Hahnemann e i sintomi mentali

Pubblicato il 02/09/2021

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Pierluigi Clauser

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Hahnemann e i sintomi mentali

Quanto l’omeopatia moderna si sia allontanata da Hahnemann verrà spiegato portando come esempio i sintomi mentali. I sintomi mentali hanno un valore particolare per la determinazione del rimedio indicato. Alcuni omeopati vanno oltre e danno una tale importanza alla parte mentale dei loro pazienti da non prendere in nessuna considerazione i sintomi fisici. Questa straordinaria importanza dei sintomi mentali viene attribuita alle indicazioni di Hahnemann al paragrafo 211 dell’Organon che, continuando il paragrafo 210, così dice:

…Ciò arriva al punto tale che nella scelta omeopatica del rimedio spesso lo stato d’animo del malato è decisivo (fa pendere l’ago della bilancia), quando è segno di una determinata peculiarità, il quale meno di qualsiasi altro può sfuggire all’osservazione attenta del medico.

Prima di tutto c’è da dire che una citazione isolata dal contesto è sempre problematica e che tutti i paragrafi che vanno dal 210 al 230 si riferiscono alle malattie mentali. Per comprendere il punto di vista di Hahnemann riguardo esse dovrebbero essere studiati attentamente tutti e 20 i paragrafi per poi terminare con lo studio completo dell’Organon, solo così si può ottenere una comprensione delle idee di Hahnemann libera da interpretazioni e speculazioni.

MATERIALI E METODI

Seguendo una traduzione letterale cercheremo di spiegare il punto di vista di Hahnemann in questi paragrafi.

1. Lo stato d’animo del paziente.

Nel § 211 Hahnemann parla dello stato d’animo del paziente (Gemüthzustand des Kranken); con questo non si intende la sua personalità, il suo carattere, bensì lo stato d’animo alterato dalla malattia, vale a dire ciò che distingue lo stato d’animo attuale del malato rispetto a quello del precedente stato di salute. Purtroppo questo concetto non appare così chiaro in questo paragrafo, ma viene espresso più chiaramente da Hahnemann nei paragrafi seguenti.

Nel § 212 Hahnemann parla dello stato d’animo e mentale cambiato (veränderte Gemüths - und Geisteszustand) come elemento fondamentale di tutte le malattie; nel § 213 sottolinea di nuovo il cambiamento dello stato dell’animo e della mente (Geistes und Gemüthveränderungen).

Una interpretazione errata fatale è proprio quella di considerare lo stato d’animo e mentale per sé come sintomo e usarlo pertanto nella scelta del rimedio. In questo modo vengono presi parametri morali ed etici per indicare come patologico un tratto del carattere oppure ogni espressione del carattere viene usata come sintomo caratteristico per determinare il rimedio. Questo naturalmente è errato e se noi ad esempio consideriamo la importante nota al § 210 allora il concetto diventa più chiaro.

Tale nota dice:

Quanto spesso si incontra in pazienti colpiti da malattie assai dolorose e di lunga durata uno stato d’animo mite, dolce, tanto che il medico si sente spinto verso di loro da un senso di rispetto e di compassione. Ma quando egli ha superato la malattia e ha ridato la salute al paziente resta stupito e spaventato dal constatare l’orribile trasformazione del carattere, poiché vede ritornare ingratitudine, inumanità, cattiveria ecc. proprio come prima della malattia, ovvero appartenevano al paziente nel suo stato precedente di salute. Dunque secondo Hahnemann non è ammesso usare tratti negativi e sgradevoli del carattere come sintomi caratteristici; parametri sociali, morali o culturali non possono essere usati come definizione di ciò che deve essere curato nel malato. Come appartenente alla totalità dei sintomi in modo caratteristico si può usare esclusivamente uno stato d’animo che viene chiaramente identificato come un cambiamento dello stato precedente di salute.

2) Hahnemann descrive lo stato mentale del malato come sintomo da prendere in considerazione quando si tratta di un sintomo caratteristico (Zeichen von bestimmter Eigenheit), e in questo ci rimanda al § 153 dell’Organon dove egli definisce chiaramente i sintomi caratteristici o meglio dà una definizione del caratteristico. Questo significa che un sintomo mentale come qualsiasi altro sintomo va preso in considerazione solo se corrisponde ai criteri del § 153 e non perché si tratta di un sintomo mentale, ma bensì perché corrisponde ai criteri del caratteristico; se ad esempio è troppo generale e non ben definito non entra nei parametri del caratteristico. Ad esempio il sintomo paura non è da prendere in considerazione se non è ulteriormente individualizzata attraverso una modalità o un concomitante, anche perché quasi tutti i medicamenti della Materia Medica Pura hanno prodotto paure.

