Due casi clinici trattati con Arnica montana in Omeopatia

Pubblicato il 25/11/2015

Categorie: Casi Clinici

Autori: Charalampos Katsoulas

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Due casi clinici trattati con Arnica montana in Omeopatia

Utilizzo di Arnica montana in varie diluizioni nel trattamento omeopatico clinico di un bambino e una paziente anziana

ARNICA NEL BAMBINO

Bambino di 23 mesi di età, in cura Omeopatica dal 23-05-2013. Viene seguito per otite cronica bilaterale con perforazione della membrana timpanica. Il Paziente ha assunto Kalium Muriaticum, Lac Caninum e Tubercolinum di Koch con miglioramento notevole della sintomatologia. Il giorno Venerdi 06-12-2013 viene prescritto Tubercolinum di Koch 200K, per la ricomparsa della secrezione dall'orecchio sinistro e temperatura corporea alta. Rimedio che in precedente occasione aveva risolto la stessa sintomatologia.

IL QUADRO CLINICO

Il giorno 08-12-2013, in consultazione medica telefonica, la madre del bambino riferisce che subito dopo la somministrazione del rimedio, lo scolo dall'orecchio associato allo stato febbrile, erano nettamente migliorati con ripresa di un buono stato generale fino alla sera precedente, quando la temperatura è risalita oltre 39°C ed è comparsa tosse molto intensa. Si è verificato anche un episodio di soffocamento durante un accesso di tosse, secondo le parole della madre, che ha definito la tosse "terribile" e molto persistente, sia di notte che di giorno.

Lamenta mal di gola. Vuole stare sempre in braccio alla madre, che sta alla trentacinquesima settimana di gravidanza. Il bambino ha molta sonnolenza. Quando si sveglia è irritabile e piange.

Mentre la madre raccontava la sintomatologia, il bambino, che stava dormendo tra le sue braccia, si è svegliato, ha tossito, si è lamentato e si è riaddormentato subito dopo. Emette un cattivo odore dalla bocca. L'orecchio sinistro ha ricominciato, visibilmente, a secernere uno scolo denso, biancastro, ma senza cacosmia, come è accaduto in episodi precedenti.

Viene fatta la seguente repertorizzazione con l'utilizzo di Essenthial Synthesis 9.2:

PRIMA PRESCRIZIONE

La Diagnosi Differenziale viene fatta tra Baptisia tinctoria, Opium crudum e Arnica montana. La scelta cade su Arnica Montana 30CH, 3 granuli ogni 3 ore. Il giorno 09-12-2013 la madre riferisce che il bambino è sorprendentemente migliorato a livello generale e in particolare la tosse; la secrezione dall'orecchio sinistro è diminuita e la temperatura corporea è quasi normale. Il Mercoledi 11-12-2013 viene prescritta Arnica montana 200K per esiti di tosse sporadica. Lo scolo non c'è più. Le condizioni generali del bambino (appetito, stato d'animo, sonno, forze fisiche, temperatura corporea) sono buone. Il Venerdi 13-12-2013 il padre in consultazione medica telefonica si mostra preoccupato perché c'è ancora secrezione dall'orecchio destro e la tosse non è scomparsa del tutto.

Però le condizioni generali del bambino continuano ad essere buone malgrado la lieve sintomatologia a livello fisico ancora presente. Viene consigliato di assumere Arnica montana 35K, 3 granuli ogni 3-4 ore circa e risentirsi dopo 24 ore. La mattina seguente viene accertato il buono stato di salute del bambino e confermato il processo evolutivo verso la guarigione. Lo scolo dall'orecchio è lieve. Il padre si è tranquillizzato e sembra essere deciso a non intervenire con l'antibioticoterapia, come consigliato dal pediatra dopo aver visitato il bambino la mattina precedente.

SECONDA PRESCRIZIONE

Il giorno 23-12-2013 il bambino manifesta di nuovo febbre alta, tosse abbaiante, secrezione dall'orecchio, richiesta continua della presenza della madre e di essere portato in braccio (elementi emersi da una consulenza telefonica). La sintomatologia è simile a quella di 15 giorni prima e viene prescritto lo stesso rimedio, anche perché la situazione è molto complessa per fare una scelta terapeutica diversa da Arnica 30CH. Dopo 20 giorni i genitori comunicano telefonicamente le buone condizioni generali del bambino.

