Un Santo Natale per la Divina Omeopatia

Pubblicato il 15/12/2007

Categorie: Attualità

Autori: Giuseppe Parisi

Un Santo Natale per la Divina Omeopatia

Mi è giunta una e-mail. Travisava di allarme, di risentimento. Si trattava del The Lancet ed ho pensato: "Ancora?". Ero fuori sede, non seguivo il polverone, ma subito mi sono accorto che l'autorevole (si fa per dire) rivista medica, aveva di nuovo "suonato le trombe" e "sparato" ancora, questa volta "a salve", visto che da quella del 2005 era una autentica ripetizione, stile "disco incantato" senza nessun dato nuovo.

Quando ero studente universitario, c'era il mio professore di clinica medica, buono ed ingenuo, anglofilo, che non faceva altro che lodare la rivista, non perdeva una lezione per ricordare che bisognava leggere e leggere il The Lancet, perchè era la rivista più autorevole del mondo, oltre a consigliarci testi di medicina americani come alternativa a quelli italiani. Chi lo seguì alla lettera, tra questi anch'io, ebbe meramente l'occasione di acquisire padronanza della lingua inglese ed un vantaggio negli studi, perché incredibilmente i testi di oltre manica risultavano molto più snelli, senza appesantimenti, sfumature inutili, stralci accademici, tipici di quelli di "casa nostra", ma la lettura del The Lancet non apportava nessun beneficio, guai a dirlo al professore. Eravamo giovani e pieni di slancio, convinti che la rivista fosse "un Everest" della sapienza medica, impallidivamo davanti alla sua copertina. Oggi l'Everest non è nemmeno una "cunetta a dosso". Quando il professore visitava, al pomeriggio, usciva dalla biblioteca con l'ultimo numero di The Lancet, ed era talmente assorbito dalle letture che gli sfuggiva la cruda realtà malgrado fosse sotto i suoi occhi: la fila dei "malati degenerati", cioè i disgraziati con malattie croniche e degenerative, cagionate dalla farmacopea chimica che, pazientemente, sostavano dietro l'ambulatorio pomeridiano, che noi eravamo a seguire, credendo di imparare. Ma cosa?

Oggi so di aver creduto di imparare

Per anni ho vissuto con in bocca il sapore forte, come un soldato Talebano, che si sveglia dal torpore delle leggi del corano e si guarda intorno.

Chi mi ha spedito la e-mail non è un rappresentante di qualche azienda del farmaco naturale, né qualche medico (il sospetto di interessi sottostanti potrebbe sempre esistere), bensì, tragi-comicamente, una paziente. Sì, solo una paziente che da sempre si e' curata con l'Omeopatia, e solo con essa. C'è una frase sulla sua lettera che colpisce: "Noi 'popolo dei granuli' - ci hanno definito così - siamo considerati 'diversi'; non siamo visti, ma 'svisti' da tutti, perché o non fanno caso alla nostra esistenza - le istituzioni ci ignorano non tutelandoci - e quindi siamo 'invisibili' - o ci attaccano dicendo che siamo 'visibilmente' incoscienti e, di conseguenza, dobbiamo difenderci dagli attacchi di chi ci considera 'sciocchi e creduloni'. Da paziente omeopatica ho sofferto, lottato, gridato, soffocato, nascosto; in questi diciotto anni ho difeso la medicina omeopatica e, tuttora, mi trovo ancora a combattere contro pregiudizi inveterati... E' ora di dire basta!".

Una paziente omeopatica si direbbe che paga di tasca sua il medico Omeopatico che di tasca sua acquista i farmaci omeopatici, e che per tale, di tasca sua continua a pagare per il SSN. Una paziente che non conosce fin quando potrà permettersi tutto questo. E quale peggiore regime è quello che obbliga un certo tipo di prestazioni mediche, non permettendo di optare una scelta ben motivata, soprattutto sulla propria individuale salute? Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d'Indipendenza Usa asseriva: "Se non mettiamo la libertà di cure mediche nella costituzione, verra' il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, diverrà una dittatura. E il tentativo di limitare l'arte della medicina solo ad una classe di persone rappresenterà la Bastiglia della scienza medica".

E' andata ancora peggio

E se il panorama Internazionale e' scarno, l'Italia, non a caso, rimane come sempre fanalino di coda.