Hahnemann descrive inoltre il sintomo psichico da prendere in considerazione come un sintomo che fra tutti gli altri sintomi meno può sfuggire all’osservazione del medico attento. In modo analogo si esprime nel § 230 dove indica il sintomo mentale del paziente come sintomo principale che appare in modo chiaro e inconfondibile (Hauptsymptom, das sich so unverkennbar deutlich an den Tage legt). Pertanto si tratta di un sintomo che salta all’occhio, che è immediatamente obiettivo, è facilmente riconoscibile così come qualsiasi altro sintomo, ad esempio un dolore marcato o una sensazione evidente; dunque nulla a che fare con quelle caratteristiche che emergono dopo ore di interrogatorio oppure dedotte dal linguaggio corporeo, da sogni, da interpretazioni varie, tipo temi centrali o central delusions ecc. tanto di moda oggi.

3) Materia medica pura.

Da un approccio come sopra descritto con le personalità dei nostri pazienti deriva un errore molto diffuso che porta conseguenze fatali alla nostra Materia medica. In seguito al successo terapeutico di un determinato rimedio sono stati introdotti nel quadro del rimedio vari dati anamnestici per creare un tipo, una personalità del rimedio; questo accade spesso soprattutto nei rimedi piccoli e nei rimedi poco conosciuti; ad esempio se un rimedio X cura l’asma in un paziente sensibile, facilmente disposto al pianto, si deduce che il rimedio X rappresenti un tipo sensibile e facilmente incline alle lacrime. Pertanto la nostra materia medica e i repertori sono stati e vengono continuamente riempiti di materiale dubbioso; la pretesa e la richiesta di Hahnemann di una materia medica pura, libera da speculazioni e congetture - § 144 - viene in questo modo continuamente tradita.

Dunque secondo Hahnemann non è ammesso usare tratti negativi e sgradevoli del carattere come sintomi caratteristici; parametri sociali, morali o culturali non possono essere usati come definizione di ciò che deve essere curato nel malato. Come appartenente alla totalità dei sintomi in modo caratteristico si può usare esclusivamente uno stato d’animo che viene chiaramente identificato come un cambiamento nello stato precedente di salute.

Un altro aspetto che ha a che fare con il valore del sintomo mentale nella Materia medica pura è stato messo in evidenza da Boenninghausen, il quale dice nell’introduzione al suo T.T. che la Materia Medica Pura in nessun ambito contiene azioni secondarie come nei sintomi mentali. Mentre l’azione primaria secondo Hahnemann appartiene al medicamento, cioè rappresenta una azione pura del medicamento, l’azione secondaria rappresenta invece la reazione della forza vitale e pertanto non appartiene ai sintomi del medicamento. Un esempio è rappresentato dal caffè (Coffea cruda), il quale nell’azione primaria produce eccitazione; l’organismo reagisce a questa eccitazione producendo lo stato contrario cioè un rilassamento eccessivo (azione secondaria).

Dunque mentre l’azione primaria appartiene al medicamento e rappresenta pertanto un azione pura dello stesso, l’azione secondaria, come reazione della forza vitale, non è da annoverare tra i sintomi del medicamento. Infatti Hahnemann nell’esame dei quadri tossici di alcuni medicamenti pose particolare attenzione a non introdurre nella lista dei sintomi di questi medicamenti azioni secondarie. Ma mentre questo era relativamente facile con i sintomi fisici, secondo Boenninghausen non era così per quanto riguarda i sintomi mentali; secondo lui erano entrate nella lista dei sintomi numerosi azioni secondarie che dovevano essere eliminate dalla materia medica pura. Solo la verifica attraverso la clinica poteva aumentare l’affidabilità di questi sintomi mentali dubbiosi in quanto possibili appartenenti all’azione secondaria.

DISCUSSIONE E CONCLUSIONI

Riassumendo il tutto possiamo affermare che il punto di vista di Hahnemann è il seguente: il § 211 si riferisce alle malattie mentali e può essere usato solo in parte come approccio ai sintomi che si riferiscono allo stato d’animo; fondamentalmente questo approccio non deve essere diverso da quello che usiamo con i sintomi fisici. I sintomi relativi alla psiche del paziente devono prima di tutto essere esaminati per verificare se appartengono alla malattia da trattare. Un indizio sicuro a tale riguardo è il sopraggiungere contemporaneo di questi sintomi con l’inizio della malattia.

Inoltre una manifestazione psichica può essere patologica finché si vuole, se però è riconducibile ad errori di educazione, a cattive abitudini, ad una moralità compromessa, a superstizione e ignoranza eccetera (vedi i § 224 e 77 dell’Organon), non fa parte della malattia naturale da trattare. La mente umana è influenzabile anche da fattori esogeni, dal tipo di educazione, di condizionamento, per cui la ricerca di un vero sintomo mentale diventa ancora più difficile rispetto a quella di un sintomo fisico corporale. Ci sono pertanto alcune difficoltà che rendono difficile l’identificazione di un sintomo mentale puro. Decisioni affrettate possono portare a conseguenze fatali, ad esempio ad errate prescrizioni in seguito a false interpretazioni.