La madre riferisce che già il giorno dopo Arnica 30CH, cioè il 24-12-2013, la febbre era assente e la tosse diminuita. Lo scolo dall'orecchio è scomparso completamente il giorno 29-12-2013. Il bambino ha un risveglio ogni notte per cercare la madre, che tra l'altro 10 giorni dopo avrebbe partorito. A livello fisico c'è solo la presenza di muco bronchiale che viene espettorato. Viene evitata una nuova prescrizione come richiesta dai genitori e consigliata una visita medica omeopatica per valutare attentamente lo stato di salute del paziente. Il giorno 07-03-2014 viene prescritta Arnica Montana 200K come cura costituzionale.

In seguito sono stati prescritti i rimedi Ipeca, Hepar Sulphur e Carbo Vegetabilis per diversi episodi di Bronchite. Non si è manifestata più l'otite secretiva.

RISULTATI E DISCUSSIONE

Il paziente ha superato una riacutizzazione della sua malattia cronica senza dover ricorrere alla medicina ufficiale. La scelta della prescrizione è stata basata sui sintomi più caratteristici del paziente. Il rimedio ha dato un rapido miglioramento a livello generale e di conseguenza anche a livello fisico. Il paziente è stato visitato dal suo pediatra di fiducia nel periodo delle consulenze mediche omeopatiche telefoniche.

Opium, Baptisia ed Arnica non compaiono tra i primi rimedi nella repertorizzazione, però vengono considerati nella diagnosi differenziale perché corrispondono ai sintomi caratteristici, prevalenti e straordinari del paziente. Questi sintomi sono:

- la sonnolenza eccessiva
- l'alitosi
- il desiderio del bambino di stare sempre in braccio alla madre
- associati alla tosse intensa e allo scolo dall'orecchio.

Arnica e Baptisia non includono i sintomi repertorizzati riguardo l'orecchio. Opium è l'unico di questi tre rimedi che include lo scolo dall'orecchio. L'Arnica, e in particolar modo la Baptisia, presentano come key-note l'odore molto cattivo dalla bocca. Arnica, cosi come Chamomilla, appartengono alla famiglia delle Compositae: l'irritabilità e il desiderio del bambino di essere tenuto in braccio sono sintomi tipici del rimedio Chamomilla vulgaris, che possono essere riprodotti anche da Arnica.

La prescrizione di Arnica 35K ha contribuito a sciogliere i dubbi del padre nella scelta dell'approccio terapeutico più appropriato come proseguimento della cura. L'attendibilità dei sintomi forniti dalla madre del paziente ha permesso di scegliere il rimedio più simile al quadro sintomatologico del bambino. È servito intervenire più volte scegliendo l'utilizzo dello stesso rimedio, che si è dimostrato determinante. La potenza 30CH sembrerebbe essere stata la potenza più precisa ed efficace. Arnica è un rimedio con specificità a livello toracico.

CONCLUSIONI

La risoluzione di un caso acuto può essere utile per la cura di una malattia cronica.

Bisogna essere sempre prudenti nell'attendere l'evoluzione della malattia usando come criterio le condizioni generali del paziente. Se il rimedio ha una corrispondenza con il paziente, agirà a livello profondo restituendo l'equilibrio nell'organismo.

Se vengono considerati nella repertorizzazione più di 5 sintomi, aumenta la probabilità di fare una scelta prescrittiva errata.

È necessario, ed in particolare per la risoluzione di casi acuti, conoscere bene i sintomi che caratterizzano ogni rimedio, cioè i sintomi key-note, associandoli con l'essenza del rimedio.

 

ARNICA NELL'ANZIANO

Donna di 102 anni; viene visitata a domicilio. Non è in cura omeopatica.

La sintomatologia presente è una riduzione marcata dell'appetito, avversione a bere e ad alimentarsi, perdita della memoria (non riconosce i familiari) e sonnolenza intensa.

Due settimane prima della visita (il giorno 07-01-2014), la signora è stata ricoverata in emergenza in stato confusionale, con presenza di cefalea intensa associata a vertigini. Veniva eseguita una TC senza m.d.c. , che riferiva: Zona ipodensa temporo-occipitale sinistra, compatibile con patologia ischemica in fase acuta. I familiari decidono di firmare il foglio di dimissione per proseguire la cura a domicilio. Dieci giorni dopo segue un secondo episodio con sintomatologia simile, ma di minore intensità e durata rispetto al primo. I familiari decidono di non portarla in ospedale.

La paziente non vuole stare a letto e siede tutto il giorno su una poltrona.

Non è autonoma nella deambulazione.

Riferisce di sentirsi molto stanca e si nota che dopo aver risposto alle domande chiude gli occhi e sembra addormentarsi.

