponti. Ci risulta particolarmente grato indirizzare l'attenzione del Lettore anche sul capitolo: “Indicazioni al paziente durante il trattamento”. In esso Ghatak mette al proprio posto coloro che, più che medici, sembrano veicolare apprensioni per il modo in cui plagiano il paziente con tutta una serie di proibizioni e tabù, il più delle volte inutili:
“Il medico dovrebbe quindi fornire solo quelle indicazioni realmente necessarie ad aiutare il processo di guarigione e non riempire il povero paziente di sciocche istruzioni riguardo a questo o a quello”. Noi vediamo alcuni medici che, in un colpo solo, sopprimono l'abitudine di fumare durante il corso del trattamento ed io temo che ciò sia un andare troppo lontano:
“Il medico deve prescrivere queste indicazioni con somma attenzione e considerazione e deve anche vedere se con ciò la libertà del paziente viene limitata senza necessità”. Però dove indiscutibilmente troveremo il maggior profitto è nei capitoli dedicati alla prescrizione miasmatica, dove un breve commento ci sembra necessario. Molti dei nostri discepoli indotti da noi allo studio dei miasmi e alla prescrizione corrispondente hanno generalizzato troppo il concetto e prescrivono per il “miasma in attività” e “per l'ultimo miasma apparso”, senza tener conto della reale latenza o della parziale esistenza degli altri, arrivando così a una presa parziale del caso, fonte di pericolose soppressioni. L'attenta e meditata lettura di questo libro di Ghatak li farà tornare alla retta via: “... e gli altri due miasmi sono sottostanti in questo momento ...”.
Riguardo a ciò, dobbiamo tener ben conto quello che correttamente potremmo chiamare “l'argomento” dell'infermità. La stessa, alla resa dei conti, è la forma individuale di vivere l'angustia esistenziale (Psora) e i meccanismi arbitrari per placarla (Lue o Sicosi). Orbene, detti meccanismi possono raggiungere il proprio obiettivo in forma quasi perfetta o molto a pennello. Il risultato sarà il silenzio quasi totale della sintomatologia psorica o la sua permanenza più o meno completa, alla pari dei sintomi del miasma venereo in atto. Nel primo caso, è ovvio che la sindrome minima del valore massimo sarà costruita solamente con i sintomi del miasma stesso. Però nel secondo caso, la prima prescrizione dovrà basarsi su entrambe le sintomatologie.
Non possiamo terminare questa introduzione, prodotta dal profondo incanto intellettuale che ci provoca il commentare il grande Maestro indù, senza fornire una chiara avvertenza che dovremmo porre all'inizio di tutto le indicazioni di Hahnemann, Kent, Ghatak e di altri grandi omeopati. Per quanto grande venerazione possiamo loro professare, dobbiamo evitare la perdita della critica obiettiva. Non possiamo dimenticare che alle loro opere, alle loro interpretazioni, si sono uniti anni e anni di pratica omeopatica che, a poco a poco, hanno permesso di seguire pulendo e perfezionando e, perché no, anche rettificando in alcuni casi le loro opinioni. Così Kent perfeziona Hahnemann e Ghatak perfeziona Kent. Senza osare troppo, se questi ultimi non avessero avuto il coraggio di dissentire, in parte, dal loro preclaro antecessore, tuttora noi penseremmo che la Psora si prende per intervento del Sarcoptes scabiei oppure che le patogenesi sono un'intossicazione obbligatoria e non la suscitazione dell'idiosincrasia dello sperimentatore. L'arte consiste nel saper captare la coerente essenza della Dottrina e, in base ad essa, a porre le interpretazioni in disarmonia con i suoi grandi lineamenti, chiunque sia colui che le ha sostenute. Vorrei portare solo un esempio per giustificare la nostra apparente irriverenza. Non sarebbero state erronee le conclusioni alle quali avrebbe potuto arrivare Hahnemann su un caso di Lachesis muta che si fosse visto obbligato a trattare con medicamenti parzialmente simili al caso, nell'onesta ignoranza che un giorno potrebbe esistere Lachesis muta?
Leali a questo criterio, dobbiamo confessare al Lettore che consideriamo parzialmente errate le affermazioni di Ghatak sulla elezione di potenza, che ha totalmente equivocato il criterio di “medicamento d'azione più profonda” e che dissentiamo su un gran numero di interpretazioni dei casi presentati alla fine dell'opera. Ugualmente, ci spinge un imperativo di coscienza nell'affermare che non crediamo nell'esistenza di medicamenti antipsorici, antisicotici, antiluetici né apsorici. Tutti sono trimiasmatici, tutti di uguale profondità d'azione di fronte al proprio paziente e, fondamentalmente, tutti possono anche essere antidotati al momento della loro assunzione, o essere scelti in modo errato.
Se non fossimo tristemente coscienti della nostra proverbiale abulia vorremmo promettere di trattare a fondo queste discordanze in una pubblicazione intitolata “Commentario a Ghatak”. Per altro, questa probabilità la consideriamo possibile in futuro.

Dr. Alfonso Masi Elizalde†

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