Se nonostante queste difficoltà si identifica uno stato psichico sicuro come sintomo, risulta come conseguenza che in caso di guarigione deve sparire; per poter scegliere questo sintomo mentale come indicativo di un rimedio bisogna anche determinare se questo sintomo è caratteristico, come indicato dal § 153, che definisce i sintomi caratteristici. Questo è l’approccio ai sintomi mentali nella pratica omeopatica se si vogliono seguire le regole indicate da Hahnemann. Se ci si allontana da queste regole, per cui vengono presi come sintomi mentali caratteri e tratti della personalità del malato e poi conseguentemente queste caratteristiche personali vengono introdotte nella materia medica fra il caratteristico di quel rimedio, questo non appartiene all’Omeopatia di Hahnemann. Un significativo allontanamento da Hahnemann è il metodo moderno molto diffuso di basare una prescrizione esclusivamente su sintomi psichici, ovvero sullo stato psichico del paziente.

KENT E SWEDENBORG

Responsabile di questa situazione, di questo peso dato alla sintomatologia mentale, è soprattutto stato Kent, che nelle sue lezioni sulla teoria dell’Omeopatia e in altri suoi scritti considera la mente come la chiave del paziente e cita ripetutamente il § 211 per confermare le sue tesi. Però l’interpretazione di Kent non si basa su una comprensione profonda dell’idea di Hahnemann, ma si basa sul cosiddetto insegnamento delle corrispondenze del mistico svedese Emmanuel Swedenborg (1688- 1772). Negli Stati Uniti in quel momento storico era di moda soprattutto fra gli omeopati aderire a queste dottrine. Swedenborg, oltre che teologo e filosofo, era noto per le sue originali teorie sull’anatomia e sulla psicologia che sono enunciate nei suoi libri Regnum Animalis e Oeconomia Regni Animalis.

Nelle sue opere cerca di creare un’associazione fra il corpo e la psiche e fra i diversi organi e alla fine stabilisce una corrispondenza fra il mondo spirituale e il mondo materiale. Dopo il 1745 passa dall’aspetto più scientifico verso una teologia personale e sotto l’influsso di esperienze spirituali fonda una mistica personale. Da quel momento pubblica varie opere di carattere mistico spirituale tra le quali il più importante è l’Arcana Coelestia. Con la sua opera influenzerà diversi personaggi del 1800 fra i quali possiamo citare Goethe e Dostojewski.

Queste idee mistico-teologiche vengono esportate e trovano terreno favorevole alla fine del 1700 in America dove in questa sintesi fra misticismo e scienza viene fondata dai suoi seguaci una comunità religiosa che fu chiamata New Church. A metà dell’ottocento molti omeopati americani aderivano a queste dottrine ed erano membri attivi di questa nuova Chiesa. Anche Hering aderiva ad essa però era dell’opinione che la scienza non doveva essere contaminata da dottrine religiose, infatti è nota la sua frase: Mentre ci sono buone ragioni perché gli aderenti alle dottrine di Swedenborg potrebbero preferire l’Omeopatia a qualsiasi altro trattamento, non c’è nessuna ragione per cui tutti gli omeopati siano seguaci di Swedenborg e della sua dottrina.

Philadelphia fu la città dove più si sviluppò questo movimento della Nuova Chiesa. Kent sembra che sia stato introdotto a questa dottrina attraverso la seconda moglie Clara Louise, che fu una figura importante all’interno della Chiesa stessa a Philadelphia. I riferimenti di Kent a Swedenborg sono molto evidenti nei suoi scritti, ad esempio dette il nome alla sua Serie di potenze 30-200-1000- 10M-50M-100M-MM Octaves in the Series of Degrees in conformità alla “Dottrina dei Gradi” di Swedenborg ed alle sue idee sull’Infinito. Negli Scritti Minori Kent scrive: Attraverso familiarità con la dottrina di Swedenborg ho trovato la corrispondenza fra ciò che emana dalla Parola di Dio e tutto quello che ho insegnato.

In un altro passo afferma: Tutto il mio insegnamento è fondato sulla dottrina di Hahnemann e di Swedenborg, i loro insegnamenti corrispondono perfettamente. Swedenborg, nei sui studi sull’Anatomia, la considerava non solo come qualcosa di obiettivo, ma anche vedeva in essa il regno dell’anima e ciò appare anche dai titoli delle sue opere. Distinse nell’uomo tre strutture gerarchiche legate da una forma a spirale: al di sopra c’era l’anima con la Volontà, il livello medio è rappresentato dall’Intelletto con la Intenzione, il livello più basso è rappresentato dalla Memoria. Ognuno di questi livelli ha una corrispondenza nei diversi organi. I termini generale e particolare di Kent sono stati presi dalla concezione dell’uomo di Swedenborg secondo la quale la combinazione di volontà e intelletto costituiscono l’uomo, insieme esse costituiscono la vita e l’attività, elaborano il corpo e causano qualsiasi cosa nel corpo; con la volontà e con l’intelletto che operano in ordine noi abbiamo la salute nell’uomo.