Interagisce quando viene stimolata mostrando anche una certa disponibilità a comunicare. Inoltre, presenta un edema della parte sinistra del labbro superiore e una lieve emorragia alla regione della tibia sinistra, senza apparente motivo. Non riconosce i suoi familiari ma finge di ricordarli. La paziente precedentemente (a fine novembre 2013) ha subito una caduta dal letto, rimanendo distesa sul pavimento per tutta la notte ma senza subire nessuna lesione apparente.

Due settimane più tardi, il 13-12-2013, veniva riscontrata la presenza di dispnea intensa con presenza di versamento pleurico bilateralmente alle basi polmonari, come mostrava una Rx del Torace, curata dal suo medico di famiglia principalmente con furosemide.

Dopo la caduta si è resa necessaria un'assistenza continuativa da parte delle due figlie. Fino a quel momento la Paziente era autonoma ed in buone condizioni generali.

Soffre di ipertensione arteriosa. In passato ha avuto malaria e tifo. Fino all'ultimo episodio dell'ischemia cerebrale del 03-01-2014, veniva descritta come una persona orgogliosa, che non ascoltava i consigli dei familiari e che voleva prendere le decisioni da sola. Era particolarmente attenta al suo aspetto personale, tanto che tutti i giorni indossava il vestito che le piace di più, anche se stava sempre a casa, indossava le scarpe con i tacchi, portava la spilla e gli orecchini che non abbandonava mai e una volta alla settimana pretendeva dalla nipote parrucchiera di farle i capelli e metterle anche lo smalto alle unghie. Suo marito era morto da due anni e mezzo, ma apparentemente non si era demoralizzata, né sembrava soffrire. Anzi parlava degli uomini con una certa ironia e con note di disprezzo. Dopo l'episodio ischemico acuto cerebrale ha iniziato a mostrare un carattere diverso. E' diventata affettuosa, vuole tenere per mano le persone che la accudiscono e mostra in generale un atteggiamento dolce e bisognoso.

Terapia in atto: Eparina a basso P.M., Digitale, Farmaco Antiipertensivo

Considerata la recente emorragia spontanea nella regione tibiale e il gonfiore del labbro superiore, viene consigliato di sospendere le iniezioni di eparina. Il suo medico curante sospende il farmaco il giorno seguente in occasione della visita medica domiciliare che ha effettuato.

Terapia Omeopatica - Le medicine che vengono prese in considerazione, in modo quasi automatico e senza l'utilizzo del repertorio, sono: Arnica montana, Baptisia tinctoria e Opium crudum. Tutte e tre presentano una sonnolenza marcata. Baptisia quando viene interrogata risponde, ma si riaddormenta prima di finire di dire la frase. Arnica quando viene interrogata risponde alla domanda con una relativa lucidità completando la frase e poi si riaddormenta. Opium è una medicina con intenso rossore in viso e la presenza di stitichezza, sintomi che la paziente non manifesta. Considerando anche che il fattore scatenante per il declino dello stato di salute della paziente è stata la caduta dal letto e che sono presenti delle emorragie cutanee a causa probabilmente dell'eparina, non ci sono molti dubbi per la scelta prescrittiva. Arnica montana 30CH, preparando una soluzione con 4-5 granuli da assumere a sorsi ogni 4 ore circa e ripetendo la soluzione dopo 24 ore. Cinque giorni di terapia e poi comunicazione telefonica.

Il giorno dopo l'inizio della cura, le figlie della paziente riferiscono che ha ripreso a mangiare e a bere regolarmente e che la sonnolenza non è più presente, ma la caratteristica che colpisce di più è che ha abbandonando l'atteggiamento affettuoso e bisognoso, ritrovando il suo atteggiamento fiero. Ho avuto la notizia della morte della signora quattro mesi più tardi in seguito ad un episodio ischemico cerebrale acuto. Qualche settimana prima c'era stato un altro ricovero per intensa dispnea con precordialgia e le è stata somministrata la terapia allopatica indicata.

Risultati e Discussione

La paziente ha goduto di un'ottima salute fino ad età avanzata e ha avuto uno scompenso in seguito alla caduta traumatica. È stata trattata per tutte le condizioni patologiche che sono emerse dopo la caduta esclusivamente con medicine allopatiche che hanno migliorato i sintomi fisici, ma senza ristabilire il principio vitale della paziente. L'anziana paziente ha beneficiato dalla somministrazione della medicina omeopatica, anche se è stata assunta solo per qualche giorno. Chiaramente il caso viene mostrato come un esempio tipico dell'uso del rimedio Arnica montana e non per mettere a confronto i due sistemi terapeutici; si evidenzia però la potenzialità curativa e la profondità di azione della medicina omeopatica anche in stati patologici gravi come l'ictus.

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