Omeopatia per le piante: intervista a V.D. Kaviraj (ultima parte)

Pubblicato il 20/10/2010

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Alan Schmukler

Traduzione a cura di: Anna Fontebuoni

Fonte: Hpathy

Omeopatia per le piante: intervista a V.D. Kaviraj (ultima parte)

Siamo giunti alla terza ed ultima parte dell'intervista a V.D. Kaviraj, omeopata olandese, scrittore, ricercatore e pioniere dell'Agroomeopatia.

Ho provato a fare una repertorizzazione semplicemente usando il tuo libro. Si può anche visitare il sito Considera www.considera.org, che l'editore ha pubblicato per raccogliere e condividere informazioni.

Frutta, decomposizione: Ferr-p, Ferr-s, Calc-p.
Peggiora con l'umidità: Am-c, Am-mur, Calc-p, Camph, Sulph, Zinc.
Impollinazione eccessiva: Acon, Amm-c, Calc-p, Ferr-m, Ruta.
Stame grande: Calc-p/Epidermide molle: Calc-p.

Per far progredire la scienza dell'agroomeopatia, va fatta necessariamente della ricerca in grande scala? I nostri lettori potrebbero partecipare?

Naturalmente i lettori potrebbero prendere parte, anzi, vorrei che lo facessero, non fosse altro che per provare che questo metodo è esatto e per smentire e correggere gli errori che sicuramente ho fatto. Dopo tutto alcuni di questi rimedi non sono stati sperimentati, ma sono inclusi per la similarità dei sintomi - specialmente le sostanze elementari.

All'inizio, li ho sperimentati in parchi e nel verde pubblico, perché non avevo un giardino, quando vivevo in città. Dei miei amici coltivavano piante di cannabis, ma non volevano sacrificare le loro piantine alla mia curiosità, oppure, come ultima risorsa, mi concedevano di sperimentarci su solo quando i prodotti chimici che davano loro non avevano alcun effetto. Le prime piante su cui ho fatto ricerca sono state le piante da appartamento. Poi mi sono trasferito in Australia, dove avevo un appezzamento di terra e più opportunità, come ho già detto. Per la maggior parte dei miei esperimenti ho usato letti di due metri per dieci, in condizioni diverse, con piante diverse: verdura, piante ornamentali, fiori e cloni di alberi.

Ho preparato cinque letti, contenenti diversi tipi di piante o a volte lo stesso tipo, uno vicino all'altro, disposti secondo un metodo di crescita, cioè:
1. secondo il metodo di agricoltura tradizionale, con fertilizzanti chimici.
2. secondo il metodo di agricoltura biologica, con compost e letame.
3. secondo il metodo della lotta biologica, con piante consociate per evitare parassiti e malattie, e richiami per predatori.
4. secondo il metodo biodinamico, con prodotti fatti di letame di mucca, come il B500.
5. secondo il metodo della permacoltura, che consiste nel crescere piccole quantità di piante circondate da molte altre piante diverse in una cosiddetta consociazione vegetale.

Dopo un certo periodo di tempo ho sottoposto ogni gruppo a uno stress (non annaffiandole, dando loro troppo fertilizzante, tenendole lontane o troppo addossate a piante consociate, piantandole troppo vicine ecc.).
Il risultato era che le piante attiravano i parassiti, si ammalavano o non avevano o avevano un eccesso di sostanze nutritive. Ho poi usato dosi ripetute dei rimedi, per scoprire se di conseguenza le piante si ammalavano o attraevano i parassiti, facendomi così un quadro chiaro delle varie condizioni e circostanze.

Poi ho testato i rimedi adatti ai problemi creati dallo stress a cui avevo sottoposto le piante, cercando di trovare degli antidoti alle condizioni create dal proving dei rimedi. È un procedimento che richiede moltissimo tempo e porta a molte delusioni perché è pieno di errori. Può anche stimolare buone intuizioni, specialmente con i proving, perché essi spesso ripropongono le condizioni create dal primo tipo di metodi descritti per indurre lo stress.

Sono andato a cercare anche le situazioni in cui quelle condizioni si presentano naturalmente, come parassiti e malattie di piante selvatiche o che crescono in parchi o verde pubblico. Naturalmente ho chiesto a molti amici di descrivermi i problemi di parassiti nel loro giardino o nelle piante in vaso, sperando di provare a curarle. Alcuni mi hanno dato carta bianca, altri no.
In questo modo ho raccolto numerose prove di certi problemi e ho cominciato il trattamento, spesso basandomi prima su osservazioni cliniche o anche solo in base al tipo di malattia.