La suddivisione gerarchica della psiche nei cosiddetti tre livelli trova risonanza nel repertorio di Kent; quando parla sull’uso del repertorio i sintomi da prendere per primi sono quelli che si riferiscono alle avversioni e ai desideri, all’odio e all’amore, che corrisponde per Swedenborg all’anima, poi arrivano i sintomi che appartengono alla mente razionale che Swedenborg chiama intelletto, in terzo luogo quelli che appartengono alla memoria cioè al terzo livello. Kent considerava la malattia sempre come un disturbo della parte interna psichica dell’uomo per cui la malattia è sempre un problema psichico con sintomi della mente del paziente e della sua esistenza spirituale e solo le più alte potenze del rimedio potevano raggiungere e influenzare il livello gerarchico più alto che corrispondeva all’Anima per Swedenborg.

IL KENTISMO

Hahnemann nell’Organon - in particolare nei § 6, 7, 8 - si riferisce sempre alla Malattia (Krankheit), Kent invece parla sempre di Malato (Patient); Hahnemann cura Malattie, Kent cura malati e dai sui scritti appare come se volesse curare e influenzare l’Anima del malato. Nell’articolo The view for successful Prescribing Kent afferma: Removing the symptoms may not restore health to the patient. Curing the patient will remove the symptoms and restore his health. Hahnemann al § 8 dell’Organon afferma: Non si può pensare né dimostrare con nessuna esperienza al mondo che dopo la rimozione di tutti i sintomi della malattia e di tutti i disturbi percepibili, rimanga o possa rimanere altra cosa se non la salute (…). E al § 7: La totalità dei sintomi deve essere per il medico l’unica cosa che egli in ogni caso di malattia deve riconoscere e con la sua arte deve togliere, affinchè la malattia venga guarita e sia ripristinato lo stato di salute. Kent ha trasportato le tesi di Swedenborg alla teoria omeopatica e ha cercato di adattarle ad essa.

Così attribuisce ai sintomi mentali e alla personalità del paziente un valore prominente e assoluto nella scelta del rimedio e questo appare chiaramente nelle sue lezioni dove i rimedi vengono personalizzati ad esempio: Lycopodium è una persona (…). I diversi rimedi vengono descritti come personalità, dunque si può dire che c’è una contraddizione di queste tesi con la dottrina di Hahnemann. Per Kent la trasformazione della Materia Medica Pura di Hahnemann in un nuova interpretazione psicologica speculativa non costituiva una contraddizione. Hahnemann, contemporaneo di Goethe e come lui affiliato alla Massoneria, forse nella stessa loggia, conosceva molto bene queste dottrine psicologiche esoteriche, ma le ha tenute lontane dall’Omeopatia.

Dice infatti al § 6 dell’Organon: L’osservatore imparziale, conoscendo la futilità di speculazioni trascendentali che nell’esperienza non si lasciano dimostrare, non vede nelle malattie se non che le alterazioni (…). Due secoli dopo, nella prima metà del 900, parti della dottrina di Swedenborg come la tripartizione dell’uomo, le corrispondenze e alcune segnature, venivano riprese dal filosofo e mistico Rudolf Steiner fondatore dell’Antroposofia e della Medicina Antroposofica. Pertanto solo con uno studio approfondito delle fonti si vedranno le differenze profonde con il metodo Hahnemanniano.

Dopo il 1900 il metodo Kentiano si diffuse enormemente, mettendo in disparte il pensiero di Hahnemann e dei suoi allievi, in particolare Boenninghausen e G.G.Jahr, che sono spariti nell’ombra soprattutto a causa delle chiare contraddizioni rispetto ai punti di vista di Kent. Dalla scuola kentiana si sono poi sviluppate le correnti più moderne attuali dell’Omeopatia psicologica, delle essenze, dell’interpretazione dei sogni, delle costellazioni familiari, dell’uso dei temi, della central delusions e così via.

In tutte queste nuove correnti l’accento è sulla importanza e sull’esclusività dei sintomi mentali, senza distinguere esattamente fra sintomi e non sintomi; alcune correnti perfino ritengono che i sintomi fisici non solo non sono necessari e sono superflui, ma soprattutto possono portare ad errore.

LA CERTEZZA DELLA CURA

Continuando la discussione sui sintomi mentali vorrei sottolineare un aspetto fondamentale che viene del tutto ignorato, quello della certezza della cura. La certezza della cura domina tutta la pratica medica di Hahnemann, che così si esprime al paragrafo 3 dell’Organon: Se il medico vede chiaramente che cosa nelle malattie, cioè che cosa in ogni caso di malattia è particolarmente da guarire (riconoscimento della malattia, indicazione), se comprende chiaramente che cosa nelle medicine, cioè in ciascuna medicina in particolare, è ciò che guarisce (conoscenza delle forze del medicamento), e sa adattare ciò che delle medicine guarisce all’indubbiamente morboso che ha riconosciuto nel malato secondo chiari principi cosicché ne deve seguire necessariamente guarigione… (dass Genesung erfolgen muss...), allora egli opera opportunamente e radicalmente ed è un vero artefice della salute.

