La pelle degli animali: considerazioni del veterinario omeopata

Pubblicato il 31/01/2011

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Stefano Cattinelli, Andrea Sergiampietri

Fonte: Il Granulo

La pelle degli animali: considerazioni del veterinario omeopata

La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo e di quello dei nostri animali; è la barriera oltre la quale inizia il mondo esterno ed entro la quale esistiamo noi come esseri viventi.

Pensandoci bene, la pelle è ciò che è possibile vedere di noi, degli altri e, a maggior ragione, dei nostri animali in quanto... la loro non è nascosta dai vestiti!

E' un organo di vitale importanza che preserva il giusto grado di idratazione del corpo e contribuisce la regolazione della temperatura corporea; inoltre la presenza di numerosi sensori (recettori) permette di percepire il caldo, il freddo, l'umidità ambientale e di prendere, letteralmente, contatto con ciò che ci circonda attraverso il senso del tatto.

Quindi la pelle non é solo una superficie, un involucro che ricopre muscoli ed organi, ma é essa stessa un organo, esattamente come il fegato, i reni, il cuore e il cervello, e con essi stabilisce un rapporto di interdipendenza.

La pelle contribuisce al mantenimento dell'equilibrio interno, perché ha la capacità di consegnare all'esterno quelle sostanze che potrebbero perturbare la funzionalità interna, cosi come l'intestino, che con la cute condivide, in parte, le funzioni di organo emuntorio (eliminatorio).

Noi e i nostri animali viviamo in un ambiente che ci carica di "tossine", soprattutto se l'alimentazione è squilibrata per composizione e scelta degli alimenti. L'uomo può, in parte, ridurre questo carico "tossinico" con il sudore; se ciò non avvenisse, tali sostanze indesiderate finirebbero per accumularsi determinando una situazione di malessere dell'intero organismo.

Negli animali, poiché le ghiandole sudoripare sono molto meno numerose che nell'uomo, l'eliminazione si può realizzare anche attraverso quelle che, comunemente, sono considerate "patologie" cutanee, ma che di fatto, pur trattandosi di lesioni (perdita di pelo, infiammazioni, foruncoli, ecc... ) sono importanti vie di uscita che l'organismo usa per liberarsi da uno stato tossico.

Un tipico esempio di questo meccanismo di eliminazione lo vediamo in cani come i pastori tedeschi i quali, dopo una scorpacciata di carne di maiale, manifestano una dermatite di tipo essudativo. In questo caso, l'infiammazione del derma con la produzione di siero rappresenta la strategia che l'organismo adopera per eliminare un pericoloso eccesso di sostanze azotate, derivanti dalla scomposizione delle proteine della carne. La pelle, quindi, é di fatto uno sbocco per una tale eliminazione.

Anche nelle cosiddette "allergie alimentari", nelle quali la particolare reattività dell'organismo nei confronti di un determinato alimento dà luogo ad una manifestazione cutanea (caratterizzata da edemi, ponfi, arrossamenti, comparsa di vescicole e prurito) possiamo constatare questa salutare funzione della pelle.

Così come nelle forme cutanee di leishmania (malattia provocata da un parassita); anche questo è un esempio della capacità della forza vitale di dirigere il male ad un livello periferico del corpo, un tentativo di preservare l'integrità di organi interni, come il fegato e i reni, che, se coinvolti, metterebbero a rischio la vita stessa dell'animale (la cosiddetta forma viscerale di leishmania).

Sia nel caso della leishmaniosi, che nel caso delle forme allergiche cutanee (alimentari o da morso di pulce) ed anche nei soggetti che manifestano una certa predisposizione alle parassitosi cutanee (rogne e micosi), il veterinario omeopata non considererà mai la pelle come un organo isolato, ma come parte integrante di un sistema di organi e apparati che assieme collaborano a garantire la vita dell'individuo.

Questa "visione olistica" del paziente, pietra miliare della dottrina omeopatica, indirizza dunque il terapeuta verso un tipo di scelta mirata a guarire l'individuo (il malato) e non, nel caso della pelle, le singole manifestazioni patologiche (la malattia).

