Prisma

Ciò che non conosciamo della Materia Medica Omeopatica. Analogie e parallelismi tra le sostanze e i rimedi (195 rimedi trattati)

Prisma  Frans Vermeulen   Salus Infirmorum

Descrizione

Che cosa rende Prisma di Frans Vermeulen una delle materie mediche più complete?

Senza dubbio il numero di rimedi trattati, ben 195, ma ciò che contribuisce a dare importanza all'opera sono le numerose annotazioni, analogie e parallelismi presenti tra i rimedi e le sostanze da cui derivano, in aggiunta all'esperienza e alla metodologia dei maggiori omeopati di fama mondiale, contemporanei e passati.

Il Dr. Frans Vermeulen ha dedicato tutta la sua vita allo studio dell'Omeopatia, in particolare andando a ricercare l'origine primaria di ogni sintomo e di ogni rimedio, attingendo a quante più fonti possibili. Questo lavoro di rielaborazione multidisciplinare fatto sui rimedi è molto importante in quest'opera, perché fornisce al medico omeopata che la studia una notevole quantità di spunti utilissimi per la pratica clinica, per una maggiore conoscenza del paziente e delle sue patologie.

In aggiunta, il minuzioso lavoro di ricerca e approfondimento sulle sostanze che originano i rimedi è supportato dalla relativa bibliografia e documentazione presente alla fine di ogni voce, oltre che dalle informazioni tossicologiche più recenti.

L'insieme di tutte queste informazioni contribuisce a rendere questa Materia Medica estremamente completa e soprattutto attuale, rendendola indispensabile per il medico che vuole venire a capo anche dei casi clinici più complessi che si ritrova ad affrontare ogni giorno.

Indice dei Rimedi

Aconitum napellus
Aesculus hippocastanum
Aethusa cynapium
Agaricus muscarius
Allium cepa
Aloe socotrina
Alumina
Ambra grisea
Ammonium carbonicum
Ammonium muriaticum
Anacardium orientale
Anhalonium
Antimonium crudum
Antimonium tartaricum
Apis mellifica
Aranea diadema
Argentum metallicum
Argentum nitricum
Aristolochia clematitis
Arnica montana
Arsenicum album
Arsenicum iodatum
Arum triphyllum
Asafoetida
Asarum europaeum
Aurum metallicum
Bambusa arundinacea
Baryta carbonica
Belladonna
Bellis perennis
Berberis vulgaris
Borax
Bovista
Bromium
Bryonia alba
Bufo rana
Cactus grandiflorus
Calcarea arsenicosa
Calcarea carbonica
Calcarea fluorica
Calcarea phosphorica
Calcarea sulphurica
Calendula officinalis
Cannabis indica
Cannabis sativa
Cantharis vesicatoria
Capsicum annuum
Carbo animalis
Carbo vegetabilis
Carcinosinum
Caulophyllum
Causticum
Chamomilla
Chelidonium majus
China officinalis
Cicuta virosa
Cimicifuga racemosa
Cina
Cistus canadensis
Clematis recta
Coca
Cocculus indicus
Coffea cruda
Colchicum autumnale
Colocynthis
Conium maculatum
Corallium rubrum
Crocus sativus
Cuprum metallicum
Cyclamen europaeum
Digitalis purpurea
Dioscorea villosa
Drosera rotundifolia
Dulcamara
Elaps corallinus
Eupatorium perfoliatum
Euphrasia officinalis
Ferrum metallicum
Ferrum phosphoricum
Fluoricum acidum
Gelsemium sempervirens
Glonoinum
Graphites
Gratiola officinali
Guaiacum officinale
Hamamelis virginiana
Helleborus niger
Hepar sulphuris calcareum
Hydrastis canadensis
Hyoscyamus niger
Hypericum perforatum
Ignatia amara
Iodium
Ipecacuanha
Iris versicolor
Kalium arsenicosum
Kalium bichromicum
Kalium bromatum
Kalium carbonicum
Kalium iodatum
Kalium muriaticum
Kalium phosphoricum
Kalium sulphuricum
Kreosotum
Lac caninum
Lac defloratum
Lachesis muta
Latrodectus mactans
Ledum palustre
Lilium tigrinum
Lithium carbonicum
Lobelia inflata
Lycopodium clavatum
Lyssinum
Magnesia carbonica
Magnesia muriatica
Magnesia phosphorica
Mancinella venenata
Mandragora officinarum
Manganum
Medorrhinum
Mercurius solubilis
Mezereum
Moschus moschiferus
Murex
Muriaticum acidum
Naja tripudians
Natrum arsenicosum
Natrum carbonicum
Natrum muriaticum
Natrum phosphoricum
Natrum sulphuricum
Nitricum acidum
Nux moschata
Nux vomica
Oleander
Opium
Origanum majorana
Oxalicum acidum
Palladium
Petroleum
Phosphoricum acidum
Phosphorus
Phytolacca decandra
Picricum acidum
Platina
Plumbum metallicum
Podophyllum peltatum
Psorinum
Pulsatilla nigricans
Pyrogenium
Radium bromatum
Ranunculus bulbosus
Rheum
Rhododendron chrysanthum
Rhus toxicodendron
Rumex crispus
Ruta graveolens
Sabadilla officinalis
Sabina officinalis
Sambucus nigra
Sanguinaria canadensis
Sanicula aqua
Sarsaparilla
Secale cornutum
Selenium metallicum
Sepia officinalis
Silicea
Spigelia anthelmia
Spongia tosta
Stannum metallicum
Staphisagria
Sticta pulmonaria
Stramonium
Strontium carbonicum
Strychninum
Sulphur
Sulphuricum acidum
Symphytum officinale
Syphilinum
Tabacum
Tarentula hispanica
Tellurium
Terebinthina
Teucrium marum verum
Thea sinensis
Theridion curassavicum
Thuja occidentalis
Tuberculinum
Urtica urens
Valeriana officinalis
Veratrum album
Viburnum opulus
Xanthoxylum
Zincum metallicum

