Opinioni di un omeopata unicista: intervista al Dott. Ioannis Konstantos

Pubblicato il 11/11/2008

Autori: Antonella Venezia, Ioannis Konstantos

Opinioni di un omeopata unicista: intervista al Dott. Ioannis Konstantos

In occasione della presentazione del libro "Materia Medica Omeopatica Clinica", Infomeopatia ha potuto condividere alcune delle sue curiosità e dei suoi punti interrogativi con il Dott. Ioannis Konstantos, che con grande disponibilità e accuratezza ha accettato di fare una chiacchierata su vari aspetti e temi che spesso affrontiamo su questo sito e che, proprio per questo, meritano il parere di un medico che da anni, quotidianamente e con estrema competenza, si ritrova a fare i conti con loro.

Ecco qui di seguito il risultato di questo piacevole scambio tra una paziente curiosa e un brillante omeopata, che sa come chiarirci le idee sul rapporto tra Omeopatia e Medicina Tradizionale, sulla differenza tra Omeopatia Unicista e Pluralista, sui motivi dell'ingenerosa diffidenza di molti ambienti italiani nei confronti della Medicina Omeopatica, sull'importanza del metodo, della ricerca e della formazione. E non solo.
Mi risulta quindi difficile trattenere un caloroso grazie al Dott. Konstantos. A voi buona lettura.


[INFOMEOPATIA] L'Omeopatia in Italia: perchè, a differenza di molti altri paesi, qui c'è ancora tanta diffidenza sia nell'opinione pubblica, nella percezione sociale quotidiana che negli ambienti istituzionali? Si tratta, secondo lei, di un atteggiamento dettato, in generale, dai pregiudizi, da interessi particolari o dalla carenza di una buona informazione e quindi di una corretta cultura su questa disciplina?
[KONSTANTOS] Vede, in questo paese si parla troppo di Omeopatia, ma non si è fatto abbastanza per divulgare l'Omeopatia Classica al pubblico e mettere in condizione i medici di impararla in modo giusto e corretto ossia impadronirsi del METODO Unicista. Quindi si tratta di carenza di una buona informazione.

[INFOM.] Perchè, a suo parere, nel nostro paese l'urgenza di dare un chiaro quadro normativo e giuridico alla pratica della Medicina Omeopatica si scontra ormai da molti anni con molteplici difficoltà?
[KONST.] Cinque anni fa è stata presentata al Parlamento Italiano una proposta di legge volta alla regolamentazione delle discipline alternative (Pluralismo, Omotossicologia e Omeopatia Classica). Alla domanda del legislatore (erano presenti in quella riunione tutti i maggiori rappresentanti del mondo medico omeopatico italiano ed ero presente anch'io), di chi era in favore dell'Omeopatia pluralista, dell'Omotossicologia e dell'Omeopatia Classica, con mio stupore, la maggioranza degli omeopati presenti alzò la mano per l'Omeopatia pluralista e per l'Omotossicologia. Questo mi stupì tanto da farmi pensare quanta poca conoscenza ci sia in merito a questa disciplina.

[INFOM.] Quel è, secondo la sua personale esperienza, l'ostacolo maggiore in Italia allo sviluppo della ricerca e alla formazione per Medici Omeopati?
[KONST.] L'Omeopatia purtroppo non è una prassi di routine, dal momento che ogni organismo presenta la sua idiosincrasia e necessita di un suo specifico rimedio, anche se il suo quadro sintomatologico può assomigliare a quello di un altro paziente. Questo fatto e cioè che il medico deve studiare separatamente ogni caso, rende l'omeopatia difficile nell'apprendimento e nella sua applicazione. Il problema è che ci sono ancora troppe scarse possibilità affinchè i medici imparino l'Omeopatia in modo giusto e completo, perche il campo è offuscato e ciascuno fa quello che ritiene meglio. Ogni Scuola ha il diritto di determinare la linea didattica, ma è anche oppurtuno verificare il prodotto finale, cioè la soddisfazione dei singoli futuri medici omeopatici.

[INFOM.] In quale paese europeo, a suo parere, si è sviluppato il miglior livello di ricerca omeopatica? E come giudica i percorsi formativi italiani per i medici?
[KONST.] E' innegabile che i punti "deboli" nei paesi europei e nel mondo omeopatico in generale sono soprattutto la ricerca e la formazione. Attualmente, a mio parere, è il problema più scottante, in grado di minacciare la sopravvivenza della stessa Omeopatia. La ricerca: la ricerca nel mondo omeopatico, purtroppo, è rimasta ferma a qualche anno addietro e, se è stato fatto qualcosa, non è stato fatto abbastanza per arricchire la farmacopea omeopatica. La formazione: questo problema viene indotto dalla diffusione dell'Omeopatia Classica tra medici improvvisati da corsi di pseudo-formazione finalizzati soprattutto a istruire un esercito di prescrittori per interessi di qualcuno.