Se, per esempio, consideriamo i foruncoli del nostro cane come un sintomo separato dal resto dell'animale, come una manifestazione che nulla ha a che fare con una più complessa ricerca di equilibrio, saremo portati ad indirizzare i nostri sforzi terapeutici solo e semplicemente verso quella determinata lesione; molto probabilmente l'applicazione locale di una pomata antibiotica e/o cortisonica, nell'immediato sarà in grado di far sparire la lesione ma, in realtà, avrà nascosto un importante segnale di uno squilibrio più profondo. In sintesi, il livello di salute dell'animale non sarà affatto migliorato.

Questo è quanto avviene ogni volta che, a livello cutaneo, applichiamo una terapia "soppressiva" cioè che nasconde i sintomi, con l'intento di far sparire la lesione. Ripetute soppressioni di sintomi cutanei, nel lungo periodo, per il veterinario omeopatico, possono essere causa di malattie più gravi.

Arnica=Traumi, Belladonna=Febbre, Drosera=Tosse. Vanno considerate la globale costituzione del soggetto, la sua predisposizione e la sua individualità. Solo con queste informazioni, e sempre consultando l'Omeopata, possiamo orientarci verso una corretta e consapevole cura.

Non è una "cura dello spirito". L'Omeopatia cura e porta a guarigione soggetti che soffrono così come si fa usando i farmaci di sintesi! Solo lo fa con altri sistemi.

Insomma: questi sono alcuni aspetti dei molteplici malintesi, della disinformazione, dei continui fraintendimenti che riguardano l'Omeopatia.

Cosa sia l'Omeopatia, quali siano i suoi principi, le sue leggi, i suoi meccanismi, il segreto della sua efficacia, è un qualcosa che persino i Medici suoi sostenitori, a migliaia in tutto il mondo, studiano per anni e anni. Medici! Non stregoni, o maghi.

Gli Ordini dei Medici hanno riconosciuto l'Omeopatia come "Atto Medico", di competenza cioè solo del Medico, del Veterinario, dell'Odontoiatra.

La scienza contemporanea (la meccanica quantistica, il paradigma olografico, la matematica dei frattali, ecc.), ha reso evidente una realtà che fu scoperta da Hahnemann più di 200 anni fa: ciò che comunemente chiamiamo "malattia" è solo la manifestazione esteriore, l'esteriorizzazione, di un processo che colpisce, in realtà, la totalità dell'organismo.

Nell'intimità dell'essere vivente, là nascono i primi disordini che poi si evidenzieranno attraverso sintomi clinici, che sono, dunque, l'effetto di una causa profonda.

Per questo la Medicina Omeopatica è adeguata anche alla prevenzione delle malattie, tutte le volte che nell'analisi del paziente viene precocemente svelata la sua predisposizione ad ammalare.

L'essere vivente è assolutamente unico, tanto nella salute che nella malattia, è un tutt'uno indiviso.

Non è un caso che l'Omeopatia venga osteggiata in quei Paesi dove le multinazionali della chimica sono potenti ed hanno i più grandi interessi. La cura omeopatica costa poco e non interessa al "grande business" (quando costa tanto, non è Omeopatia ed occorre diffidare delle prescrizioni multiple!!!). Lo testimonia il fatto che è diffusissima nei paesi poveri, dove non è possibile accettare i costi delle terapie farmacologiche.

Ciò non di meno, in questi Paesi (India ed America Latina soprattutto) funziona egregiamente ed è anche pratica ospedaliera. E la validità dei rimedi usati 200 anni fa è ancora intatta; quelli che hanno avuto successi spettacolari in epidemie di Febbre Gialla, di Difterite, di Colera, di Poliomielite (di quella argentina del 1952 ci sono ancora le cartelle cliniche di moltissimi pazienti trattati sia in malattia che in prevenzione con ottimi risultati), ecc.

Bisogna conoscerla, studiarla, applicarla con serietà.

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