Introduzione di Frans Vermeulen

PRISMA vuole evidenziare parallelismi e similitudini fra i quadri dei rimedi omeopatici e le sostanze da cui derivano. Inoltre, intende chiarire e illuminare gli aspetti meno conosciuti dei piccoli rimedi policresti. Molto è cambiato dai tempi in cui Hahnemann ed Hering intrapresero le loro sperimentazioni, non solo per quanto riguarda i criteri di verifica, ma anche per ciò che concerne l'informazione sulle sostanze. Oggi abbiamo molti più dati a nostra disposizione e sembra assurdo non utilizzare tutte le risorse disponibili per creare una migliore Materia Medica. Dal momento che il nostro unico dovere è curare chi è ammalato, per usare una parafrasi di Grimmer, “non possiamo permetterci di ignorare un aiuto intelligente da qualunque fonte esso ci provenga, basta che sia sempre basato sulla legge e sul buon senso”.

Le accese discussioni odierne se l'Omeopatia sia una disciplina scientifica o no sembrano voler fare della Dottrina delle Signature il principale capro espiatorio. Seguendo fedelmente la dottrina di Hahnemann, che la considerava “la pazzia degli Antichi”, la dottrina delle signature si scontra con una feroce opposizione, in quanto viene descritta come la follia dell'Omeopatia dei nostri giorni e uno dei maggiori pericoli per l'Omeopatia scientifica. La parola ‘signature' ha infatti una connessione medioevale e può spiegare in parte le contrastanti opinioni a riguardo. Comunque sia, rimane la domanda se i segni caratteristici siano estranei all'Omeopatia. Hering osserva che questa antichissima dottrina “ha molto da consigliare nel campo dei simili” e Clarke afferma, nell'introduzione a Magnesia carbonica, che “è stato spesso riscontrato che le caratteristiche fisiche delle sostanze corrispondono alle loro capacità dinamiche”.

Di conseguenza, nell'introduzione a Magnesia phosphorica, egli puntualizza che “ci sono altri mezzi oltre alla sperimentazione per trovare i sintomi chiave dei rimedi”. Clarke sfiora qui un delicato punto di discussione, in quanto la comune accezione che il quadro farmacologico derivi dalla sperimentazione si dimostra erronea se studiamo approfonditamente la Materia Medica, dato che circa il 50% di essa proviene dai casi clinici. “Noi sembriamo essere così devoti alla quantificazione e alla spiegazione in termini di causa-effetto al punto che tendiamo a sopravvalutare il significato di comprensione, collegamento e analogia”, scrive Twentyman nel British Homoeopathic Journal nell'ottobre 1974.