Questa certezza della cura è il fondamento della medicina Hahnemanniana e il principio di similitudine serve a tradurre questa certezza nella pratica. Se priviamo l’omeopatia di questo fondamento, cioè dell’aspetto della certezza della cura e stabiliamo la legge di similitudine come unico fondamento dell’omeopatia, le togliamo il concetto centrale ed è per questo che l’omeopatia attuale si trova in questa situazione caotica; la similitudine è oggi in balia della libera associazione dei vari terapeuti, tutto è simile a tutto, e più creativa è la massa di idee proposte maggiore consenso ricevono. Hahnemann invece ha sempre considerato il principio di similitudine sotto l’aspetto della certezza della cura, pertanto inizia con la certezza di una ricerca sicura dei medicamenti cioè la sperimentazione sull’individuo sano. Dunque se la strada giusta della ricerca di rimedi è stata trovata, nello stesso tempo è stata anche trovata la strada per vedere le malattie nel giusto modo cioè sul piano dei sintomi immediatamente percettibili e non strapazzati da teorie patofisiologiche o da interpretazioni varie.

Hahnemann ribadisce al § 3 la necessità di restare fermi solo sul piano dei fenomeni; nei sintomi immediatamente percettibili si rivela l’identità della malattia indotta dal medicamento e della malattia naturale che verrà in seguito curata. Pertanto, se queste alterazioni della salute che si evidenziano attraverso la sperimentazione vengono scrupolosamente annotate, posso conoscere con certezza per il futuro anche cosa andrò a curare; proprio questo è quello che si intende per certezza a priori che si rivela attraverso le sperimentazioni. Un proving corretto ed eseguito a regola d’arte mi dirà ora e in futuro quali sintomi della malattia sono in grado di curare, e questo posso determinarlo già precedentemente ovvero a priori cioè prima di iniziare la cura.

Hahnemann nella MMP 3° volume, nell’introduzione a China dice: L’omeopatia insegna come dopo chiare risposte della natura interrogata, con certezza già prima determinata si può curare in modo veloce, dolce e duraturo. E nell’introduzione al 1° volume della MMP: Questa azione pura la si può cercare esattamente, di conseguenza si può stabilire già prima se in un determinato caso può aiutare…

Nell’introduzione a Taraxacum (MMP 4° volume): I suoi sintomi saranno in grado già in precedenza di dirci in quali casi di malattia questa pianta sarà e dovrà essere un rimedio certo. Nella MMP Volume 2° introduzione a Ferrum: Dio salvi quel malato dal medico che non sa perché ha ordinato quello o quell’altro medicamento, che non ha fondamenti convincenti per questo, che non sa già in anticipo quale rimedio sarà curativo per il paziente o dannoso.

MMP Volume 3° introduzione a Chamomilla: Gustav Wilhelm Gross (1794-1847) Dai sintomi e dai disturbi che camomilla è in grado di produrre nell’individuo sano … si vede quali stati di malattia naturale può curare, deve curare e curerà in modo veloce, duraturo e con certezza. MMP Volume 4°: Premesso, che nessuno può negare, che per curare il compito principale del medico consiste nel conoscere prima, in anticipo quel medicamento che con massima certezza promette di curare …. Così il medico deve sapere in anticipo quali alterazioni nell’individuo sano i singoli medicamenti sono in grado di procurare. E nell’introduzione a Chelidonium critica la medicina delle Segnature (MMP 4° volume): L’importanza della salute umana non permette una determinazione così incerta dei rimedi … Solo i suoi sintomi puri ricavati dalla sperimentazione possono dirci con estrema chiarezza dove con certezza può essere curativa. Si vedano inoltre i paragrafi dell’Organon 122, 143, 147 dove Hahnemann si esprime senza equivoci. Nella nota al § 145 Hahnemann afferma che se avessimo un numero sufficiente di medicamenti sperimentati allora l’arte del guarire per certezza si avvicinerebbe alle scienze matematiche.

LA SPERIMENTAZIONE PURA

Ma come vengono condotte le sperimentazioni moderne? Mentre per Hahnemann e per i suoi allievi era ben chiaro che nella descrizione dei sintomi che comparivano durante i provings si doveva trattare di deviazioni dallo stato di salute, per i sperimentatori moderni questo non sembra essere così chiaro. Il principio fondamentale dell’omeopatia di mettere a confronto ciò che è malato del paziente (§ 6) con ciò che di morboso il medicamento è in grado di produrre (§ 21) sembra non essere più chiaro. Per cui vediamo al giorno d’oggi proving attraverso i sogni, attraverso esperienze meditative di gruppo sotto l’influsso del medicamento, la rinascita della medicina delle Segnature e infine una materia medica simbolica. Viviamo dunque una completa rottura con la tradizione omeopatica per quanto riguarda la comprensione del sintomo e tutto ciò coinvolge soprattutto la sfera mentale e inoltre compare come aggiunta nei repertori.

