Leiomioma vaginale in una cagna trattato omeopaticamente

Pubblicato il 30/10/2015

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Maria Ignez Carvalho Ferreira

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Leiomioma vaginale in una cagna trattato omeopaticamente

L'omeopatia è una valida risorsa nel trattamento del leiomioma vaginale, soprattutto quanto la terapia convenzionale fallisce e l'intervento chirurgico non sia un'opzione attuabile

Le neoplasie del sistema genitale femminile nelle cagne sono rare (1) e si verificano principalmente in animali anziani (2,3); è difficile un loro riscontro precoce poiché, nella maggior parte dei casi, coesistenti malattie croniche mascherano i segni iniziali della neoplasia (4-6). I tipi principali di tumore implicati sono i leiomiomi e i fibromi, che possono svilupparsi in sede extraluminale e, pertanto, compromettere le funzioni degli organi vicini (7).

L'asportazione chirurgica rappresenta la prima scelta terapeutica qualora sia possibile l'ablazione totale (8) a cui è possibile associare la castrazione (9). Sono state anche impiegate la radio e la chemioterapia, da sole o in associazione alla chirurgia, ma con basse percentuali di successo terapeutico (10-13). In tali casi, il periodo di sopravvivenza e la durata della remissione presentano indici sfavorevoli in animali anziani (14).

La terapia omeopatica è stata utilizzata per far regredire gli effetti avversi della chemio e della radioterapia (15-17), per migliorare la qualità della vita (18,19) e come trattamento specifico di alcuni tumori, per esempio condrosarcoma (20), neoplasie cutanee (21), l'istiocitoma maligno (22).

Casi clinici di tumori dell'apparato genitale femminile umano trattati omeopaticamente evidenziano risultati positivi nel trattamento di fibromi uterini, con riduzione del dolore e dell'emorragia endometriale (23), e di leiomiosarcomi (24).

Si presenta il caso clinico di leiomioma vaginale in una cagna anziana sottoposta a trattamento omeopatico.

STORIA CLINICA

Doberman femmina di 9 anni con leiomioma vaginale, seguita dal Marzo al Dicembre 2005. L'approccio omeopatico è stato del tipo descritto da Pinto (25). La prescrizione omeopatica si basò sulla correlazione tra la diagnosi clinica omeopatica e il quadro clinico, repertoriale, patogenetico, presentato dalla paziente.

Il disturbo principale era costituito dal sanguinamento vaginale. L'animale aveva presentato un episodio iniziale di profusa colporragia nell'Aprile 2004 con riscontro di una massa tumorale sul pavimento vaginale.

L'esame ecografico documentò la presenza di una massa eterogenea nel canale vaginale, dalle dimensioni di cm. 15 x 4,5, estesa dal fornice vaginale al vestibolo.

A partire da quella data, la paziente aveva presentato ripetuti episodi di colporragia, che non erano migliorati né con terapie convenzionali né con terapia omeopatica (Arnica montana 6CH; Cactus grandiflores 1CH, Phosphorus 100CH). Fu condotta presso la nostra clinica nel Marzo 2005, in presenza di nuovi episodi di colporragia. Il proprietario riferì che tali episodi tendevano a verificarsi più di frequente di sera ed erano preceduti da uno stato d'irrequietezza fisica e seguiti da uno stato di prostrazione. L'animale, inoltre, era sensibile ai cambiamenti delle condizioni climatiche; la minzione e l'evacuazione intestinale richiedevano uno sforzo intenso.

All'anamnesi fisiologica si rilevò che la paziente era primipara, il pre-estro caratterizzato da emorragia intensa e l'estro da notevole tumefazione della vulva. L'animale era stato sottoposto alle procedure di profilassi medica standard, compreso l'uso trimestrale di vermicidi e vaccinazioni (rabbia, cinomosi, epatite, leptospirosi, coronavirus canino, parvovirus canino, influenza, tetano, tracheobronchite canina contagiosa). L'anamnesi patologica remota includeva giardiasi con enterorragia (nel 1996), ehrlichiosi, sublussazione cervico-caudale – sindrome di Wobbler (nel 2001), piometrite con castrazione (nel 2002).