Credendo che l'Omeopatia dipenda dai sintomi che si rilevano dalla sperimentazione e da quelli in cui la malattia stessa si manifesta, potremmo tagliarci ogni via d'accesso alla scienza naturale. Essendo basata sulla legge e sul buon senso, la scienza naturale costituisce la versione moderna della dottrina antica dei segni caratteristici e qui le informazioni possono essere scoperte a proposito delle caratteristiche peculiari delle sostanze: nuove informazioni, aggiornamenti continui e ulteriori dati per confermare o correggere le caratteristiche farmacologiche preesistenti. Non è necessario ricordare che una caratteristica farmacologica dovrebbe essere messa in relazione almeno parzialmente, se non interamente, con la sostanza da cui deriva. D'altronde, il fattore personale soggettivo non può essere escluso nell'elencazione dei sintomi. Hahnemann aveva ideato la sua sperimentazione in modo che essa, egli credeva, avrebbe rivelato gli effetti puri delle sostanze.

Il suo unico scopo era di trovare “l'azione appropriata delle medicine sulla forza vitale”, che egli aveva definito azione primaria. Si poteva raggiungere ciò con dosi moderate di una sostanza, perché tali esperimenti “quasi mai conducevano ad una reazione della forza vitale dell'organismo: azione secondaria”. Secondo la visione di Hahnemann, le sostanze possono curare omeopaticamente soltanto gli stati patologici prodotti nei loro effetti primari caratteristici. Perciò, Hahnemann non accettava gli effetti secondari come facenti parte del quadro farmacologico. Così, i “medici scrupolosi” dovrebbero, per esempio, “astenersi dalla sua prescrizione [dello Stramonium] nei casi in cui il paziente sia già sofferente di disturbi che assomiglino a quelli causati dagli effetti secondari”. L'Omeopatia scientifica considera questa regola la sua base principale. La correttezza del ‘ciò che causa sintomi può curare', definizione base dell'Omeopatia, è assolutamente contestabile. Ci chiediamo: è possibile una divisione fra effetti primari e secondari e, anche effettuando tale separazione, come devono essere considerati i sintomi clinici? Inoltre, sarà necessaria una spiegazione all'evidenziarsi di sintomi opposti durante la sperimentazione. Per esempio, la sperimentazione di Hahnemann di Bryonia presentava la stipsi come sintomo chiave, mentre Mezger osservava principalmente la diarrea.

L'affermazione di Hahnemann che “l'oppio è praticamente l'unica medicina che nella sua azione primaria non produce alcun dolore” si dimostra contraddittoria se confrontata con i risultati di altre sperimentazioni, per esempio quelle effettuate da Jörg nel 1820, dove dolori ricorrenti compaiono in pochi minuti dopo la somministrazione di Opium, anche nella sua forma grezza non dinamizzata. E così via. In più, i pazienti sottoposti a diverse sperimentazioni tendevano a produrre una serie di sintomi identici. Tali sintomi appartengono alla loro personalità, invece che alla sostanza sperimentata. Dobbiamo considerarli primari o secondari? L'esempio più conosciuto è fornito da Langhammer - un membro del gruppo di sperimentatori di Hahnemann - che, indipendentemente dalla sostanza testata, invariabilmente presentava sintomi come “tendenza silenziosa, riservatezza”, “mancanza di fiducia nella gente” e altre caratteristiche simili. Nessun sperimentatore coinvolto in vari test sarà esente da ciò che può essere definito come ‘il fattore personale'. Lo stesso Hahnemann non poteva esimersi da questo, dal momento che lui, per esempio, si trovò di fronte per cinque volte alla ‘falsa percezione di essere sfortunato' nelle sperimentazioni. C'è molto da dire sull'opinione di Clarke che scrive: “Un'azione è ‘primaria' o ‘secondaria' a seconda dello sperimentatore o del paziente”. Dal momento che gli effetti primari e secondari presentano i poli opposti di una stessa polarità, avrebbe senso studiare quali polarità sono attive in una sostanza o attivate nello sperimentatore o nel paziente.

