Enfisema polmonare (bolsaggine) e zoppia nel cavallo curati con l'Omeopatia

Pubblicato il 23/11/2015

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Sergio Canello

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Enfisema polmonare (bolsaggine) e zoppia nel cavallo curati con l'Omeopatia

Un caso di enfisema polmonare (bolsaggine) e uno di zoppia nel cavallo trattati con lo stesso rimedio omeopatico pur presentando quadri diversi

CASO CLINICO N. 1

Cavallo olandese femmina, di 11 anni, affetto da enfisema polmonare cronico. La tosse, presente costantemente da oltre due anni, era aggravata dal minimo sforzo e limitava fortemente la vita dell'animale. Tutte le terapie classiche provate precedentemente non avevano prodotto risultati apprezzabili ed anche l'impressione personale alla prima visita era stata negativa.

La cavalla si presenta indifferente e magra, pur conservando un appetito vorace: durante la visita, effettuata all'aperto, non ha smesso un solo istante di cercare erba, fresca o secca non aveva importanza, da mangiare. La respirazione appare accelerata e difficoltosa. Interrogata la proprietaria su tale fatto, è emerso che l'animale mangiava assolutamente di tutto, senza farsi alcun problema. E' presente da sempre una tendenza a bere per piccole quantità. Ama essere toccata; infatti cerca assai spesso le carezze ed il tocco. E' peggiorata nettamente durante l'estro: diventa nervosa, sospettosa ed insofferente a tutto; anche la tosse peggiora durante tale periodo. Emerge anche un netto peggioramento primaverile, manifestantesi proprio in un aggravamento della tosse; anche la polvere, ovviamente, aggrava la frequenza e la durata degli accessi. Evidenzia traspirazione scarsa, presente solo sotto notevole sforzo e limitata esclusivamente alla zona delle spalle. Migliora ad arti divaricati; si dimostra molto gelosa se la proprietaria rivolge le proprie attenzioni ad un altro cavallo. Il rapporto con i propri simili non è buono: scappa con grande facilità e non si difende.

In base al quadro emerso vengono presi in considerazione i seguenti sintomi:

- tocco miglioramento
- primavera
- sete per piccole quantità
- codardia
- traspirazione singole parti
- gelosia
- appetito insaziabile

Posti in diagnosi differenziale Belladonna e Lycopodium, è stato scelto Lycopodium. Viene somministrata la 30 CHP, una capsula al giorno.

Dopo un aggravamento iniziale, durato circa 10 giorni, il soggetto ha cominciato a migliorare, fino alla scomparsa totale della sintomatologia respiratoria. Permane, alla data attuale, una certa paurosità, ma il mantello è decisamente migliorato, la fame vorace è diminuita ed il soggetto si dimostra attivo e ben inserito nell'ambiente.

CASO CLINICO N. 2

Purosangue inglese femmina con grave zoppia all'arto anteriore sinistro.

Il cavallo era stato comprato circa 8 mesi prima e la lesione, già presente, era stata motivata con una ferita effettivamente presente sull'arto. Guarita la ferita in modo soddisfacente, è parso evidente che il soggetto era stato messo in vendita proprio a causa della zoppia. Inutili i tentativi di rispedirlo al mittente per vizio redibitorio, il soggetto, visitato da più colleghi allopati, è stato dichiarato, anche in base a ripetute radiografie, affetto da navicolite cronica. Le terapie proposte non hanno avuto esito alcuno ed i proprietari erano arrivati alla conclusione di destinarlo alla macellazione, ma come "ultima spiaggia", hanno deciso di provare l'omeopatia (sigh!).

Alla visita omeopatica la cavalla si presenta leggermente giù di peso, pur avendo un buon appetito e pur essendo libera a paddok da più di tre mesi; il manto è lucido, l'animale è ben inserito nell'ambiente, l'atteggiamento equilibrato. Alla prova di flessione il dolore è ben evidente, ma la zona non presenta rigonfiamenti o lesioni. La zoppia risulta evidentissima anche al passo e non provo nemmeno a farlo trottare; la proprietaria riferisce che il cavallo è sensibilissimo al tipo di terreno, tanto che se esso è duro, quasi non riesce a camminare. Verifico di persona che la zoppia, dopo pochi minuti di moto, tende a peggiorare e che il cavallo si impunta, rifiutando di muoversi.

Nell'interrogatorio emergono i seguenti elementi: detesta stare da solo e si trova a suo agio fra la gente; è assai sospettoso con i suoi simili; ama molto essere toccato e spinge col muso alla ricerca di carezze. Soffre sia il caldo che il freddo, ma le modalità non sono nette. Gli da fastidio il vento e le cose nuove lo preoccupano molto. La traspirazione risulta scarsa, l'appetito buono, nonostante una certa magrezza, specie del collo e del torace. La proprietaria non sa definire le modalità riguardanti la sete; definisce il soggetto pulito, in quanto sporca sempre in un angolo del box.

In base al quadro emerso vengono presi in considerazione i seguenti sintomi:

1. desiderio di compagnia
2. paura di stare da solo
3. sospettosità
4. tocco
5. piedi sensibili camminando
6. suole sensibili

Posti in diagnosi differenziale Lycopodium, Arsenicum e Phosphorus, è stato scelto Lycopodium per il forte grado di sospettosità che caratterizza il soggetto. Viene anche in questo caso somministrata la 30 CHP, una capsula al giorno per 30 giorni, e si è assistito, secondo le previsioni, ad un aggravamento del fenomeno della zoppia. Poiché tale aggravamento ha riguardato esclusivamente il piano fisico, è stata proseguita la cura senza interruzioni.

Dopo circa 15 giorni il soggetto ha evidenziato lo spostamento della zoppia dalla zampa sinistra a quella destra. Tale fenomeno, con ogni probabilità inquadrabile in un gradito ritorno di vecchi sintomi, purtroppo non confermabile per la mancanza di dati anamnestici remoti (il cavallo era stato acquistato solo da 8 mesi), è scomparso spontaneamente nello spazio di alcuni giorni. La bontà della scelta del rimedio viene confermata dall'atteggiamento del cavallo: più sveglio, sicuro di sé, in grado di farsi rispettare e meno sospettoso. Il soggetto inoltre ha ripreso a lavorare, senza manifestare a tutt'oggi problemi di sorta.

CONCLUSIONI

Si può notare come, nei due casi presentati, sia stato prescritto lo stesso rimedio, pur in quadri completamente diversi l'uno dall'altro. Il proporre tale situazione non è stato casuale e aveva lo scopo di mettere nel giusto risalto come possa essere fuorviante avere un'immagine stereotipa di un rimedio: esistono tante tipologie per ogni rimedio, ed è riduttivo pensarne ad uno solo, in base al quadro patogenetico standard che viene proposto nelle varie materie mediche.

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