I sintomi dei proving sono stati di sofferenza tale quali come li troviamo nei sintomi del paziente; nell’omeopatia moderna invece vengono descritti come sintomi nei proving effettuati i più diversi sentimenti, idee, associazioni e pensieri che lo sperimentatore prova durante il giorno o la notte. In alcuni proving moderni tipo Locusta, Talpa europea o Falco peregrino (ha senso usare tali sostanze nelle sperimentazioni omeopatiche? per Hahnemann no, vedi il paragrafo 122 dell’Org.) vediamo che sono stati registrati come sintomi perfino i pensieri, le sensazioni e le impressioni di persone che non partecipavano alla sperimentazione, ma erano presenti nella classe, perché secondo il conduttore del proving avrebbero subito l’influsso della sostanza sperimentata.

Questi proving sono riassunti attraverso temi mentali e leggendo tali proving ci si rende conto immediatamente quanto lontani siamo dalle sperimentazioni di Hahnemann o di Hering. Prendiamo il proving di Lac humanum. La sperimentatrice riferisce sensazioni di questo tipo: Durante l’esercizio di visualizzazione nel college ebbi la sensazione che l’amore è la chiave di tutto, e se consideravo le diverse fasi della mia vita, il matrimonio era simbolizzato da bambini e scene di picnic sdraiati su una coperta nel giardino, invece come simbolo della mia morte mi vedevo sul rogo pronta per la rinascita.

Nell’Homeopathic Links è stata pubblicata l’essenza del rimedio nel numero di maggio del 1999: Il problema fondamentale in questo medicamento è la mancanza di incarnazione in seguito a varie cause profonde come la paura di accettare il proprio stato corporeo, timori sulle difficoltà di questa incarnazione, nostalgia di un mondo astrale, non accettazione del bambino da parte dei genitori all’inizio della gravidanza e anche paura della responsabilità di una nuova vita. Questa mancanza di incarnazione causa la mancanza di coscienza della propria vera identità; la persona non è centrata in sé e la sua energia è facilmente disturbata attraverso le energie di altre persone e dell’ambiente circostante ... ecc…

Come vediamo qui non si tratta più di descrizione dei sintomi ma di processi e di stati che stanno dietro e che Hahnemann chiaramente rifiuta, infatti nel § 144 afferma: Da questa materia medica sia assolutamente escluso tutto quanto possa essere supposizione, asserzione gratuita od invenzione. In essa vi sia soltanto il linguaggio puro della natura interrogata con diligenza e onestà.

Hahnemann lascia i sintomi del malato e del proving tali quali come sono, cioè come fenomeni senza volerli interpretare; per lui la malattia è la totalità dei sintomi, nulla di più nulla di meno (vedi i § 6,7, 8,14-18). All’opposto qui come nei vari sistemi medici i sintomi vengono visti come espressione di un disturbo che sta dietro e si va pertanto a trattare tale disturbo. Non parliamo poi di quanto lontana dalla comprensione dei rimedi di Hahnemann è la costruzione intuitiva della materia medica che oggi si fa attraverso il sistema periodico degli elementi, una costruzione basata esclusivamente su quadri mentali.

Esattamente il contrario afferma Hahnemann al § 106 e soprattutto alla nota del § 285: Un principio fondamentale per il medico omeopatico è di non usare per nessun malato alcuna medicina, che non sia stata prima sperimentata sull’uomo sano e che pertanto non sia nota. Hahnemann si esprime anche sulla chimica e su quali informazioni può dare per la comprensione della materia medica (MMP volume 3, Beleuchtung der Quelle…): La chimica ha solo il potere di scomporre e di ricomporre i componenti delle sostanze… pertanto può dare solo queste risposte, ma non può dirci quali alterazioni dinamiche queste sostanze possono indurre nell’uomo né quali poteri curativi ogni sostanza possiede ed è in grado di esercitare nell’individuo vivente.

La sicurezza che Hahnemann richiede come presupposto della certezza della cura deriva dal riconoscimento corretto della malattia e delle forze del medicamento correttamente sperimentato. Molti proving moderni descrivono non sintomi, ma processi che stanno dietro i sintomi stessi. Ad esempio così viene descritto Chrisanthemum leucanthemum: Predominanza dell’emisfero cerebrale sinistro a scapito del destro… Questo medicamento procura una pace profonda, una tranquillità nell’accettare gli eventi. Rilassa e induce lo sperimentatore a dormire e non ad agire. Fonde intuizione e intelletto e facilita la sintesi tra i due, agisce su tutti i due poli… Il medicamento ricostruisce l’equilibrio fra i due emisferi, crea un abbandono dei vecchi modelli, rende possibile il rilassamento, cosicché uno non deve spiegare, è meno analitico… (Abstracts dal 55 Liga Congress Budapest 2000).