Tra gli antecedenti familiari, degno di nota che la madre dell'animale era morta all'età di 11 anni per insufficienza cardiaca congestizia e aveva sofferto anche di neoplasia mammaria. Il padre era stato soppresso all'età di 9 anni a causa d'ipotiroidismo, piodermite generalizzata e setticemia. La nostra paziente aveva coabitato con altri cani della stessa razza e aveva ricevuto regolari cure veterinarie.

All'esame obiettivo si rilevò un animale molto aggressivo, di caratteristica biotipologia razziale, tronco rotondeggiante con ossa e muscoli ben sviluppati; ossa degli arti esili e con atteggiamento in iperestensione; l'angolo costo-sternale inferiore a 90°. L'animale presentava pallore della lingua e delle mucose orali e oculari. Presenza di profusa colporragia di sangue scuro con coaguli, preceduta da intense contrazioni addominali con gemiti.

All'esame con lo speculum si rivelò la presenza di una massa tumorale aggettante nel canale vaginale.

Su queste basi, si formularono le seguenti diagnosi:

Clinica: tumore vaginale e sindrome di Wobbler; Prognosi clinica dinamica: lesione grave /incurabile;

Elementi biopatografici: precedenti patologie, isterectomia e vaccinazioni;

Biotipologica: costituzione mista fosforico-carbonica; Temperamentale: atrabiliare;

Diatesica: sicosi.

Fu data priorità terapeutica all'emorragia genitale.

LaTabella 1 illustra i sintomi selezionati e analizzati; laTabella 2 presenta i rimedi risultanti dalla repertorizzazione. La Tabella 3 riporta la gestione clinica e l'evoluzione del caso.

DISCUSSIONE

La diagnosi clinica di leiomioma vaginale basata sull'esame obiettivo ed ecografico fu confermata dall'esame istologico (26).

Lo sviluppo del leiomioma nelle femmine è influenzato dagli ormoni sessuali (27): ciò può rendere ragione della relativamente bassa frequenza di neoplasie vaginali in cagne castrate (1,28).

Nel caso in esame, comunque, sebbene la cagna fosse stata castrata, una massa tumorale si era sviluppata causando interferenze meccaniche sugli organi adiacenti, che determinavano ritenzione urinaria e stipsi, che sono fenomeni rari (7).

Non fu possibile procedere all'intervento chirurgico a causa delle dimensioni e della sede del tumore, che rendevano impossibile un'escissione completa, e considerato che l'età e le condizioni cliniche della paziente costituivano ulteriori fattori di rischio (7,29-31). Da un punto di vista strettamente omeopatico, alcune considerazioni vanno evidenziate. Innanzi tutto, la condizione temperamentale atrabiliare della paziente – determinata sulla base di mancanza di plasticità e tonicità – inerente all'età e alla patologia in atto (32) contribuì a decidere per un trattamento omeopatico in questo caso, anche se un precedente approccio omeopatico, differente dal nostro, si era concluso con un fallimento.

In secondo luogo, sebbene lo stadio attuale della malattia così come la sua localizzazione, l'età della paziente e il suo stato clinico deponessero per una prognosi infausta (lesione grave/incurabile da un punto di vista dinamico), il trattamento omeopatico si risolse in completa remissione, contro ogni nostra iniziale aspettativa.

In terzo luogo, i dati biopatografici evidenziavano antecedenti sifilitici (giardiasi, erhlichiosi) e sicotici (piometrite, leiomioma) (25). La sindrome di Wobbler non ha ricevuto ancora una classificazione diatesica. Questa paziente, dunque, aveva sofferto in passato di una interazione sifilitico-sicotica, il leiomioma, in quanto patologia in atto indicava una prevalenza funzionale di natura sicotica: ciò fu di aiuto nel selezionare i rimedi omeopatici adatti (25). La costituzione mista fosforico-carbonica era in rapporto alla razza piuttosto che essere di tipo adattativo. Questo fatto può indicare incompatibilità strutturali tra modelli di reattività diatesica.Tale opinione rinforza la necessità di affrontare condizioni cliniche come quella che abbiamo davanti ricorrendo a rimedi omeopatici antisicotici (33).