I poli opposti condividono la stessa polarità [tesi da discutere]. Possiamo dire che la sostanza contiene la tesi in discussione e lo sperimentatore o il paziente, in modo inconscio o volontariamente, decide a quale polo di questi punti vorrà aderire? Tesi o antitesi, ipo o iper, stati compensati o scompensati, psoriasi o psicosi, volo o scontro, paura o fascino, non importa come definiamo questo meccanismo, ma esso deriva dalla stessa idea di polarità. Studiando i temi [caratteristiche] delle sostanze, ci vengono offerti nuovi mezzi per trovare la polarità dei rimedi. Tale ricerca richiede un approccio serio. D'accordo con Clarke, non possiamo fare a meno “di notare come l'aspetto curiosamente a rospo assunto dal soggetto” durante un attacco epilettico ci possa aiutare a capire l'importanza di Bufo nel trattamento dell'epilessia, ma, d'altra parte, rappresenta solo un aspetto della dottrina delle signature e una visione ancora più superficiale dell'argomento. Per scoprire le caratteristiche di una sostanza dovremmo interrogarci attentamente, proprio come facciamo con i pazienti. ‘Interrogare' una sostanza significa raccogliere tutte le informazioni possibili, da ogni fonte possibile, riguardo ad essa. Il passo successivo è riportare l'informazione alle caratteristiche essenziali della sostanza mettendole in relazione con le informazioni fornite dal paziente: in questo modo potrebbero rivelarsi evidenti corrispondenze o parallelismi.

Per esempio, membri della famiglia Belladonna [Solanaceae], che contengono alcaloidi tropani come Atropa belladonna, Datura stramonium, Hyoscyamus e Mandragora, sono conosciuti in botanica come piante dei giorni lunghi: essi fioriscono solo se i periodi di luce sono maggiori di una certa lunghezza. Richiedono inoltre una certa quantità di luce solare per lo sviluppo ottimale dei loro costituenti tipici [alcaloidi tropanici]. La giusta quantità di luce-ombra è uno dei loro dati essenziali. In relazione al fatto che Veratrum album cresca nelle regioni montuose, e interessante notare che la quantità di alcaloidi tossici nella pianta dipenda dall'altitudine in cui la pianta cresce: sopra una certa altitudine il livello di tossicità decresce. PRISMA contiene non solo numerose evidenze di tali corrispondenze, ma anche risultati di molti esperimenti non omeopatici che potrebbero aumentare le conoscenze dei quadri farmacologici. Le ‘sperimentazioni' di Bufo sono semplicemente ridicole, per dirlo schiettamente, mentre le ricerche e gli esperimenti moderni con il veleno di rospo ci aprono nuove prospettive. Lo stesso con altre sostanze di origine animale, minerale o vegetale.

Un altro vantaggio è che i pregiudizi possono essere controbilanciati da osservazioni più accurate. Questo è di speciale interesse quando tali pregiudizi sono sottintesi nella Materia Medica. Come il rospo, anche il serpente Bushmaster [Lachesis muta] sembra offrirsi a tale scopo. Nel suo libro Studies of Homoeopathic Remedies [Studi dei Rimedi omeopatici], Gibson puntualizza che ci sono corrispondenze tra il carattere e le caratteristiche del “temibile serpente surucucu del Sud America” e le caratteristiche del ‘soggetto' Lachesis. Seguendo vecchie descrizioni nella letteratura omeopatica, questo serpente è dipinto come “un bruto aggressivo, che attacca ogni essere umano senza essere provocato”. L'autorevole saggio Snakes: The Evolution of Mystery in Nature [Serpenti: L'evoluzione del Mistero in Natura], del biologo Harry W. Greene, mostra che il Bushmaster non morde quasi mai, in parte perché è insolitamente timido e in parte perché è un animale strettamente notturno e non si avvicina alle abitazioni umane. Di circa 8.300 morsi di serpenti riportati in Sud America negli anni 1902-1965, solo 16 furono causati dal Bushmaster! D'accordo con Roger Caras, in Venomous Animals of the World [Animali Velenosi del Mondo] si legge che il Bushmaster è lento nell'attacco e di indole placida. Egli dimostra la sua tesi con una storia riguardo a della gente che “stava portando ad un guinzaglio realizzato con una stringa un grosso Bushmaster lungo una strada polverosa. ... Spesso si fermavano e tiravano il serpente riluttante, dato che non gradiva essere portato a spasso come un cane”.