Ho citato solo qualche esempio, ma se consultiamo alcune materie mediche moderne e pubblicazioni sulle varie riviste troviamo una grande quantità di descrizioni psicologiche dei vari rimedi che nulla hanno a che fare con la Materia Medica Pura che Hahnemann ci ha lasciato.

Vorrei citare Hering che, criticando alcune sperimentazioni dell’associazione austriaca, ebbe a dire: Il nostro dovere è di mettere a confronto il Vero con il Vero e non l’Inventato con l’Inventato. (Archiv 1846). Se dunque nel paziente il rapporto di similitudine viene creato su questo piano ipotetico allora porto processi presupposti dietro al paziente in una relazione di similitudine con processi presupposti dietro ai medicamenti. È allora chiaro che il fondamento essenziale creato da Hahnemann, cioè quello dell’aspetto di certezza della cura, viene totalmente sconvolto. Viene distillato dai sintomi del proving un quadro che sta dietro ai sintomi stessi come un’essenza del rimedio e si cerca di porre in una relazione di similitudine ciò che sta dietro ai sintomi del paziente con questa essenza; questo significa che noi abbiamo abbandonato il piano che si riferisce direttamente ai fenomeni, sia nei medicamenti che nel paziente, cioè abbiamo abbandonato la vera e propria malattia che si esprime solo nei sintomi e non dietro ai sintomi. Inoltre proving insicuri e discutibili causano aggiunte insicure ai repertori attuali, e queste aggiunte riguardano soprattutto l’aspetto mentale.

Parlando dei suoi proving Hering, che con Hanemann fu il più grande sperimentatore nella storia dell’Omeopatia, ci riferisce che solo dopo 15 anni di sperimentazioni continue ha imparato a distinguere e annotare ciò che apparteneva veramente alla droga sperimentata senza inficiarla di elementi estranei, cosicchè i sintomi registrati nei suoi primi proving ha dovuto in gran parte eliminarli.

La guarigione può avvenire con certezza quando i presupposti, cioè la corretta conoscenza della malattia e la corretta conoscenza del medicamento, sono del tutto rispettati. Gli autori dei primi repertori erano consapevoli di questo; non a caso Boenninghausen scrive nell’introduzione al suo T.T: Osservo ancora che tuttora persistono gli stessi motivi che mi indussero nel 1835 ad escludere Osmium e altri rimedi e che pertanto non voglio mescolare il sicuro e il comprovato con il dubbioso e l’insicuro. Hahnemann stesso rifiutò varie sperimentazioni di Nenning ad esempio, che definì fabbricante di sintomi, cosi come ebbe molte riserve sui sintomi pubblicati dalla Materia Medica Pura di Hartlaub e Trinks. Jahr tralascia una ventina di medicamenti nell’ultima edizione del suo Handbuch der Hauptanzeigen (4a ed. 1851) riportati nelle edizioni precedenti, perchè i loro sintomi risultavano di nessuna utilità nella pratica. Sento spesso molti colleghi affermare che chi guarisce ha sempre ragione, ma non è sempre così. Hahnemann al 2° paragrafo dell’Organon afferma che la cura deve avvenire in modo veloce, dolce e duraturo; questi tre attributi si rifanno alla famosa formula del noto medico Asclepiade di Bitinia (130 aC): Cito, tuto et jucunde, ma Hahnemann in questo paragrafo aggiunge qualcosa di nuovo e fondamentale, cioè la necessità di procedere secondo principi chiari (nach deutlich einzusehenden Gründen). Hahnemann pretende non solo una guarigione veloce, dolce e duratura, ma soprattutto una guarigione su base scientifica; guarire soltanto non basta, deve essere anche dimostrato come si è arrivati alla guarigione. Chi guarisce ha ragione secondo Hahnemann solo quando procede e ottiene la guarigione con procedimenti dimostrabili e non con teorie ed ipotesi senza fondamento.