[INFOM.] Quale dei paesi europei ha, secondo lei, un quadro normativo della medicina omeopatica realmente efficace in termini di tutela e di regolamentazione, che i nostri legislatori potrebbero ipoteticamente prendere a modello?
[KONST.] Questa domanda molto interessante la inoltro al comitato scientifico della Liga Medicorum Homeopathica Internationalis e vorrei anch'io una risposta.

[INFOM.] Che differenza c' è tra Omeopatia unicista (classica) e Omeopatia pluralista e perchè lei ha scelto la prima?
[KONST.] L'Omeopatia pluralista si basa sulla prescrizione di tre o più rimedi da assumere singolarmente secondo un certo ordine ed una certa frequenza (es. Un rimedio la mattina, un altro il pomeriggio ed ancora un altro la sera. Praticamente diversi rimedi nello stesso giorno). Le Omotossicologie (complessismo) si basano sulla prescrizione di "complessi", ossia più rimedi da assumere insieme nello stesso preparato. Sulla confezione è scritto "prodotto" omeopatico però questi prescrittori sono medici, ma non medici omeopatici. Tutte e due queste discipline non rispettano la legge dei Simili o di Similitudine che il pilastro fontamentale dell'Omeopatia. Questi prescrittori ignorano che la sperimentazione si effettua con un farmaco e non più di uno. Per far il medico pluralista o il medico omotossicologo, non ci vogliono anni di studio e di applicazione, basterebbe frenquentare un corso di sei mesi anche meno.
L'Omeopatia Classica, (unicista = un rimedio alla volta, cioè quello che corrisponde alla totalità dei sintomi del momento di un malato), si basa sulla prescrizione del rimedio giusto (simillimum) che corrisponde alla totalità dei sintomi del momento del paziente da curare. L'Omeopatia classica è una medicina sperimentale sulla persona sana: "Ogni sostanza - osserva Hahnemann - che possa produrre una totalità di sintomi in un essere umano sano, può anche curare questa totalità di sintomi in essere umano malato". Questa intuizione è il pilastro fondamentale dell'Omeopatia Classica: Similia Similibus Curentur, cioè il simile cura il simile. Si tratta dunque di liberare l'energia contenuta nella sostanza (ogni sostanza, come è noto, ha il proprio campo elettromagnetico) in modo che sia più disponibile all'interazione con il piano dinamico dell'organismo. Naturalmente i problemi sorgono quando si tratta di raccordare la sostanza che si immette con la struttura energetica dell'organismo. Sono problemi che riguardano la scelta, il trattamento (dosaggio, e altro), i tempi di impiego della sostanza ecc. Tali problemi, va aggiunto, non possono essere elusi con accorgimenti che rischiano di contravvenire ai principi basilari dell'omeopatia intesa in senso classico, come è il caso dell'Omeopatia pluralista e delle Omotossicologie (complessisti) che, operando con sostanze multiple, da un lato eludono la Legge dei Simili nell'atto stesso in cui dichiarano di asservarlo, dall'altro rendono impraticabile il principio della risonanza, stante l'impossibilità di cogliere la risposta specifica dell'organismo a una data sostanza. L'Omeopatia pluralista e le Omotossicologie sono, tuttavia, più vicine alla Medicina convenzionale che a quella Omeopatica. Ho scelto l'Omeopatia Classica perchè si libera dall'ignoranza e ti apre la strada della vera conoscenza.

[INFOM.] Come è nata l'esigenza di raccogliere tanti anni di osservazione, pratica medica e studio in "Materia Medica Omeopatia Clinica"?
[KONST.] Sono state tre circostanze chiave che mi hanno portato a scrivere questo libro. La prima e' stata qualche anno fa quando ho sentito parlare di Omeopatia e volevo conoscerla, non ho trovato un testo di Omeopatia di un autore Italiano, ma ho trovato solo libri di Materia Medica di autori stranieri. Dopo qualche anno ho cercato una Materia Medica Omeopatica Clinica con casi clinici commentati, ma non esisteva niente di tutto ciò. La seconda, come sopraindicato, dal comportamento deludente dei medici omeopatici al Parlamento Italiano. Il terzo quattr'anni fa, quando la commissione scientifica dell'Università di Pisa mi ha chiesto di portare prove di sperimentazione Omeopatica, (mi hanno invitato come relatore per parlare di omeopatia Classica e le sue possibilità terapeutiche. Ho effettuato diversi seminari alla clinica nefrologica di questa Università), non ho trovato niente anche se ho ho cercato disperatamente in diversi circoli Omeopatici. Mentre vivevo questi eventi riflettevo e meditavo su molti problemi che l'Omeopatia presentava e presenta. Vede, noi Omeopati siamo ormai abituati a remare contro corrente. Ogni collega Omeopata dovrebbe impegnarsi a pubblicare qualche lavoro originale che possa contribuire a far crescere lo studio, la conoscenza e la divulgazione dell'Omeopatia. Può succedere, però, che questi lavori originali li mandino per essere sottoposti al giudizio dalla commissione scientifica della Liga Medicorum Homeopatica Internationalis ed hanno la sensazione di aver sbagliato indirizzo. Spero che questo testo sia di aiuto ai medici che si accostano per la prima volta all'Omeopatia, sia gli omeopati che svolgono già da tempo tale attività.