Il medicamento principale selezionato tra quelli risultanti dalla repertorizzazione era Thlaspis bursa pastoris. Tale rimedio era compatibile sia con la patologia principale sia con la diatesi della paziente, in quanto risulta indicato in emorragie genitali associate a presenza di tumori (25,34). L'alternanza di Thlaspis bursa pastoris con Euphorbia tirucalli (NdT) e con Myoma potrebbe essere responsabile della guarigione clinica della paziente in quanto il primo è utilizzato nel trattamento del cancro e delle sue complicazioni cliniche (36,37), mentre, per quanto riguarda il secondo, un bioterapico, lo si può usare, in genere, come una sorta di immunomodulatore (37,38).

Dopo 7 mesi d'utilizzo di questi rimedi, s'introdusse Nitric acidum in quanto rimedio diretto contro la sicosi. Ciò, però, indusse un peggioramento dello stato emorragico e dello stato generale; per tale motivo, dopo 13 giorni di somministrazione, fu interrotto e si tornò all'iniziale schema terapeutico utilizzato.

La guarigione clinica completa si verificò 6 giorni dopo la sospensione di Nitric acidum e l'eliminazione spontanea della massa tumorale. Questo andamento cronologico fornisce marcato sostegno al sospetto che sia stato proprio questo stesso rimedio ad aver favorito l'evento definitivo, sospetto rinforzato dalla considerazione che Nitric acidum possiede una particolare azione sulle neoplasie genitali sanguinanti al minimo contatto (35) e che ci sono descrizioni della sua efficacia nel trattamento di tumori genitali (23,38). In letteratura non ci sono documentazioni di eliminazione terapeutica di leiomioma in cagne.

CONCLUSIONI

L'esito positivo di questo caso indica che l'omeopatia può essere una valida risorsa nel trattamento di tumori vaginali nella cagne. Ciò acquista un maggiore significato qualora il trattamento convenzionale sia fallito e l'intervento chirurgico non sia un' opzione attuabile.

D'altra parte, questo caso costituisce un'ulteriore prova della validità del nostro protocollo terapeutico se si confronta il successo terapeutico ottenuto grazie ad esso con il fallimento di precedenti trattamenti omeopatici fondati su altri presupposti.

Note dell'Autore

1) EUPHORBIA TIRUCALLI

L' Euphorbia tirucalli (Avelós) è stata utilizzata presso gli Ambulatori dell'IHB (www.ihb.org.br) per oltre 10 anni come medicamento complementare in pazienti immunodepressi o affetti da cancro. I benefici principali che derivano dal suo uso consistono nella riduzione del dolore, nell'aumento dell'appetito e del peso.

Per ulteriori informazioni consultare i seguenti articoli:

Varricchio MCBN, Pinto LF,Andrade EM, Pellagio SS. Employment of Dynamized Aveloz (Euphorbia tirucalli) in CancerTreatment. Braz.Homeopathic J. 2000; 6(1): 64-67.

Aquino CL, Barbosa GM, Barbosa GM,Varricchio MCBA,Veiga VF, Kuster R, Zancan P, Sola- Penna M, Quaresma CH. High dilutions of Euphorbia tirucalli L. (AVELOZ) modify the viability and glycolytic metabolism of cell lines. Int J High Dilution Res [serial on the WWW]. 2008 [citedYYYY Month DD]; 7(24): 132-139.

Varricchio MCBN, Pereira C, Sales F, Gomes T, Daudt E, Aquino CL, Barbosa GM, Gomes N, Pyrrho AS, Hobaica PEM, Branco MC, Kuster R, Holandino C. Chronic toxicological effects of high diluted solutions of Aveloz (Euphorbia tirucalli L.) on healthy mice: a preliminary study. Int J High Dilution Res [serial on the WWW]. 2008

2) Ulteriori informazioni sul protocollo diagnostico utilizzato nell'articolo citato in bibliografia al n. 25: Pinto LF. Homeopathic veterinary clinical protocol. In: Bonamin LV, editor. Signals and images II: contributions and contradictions about high dilution research. NewYork: Springer; 2008.

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