Una terapia è scientifica solo quando stabilisce le condizioni necessarie per la guarigione e queste condizioni che devono essere soddisfatte vengono indicate al § 3, con il quale abbiamo iniziato. Pertanto ogni prescrizione deve essere confermata e dimostrata attraverso il confronto con la Materia Medica Pura e ogni metodo oscuro viene bandito. Vorrei concludere con le parole di G. H. G. Jahr, che fu l’allievo più vicino ad Hahnemann: L’ apparire di nuove idee che contraddicono l’insegnamento di Hahnemann e la pubblicazione di queste idee nelle nostre riviste non solo ha creato confusione, ma anche una tale insicurezza nel determinare i punti essenziali che il medico che si avvicina per la prima volta all’omeopatia, se non ha una mano che lo conduce attraverso il labirinto di queste diverse interpretazioni, non troverà facile decidere da che parte rivolgersi e facilmente metterà il piede sulla strada sbagliata. E poi continua: Da tutte le parti si alza il grido: va bene l’Omeopatia, ma non solo quella del fondatore, soprattutto quella del progresso; quello che Hahnemann ha insegnato andava bene all’inizio, ma adesso è sorpassato, adesso noi siamo andati oltre e conosciamo le cose meglio. Ma se uno guarda attentamente a queste nuove proposte cosiddette migliori, ogni critico ci propone qualcosa di diverso; ciò che ci viene proposto non si basa sui fondamenti dell’esperienza, ma esclusivamente su opinioni e supposizioni, che vogliono sostituire gli insegnamenti di Hahnemann. Quanto attuali sono queste parole di Jahr scritte nel 1856 .

Bibliografia

  1. S.Hahnemann: Organon der Heilkunst 6.Auf. Hippokrates Ver.1982
  2. S.Hahnemann: Reine Arzneimittellehre Band 1-6 Haug Verlag 1979
  3. Kent J T: Lectures on Homoeopathic Philosophy B.Jain Publishers 1991
  4. Kent J T: Use of the Repertory. Homoeopathic Book Service 1990
  5. Gypser KH: Kent s Minor Writings on Homoeopathy Haug Verlag 1987
  6. W. Klunker:Heilkunde unter dem Anspruch der Gewissheit ZKH 5/96
  7. Galen E. Van: Swedenborg und Kent ZKH 1995
  8. Houghton Jaqueline & Halahan Elisabeth, Die Homöopathische Prüfung von Lac Humanum,Verlag Karl Josef Müller, Zweibrücken, 1995
  9. Frätzki, E., Die Idee der Wissenschaft bei Samuel Hahnemann, Haug Verlag, Heidelberg 1976.
  10. Herings Medizinische Schriften : K.H.Gypser. Ulrich Burgdorf Verlag, Göttingen 1988.
  11. Jahr G.H.G. Die Lehren und Grundsätze .. Samuel Gottlieb Liesching Verlag, Stuttgart 1857.

Prodotto Consigliato

Con integrazioni e commenti didattici utili per la comprensione e l'insegnamento della Medicina Omeopatica (a cura del Dr. Giuseppe Fagone)

Lo trovi anche in: Filosofia Omeopatica Storia dell'Omeopatia

Pagine: 272, Tipologia: Libro cartaceo, Editore: Salus Infirmorum
Prezzo 23,75 € invece di 25,00 € Sconto 5%
Disponibilità Immediata. Pronto per la spedizione

 

Altri articoli dello stesso autore

I dolori nella Materia Medica Pura di Hahnemann

Lo trovi in: Casi Clinici Storia dell'Omeopatia

Autori: Pierluigi Clauser

I vari tipi di dolore che i pazienti lamentano e il modo con cui essi si presentano rappresentano indubbiamente un sintomo di importanza fondamentale nella prescrizione del rimedio corretto. Hahnemann si riferisce all’anamnesi d…

Il valore dei sintomi clinici nell’Omeopatia hahnemanniana

Lo trovi in: Metodologia Omeopatica

Autori: Pierluigi Clauser

Il sintomo clinico è un sintomo che in caso di malattia dopo la somministrazione del rimedio è stato curato, senza che sia comparso precedentemente nella sperimentazione del rimedio stesso. La scomparsa di un sintomo dopo la so…

Il valore dei sintomi patognomonici nell'Omeopatia Hahnemanniana

Lo trovi in: Metodologia Omeopatica

Autori: Pierluigi Clauser

Per sintomi patognomonici si intendono quei sintomi che compaiono in tutti i casi di una determinata malattia classificata nosologicamente, sono pertanto tipici di questa malattia, cosicché assumono una rilevanza assoluta come …

Disclaimer

Le informazioni contenute in questo articolo sono puramente divulgative. Tutte le eventuali terapie, trattamenti o interventi energetici di qualsiasi natura che qui dovessero essere citati devono essere sottoposti al diretto giudizio di un medico. Niente di ciò che viene descritto in questo articolo deve essere utilizzato dal lettore o da chiunque altro a scopo diagnostico o terapeutico per qualsiasi malattia o condizione fisica. L'Autore e l'Editore non si assumono la responsabilità per eventuali effetti negativi causati dall'uso o dal cattivo uso delle informazioni qui contenute. Nel caso questo articolo fosse, a nostra insaputa, protetto da copyright, su segnalazione, provvederemo subito a rimuoverlo. Questo sito non è da considerarsi una testata giornalistica in quanto non viene aggiornato con una frequenza costante e prestabilita. Gli articoli prodotti da noi sono coperti da copyright e non possono essere copiati senza nostra autorizzazione