Il completamento e l'integrazione di notizie sono buone ragioni per includere dati dalle scienze naturali nella Materia Medica Omeopatica. Ecco qualche esempio. Il legame scoperto recentemente tra boro e osteoporosi iscrive il sintomo Borax ‘paura di cadere' in una nuova prospettiva. Il quadro mentale di Manganum difficilmente rivela dei sintomi specifici. Un fenomeno conosciuto come ‘pazzia da manganese' - che è stato perfino messo in relazione con la BSE3 [morbo della mucca pazza] - non è compreso. Il morso del ragno vedova nera [Latrodectus mactans] potrebbe causare una sindrome detta ‘latrodectismo', molto della quale manca nella Materia Medica. Sebbene appartengano a famiglie di piante diversissime, Plantago [piantaggine] ed Euphrasia [eufrasia] hanno in comune la presenza della rara sostanza biologica aucubina4. L'aucubina è l'ingrediente più attivo dei ‘composti anti-fumo'. Plantago è menzionata nella letteratura omeopatica con quello scopo - rimedi per aumentare il disgusto per il tabacco - ma Euphrasia non lo è, nonostante due sperimentatori avessero sviluppato un'avversione per il fumo. Studi demografici hanno dimostrato i pesanti effetti fisici e mentali della velenosa segale cornuta [Secale cornutum], ma gran parte della sintomatologia mentale non si trova nella Materia Medica. Si pensa che le proprietà attive sulla mente siano da mettere in relazione con l'alcaloide acido lisergico, che in Natura si trova nei funghi e da cui deriva l'LSD.5 Contrariamente alle credenze medievali, presunte stregonerie potrebbero sembrare davvero ‘un brutto viaggio' o, più accuratamente, attacchi acuti schizofrenici che si sa essere provocati dall'uso di LSD.

STRUTTURA DEL LIBRO
Ogni rimedio è introdotto da una curiosità o una citazione, che spaziano da terribilmente serie a molto ‘leggere'. Ricavate da ogni fonte possibile, le sezioni dei CARATTERISTICHE DELLA SOSTANZA DI ORIGINE contengono [riassunte] informazioni riguardo la sostanza da cui deriva il rimedio omeopatico. Le fonti sono documentate. Raccogliere le informazioni per questa sezione è stato come intraprendere un viaggio attraverso il mondo colorato di libri, articoli, testi di internet e siti web. C'è veramente molto da scoprire.
La sezione SINTOMI PRINCIPALI è una versione riveduta e corretta della medesima sezione di Materia Medica Sinottica vol. 1. Le citazioni dei vari Autori sono riportate tra virgolette doppie, sono precedute da un trattino (-) e includono le espressioni esatte dei sintomi sperimentati, come pure sintomi clinici, brani di casi, concetti attuali e correlazioni.
I sintomi inclusi nella sezione RUBRICHE REPERTORIALI sono estratti da Synthesis, edizione 7.1. Scorrendo le relazioni delle sperimentazioni riportate nell'opera di Hughes & Dake A Cyclopaedia of Drugs Pathogenesy, mi sono imbattuto in sintomi che sono stati trascurati o, secondo me, malamente interpretati. Questi sono stati aggiunti o corretti, rispettivamente. Ogni aggiunta ha il suo riferimento bibliografico; le aggiunte senza riferimenti sono mie.

RINGRAZIAMENTI
Molti ringraziamenti a tutti coloro che hanno partecipato alla stesura di questo libro. Un grazie particolare a:
- mia moglie Maud, per aver raccolto tante informazioni;
- Jenni Tree, per aver letto diligentemente il manoscritto e per le sue valide aggiunte;
- Hansjörg Hée, per aver messo a nostra disposizione la sua immensa biblioteca omeopatica;
- Karl-Josef Müller, per aver scambiato idee per email;
- Bert Breuker, un tedesco che vive in Svezia e con il quale ha avuto molte ore di discussione;
- Arne Milan Vermeulen per aver installato potenti motori per effettuare ricerche sulla rete.

Dr. Frans Vermeulen

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