Chiunque voglia seguire la mia teoria troverà che ho dato un'importanza fondamentale ai predatori, mentre i rimedi isopatici da essi derivati lo sono molto meno, tranne nel caso delle lumache. Un'altra cosa che ritengo efficace sempre e dovunque sono le piante consociate, anche se non le ho sperimentate tutte pur citandole nel mio libro, perché non le conosco bene e devo ancora studiarle. Una stagione di crescita di una pianta varia dai 3-9 mesi a fino a due anni. Durante quel periodo i letti sono occupati e non possono essere utilizzati per altri scopi. Ci vuole anche un sacco di pazienza e essere pronti a stare lì, aspettare e osservare, aspettare e continuare ad aspettare.

La Legge dei simili può essere considerata il principio fondamentale, sono arrivato alla conclusione che il simile è curato dal simile, e parlo di sostanze familiari a tutti. E quindi quintessenziali e applicabili universalmente a persone, animali e piante.

Il simile produce il simile, il simile attrae il simile, il simile imita il simile, il simile neutralizza il simile.
Quindi ciò che vediamo succedere in natura, lo possiamo prendere come principio da imitare, per esempio usare un predatore diluito e dinamizzato per combattere il parassita o la pianta consociata per proteggere la coltura. Tutto quel che accade nella realtà, come un eccesso o una carenza di sostanze nutritive, può essere usato anche come rimedio diluito e dinamizzato per combattere il problema, ma nel caso delle piante è necessario prima studiare i rapporti fra le sostanze nutritive, perché sono diversi da quelli nell'uomo (...).

Se volete avere buoni risultati di ricerca o cura dei problemi delle piante da giardino, da appartamento o da colture agricole, le prove devono essere accurate e precise, tanto quanto la diagnosi. Molti sono i rimedi che si possono utilizzare, ma sono arrivato alla conclusione che i rimedi che funzionano per gli esseri umani non sempre sono adatti per le piante, specialmente quelli che hanno chiari sintomi mentali. Prendiamo Belladonna: pur avendo un effetto sul sistema nervoso, essa produce anche sintomi puramente fisici  e quindi può essere utile nel nostro campo. Nux vomica , invece, ha sintomi prevalentemente nervosi e quindi ha pochi o nessun effetto sulle piante. Per risparmiare tempo e non usare rimedi inutili, studiate quanto gli effetti di un rimedio si ripercuotono sul sistema nervoso.

I rimedi che hanno i polmoni come organo bersaglio sono utili per le malattie delle foglie e per gli afidi che distruggono i tessuti fogliari. Quelli che agiscono sull'apparato digerente hanno un buon effetto sul metabolismo della pianta. Quelli che agiscono sull'apparato urinario, agiscono bene sui tessuti emuntori della pianta, che riducono l'acqua in eccesso. Ecco dove l'antropomorfismo entra a far parte del quadro. Ma comunque, la guida è sempre la Legge dei simili.

Ogni esperimento andrebbe trascritto in maniera particolare. È importante che i risultati vengano annotati, per quanto possibile, nella stessa sequenza in cui avvengono, le foto siano scattate in sequenza, per esempio una foto ogni mezz'ora, se avete l'attrezzatura per farlo.

Potete mettere la macchina fotografica in una scatola, con un buco che scopre l'obiettivo, per proteggerla dalle condizioni meteorologiche e manovrarla attraverso il computer, in modo da non dover uscire ogni 30 minuti..

Insisto molto sulla sequenza, perché serve a vedere in che modo esattamente si susseguono le cose e rende più comprensibile il quadro della malattia o del rimedio. In realtà la Materia Medica è un monumento ingombrante, confuso e illogico e i suoi schemi non hanno nulla a che vedere con gli eventi reali. Per essere davvero comprensibile, un proving dovrebbe seguire più o meno questo schema temporale - anche la Materia Medica di Allen in dodici volumi è fatta così - e ciò serve a insegnare come si sviluppa una malattia, quanto è rapida, in che direzione va e a quale intensità. Nelle piante questi concetti sono ancor più importanti, perché esse non ci possono parlare. Spesso, se trattate una pianta, arrivate alla malattia fondamentale, di cui può non essersi accorto l'agricoltore (...).

Indipendentemente dal fatto che stiate sperimentando o cerchiate una cura, il metodo dovrebbe seguire queste linee guida. Quindi, tutti coloro che vogliono provare, che si divertono o imparano qualcosa che può servire a curare persone o animali, dovrebbero partire da questi concetti. Nel frattempo sarei felice se mi inviaste i vostri risultati e i quadri di rimedi provati, in modo che io li possa inserire nella terza edizione del libro, a cui sto già lavorando.

Sono certo che i nostri lettori si sentiranno chiamati in causa e cominceranno a sperimentare.
Hai sviluppato una nuova scienza con un enorme potenzialità. Grazie per il meraviglioso lavoro che fai e per avercelo raccontato.


N.B. Se ti fossi perso le prime dua parti dell'articolo le puoi trovare qui (prima parte) e qui (seconda parte).

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Lo trovi anche in: Clinica Omeopatica

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