[INFOM.] Parte del lavoro raccolto nel suo libro è dedicata all'osservazione del comportamento dei bambini in ambulatorio: perchè proprio i bambini?
[KONST.] Il modo di gesticolare dei lattanti, di muoversi e il linguaggio che usano i più grandicelli sono informazioni preziose che servono per arricchire le nostre conoscenze di certi rimedi che possano essere indicati per svariate patologie appunto dei bambini. L'Omeopatia è prevalentemente preventiva. L'intervento omeopatico rivela il massimo della sua potenzialità in sede preventiva. In questo caso, se un bambino è malato e l'Omeopatia interviene con il rimedio giusto, blocca il successivo sviluppo della malattia. In altre parole, l'Omeopatia, rafforzando il meccanismo di difesa dell'organismo, impedisce, almeno per un lungo periodo di tempo la sua degenerazione (prevenzione).

[INFOM.] Dai primi studi di Hahnemann ad oggi sono passati più di 250 anni: come e quanto è cambiata la "domanda di salute"? Quali mezzi e risorse in più deve mettere in atto l'Omeopatia oggi, rispetto ad allora? E cosa, invece, ha "guadagnato" rispetto al contesto in cui operava Hahnemann?
[KONST.] Da quando l'idea di benessere è sempre più dominata da valori che integrano istanze di tipo post-materialistico. Certo, lo star bene fisicamente è al fondo di qualsiasi domanda di salute, ma non basta: si chiede di essere a proprio agio, di dare un senso della vita, di favorire la creatività. Muta, ai nostri giorni, la struttura dei desideri e insorgono nuovi bisogni che, se inappagati, producono sofferenza. Emergono difficoltà adattative che richiamano una diversa ideologia del consumo. Si profilano forme inedite di aspettative che, se disattese, producono frustrazioni, malessere e, infine, malattia. Muta anche la relazione col mondo, il "noi" si indebolisce mentre l'ipertrofia dell'"io" comporta l'esercizio di responsabilità eccessive e rischi inediti. Il miglior mezzo che l'Omeopatia può avere, è di unire quelle forze che non si nascondono dietro una maschera per divulgare l'Omeopatia di Hahnemann con i suoi principi.

[INFOM.] Rapporto di integrazione o esclusività reciproca? Come possono incontrarsi Medicina Convenzionale e Medicina Omeopatica?
[KONST.] Senz'altro queste due metodiche terapeutiche diverse sono entrambe necessarie. L'Omeopatia non è in conflitto con la Medicina Convenzionale e non si pone come una alternativa radicale. Al contrario, esistono punti di interconnessione soprattutto se si considera che l'intervento omeopatico rivela il massimo della sua potenzialità in sede preventiva, ossia quando le alterazioni non superano il livello funzionale. I farmaci chimici della medicina convenzionale, nonostante i gravi effetti collaterali e il loro abuso che può condurre l'organismo in uno stato di degerazione, sono utili e molte volte sono neccessari per gli ultimi stadi della malattie croniche e possono bloccare i dolori oppure non far soffrire il paziente, senza tuttavia frenare il decorso degenerativo della patologia. Un modo, per incontrarsi, potrebbe essere intanto di tentare di conciliare i linguaggi, di elaborare moduli comunicativi che riducono le distanze. E' uno sforzo che va compiuto dalle due parti, anche se motivazioni diverse. Se c'è, come c'è infatti, chiusura da parte della Medicina ufficiale, il peggio potrebbe essere di leggere tale chiusura in chiave difensiva. Per l'Omeopatia il discorso è diverso: il bisogno di aprirsi uno spazio, che fino ad ora si è espresso essenzialmente nell'attacco in una critica aspra e spesso ingenerosa, deve conciliarsi con l'impegno di sottoporre i propri orientamenti e le prove scelte alla valutazione della Medicina Convenzionale, in un lavoro comune che aiuti a superare reciproche differenze spesso fondate su convincimenti che non di rado tradiscono suggestioni ideologiche e più semplicemente forme di pigrizia mentale.

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