Negli States, già sono diverse le assicurazioni sulla salute che integrano scelte opzionali, tra i quali l'agopuntura, l'omeopatia, per un positivo gioco del mercato tra offerta-domanda.

In Europa non va malissimo, interi Paesi hanno a carico assistenziale tali terapie, che quindi non pesano sul budget finanziario del paziente.

In Italia, il girotondo politico impolvera il tutto nei cassetti di molti parlamentari "distratti", mentre gli altri - meno distratti - tessono gli interessi di coloro i quali intendono mantenere lo "status quo".

Ma cosa scrivono alcuni giornalisti del quotidiano "Corriere della Sera" circa l'Omeopatia se non sanno nemmeno cosa sia? Intendono, come fa Piero Angela, pontificare con sapienza circa l'inutilità dell'Omeopatia, senza aver mai visto e quanto meno curato un malato? E quanti soldi hanno speso gli italiani per queste sue "sapienze"? E quando sempre il "Corriere della Sera", asserì del Vaticano, riportando che "ha un costo di 4 miliardi di euro all'anno per gli Italiani", lo faceva (a differenza di Aduc) per diritto di cronaca? Non crediamo, anche perché il Corriere della Sera tralasciava di riferire, al seguito delle affermazioni sul Vaticano prima e dell'omeopatia dopo, che storicamente proprio il Vaticano, aveva sempre sostenuto ed appoggiato l'omeopatia. Nel passato furono molti i Papi, che con bolle, ordinarono ricerche mediche già boicottate, oltre che dispensare i medicamenti omeopatici, che stranamente non arrivavano mai.

Al contrario, gli esperti del "Corriere della Sera" sanno bene che molti, molta gente di quella che "compra molti giornali", convinta di avere "delle idee", dietro le sapienti notizie di questi esperti, abboccheranno. E' proprio così, e' questo che gli specialisti del Corriere della Sera intendono optare.

Tante allodole poggeranno sullo specchio, convinti che sia "acqua pura", e se gli si grida "attenti!". Ti risponderanno snobbando, che e' sempre meglio "dell'acqua fresca".

Sì, perché il "The Lancet" chiama l'Omeopatia "acqua fresca" e, se lo dicono loro, possiamo stare certi che cosi e'!

Dice il geniale collega Fernando Piterà, omeopata e docente presso l'Università di Milano: se tale è (acqua fresca), dovrebbero spiegarci perchè in molti farmaci allopatici (chimici) per l'HIV, nel "bugiardino" si sconsiglia l'assunzione di omeopatici..., a meno che non vogliano sconsigliare anche di assumere acqua fresca!

Siamo ormai al grottesco, il cittadino, con le libertà accerchiate, "guidato" nel gregge delle scelte, a qualsiasi livello. E le scelte sono mediatiche, propinate con tecniche di suggestione e di sequestro del "diritto alla conoscenza".

Quando si rischia di perdere il confronto, si alzano i polveroni e si lustrano gli specchi, così nuove allodole ci si adagino.

Ma il confronto sul piano medico lo hanno già perso da un pezzo. Sono tutte le malattie degenerative, croniche e cronicizzate, debilitanti sul piano della qualità della vita, che non trovano conforto alcuno nella "scienza allopatica" perché ne sono la loro stessa cagione.

Il Mahatma Gandhi asseriva che "l'Omeopatia è il metodo terapeutico più avanzato e raffinato che consente di trattare il paziente in modo economico e non violento". "I Governi devono incoraggiarla e promuoverla".

Come regalo del Santo Natale della Cristianità da parte della Chiesa di Roma, a tutti i fedeli del mondo, sarebbe cosa buona e giusta se il pontefice Vescovo di Roma, asserisse, nella continuità storica, che, oltre all'amore corrotto degli adulti verso i bambini, riferendosi alla "sacralità" del corpo trovasse spazio, in una reiterata difesa, anche l'amore per l'integrale biologica natura dell'uomo, e tale non può che prescindere dalla madre natura, del quale gli stessi uomini sono figli. E se sono figli di madre natura, sono immagine e somiglianza della natura, e di Dio. Perché se Dio esiste, è natura, e la natura è Dio.

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