Un caso clinico omeopatico di Picricum acidum

Pubblicato il 01/03/2022

Categorie: Casi Clinici

Autori: Beatrice Andreoli

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Un caso clinico omeopatico di Picricum acidum

M. è un ragazzo di 31 anni. Lavora come tecnico e ricercatore nel contesto di una grande azienda e abita ancora con i suoi genitori: è figlio unico e ha genitori estremamente accudenti, forse sulla base del fatto che egli è nato dopo anni di matrimonio durante i quali non arrivavano bambini. A livello sentimentale non ha una relazione stabile da vari anni. All’apparenza è molto educato e curato, sicuramente con una nota di narcisismo e notevole attenzione all’aspetto della propria persona. Si rivolge a me per un “consiglio” in quanto pesantemente infastidito da alcuni disturbi e sensazioni aumentati nelle ultime settimane.

Quello che noto subito è una relativa incapacità a “concedere” se stesso in un rapporto con un’altra persona, anche semplicemente nel contesto di un colloquio omeopatico, in quanto notevolmente bisognoso dei propri spazi e di confini chiari, in una dinamica in cui non sembra troppo disponibile ad “andare incontro” ma in cui piuttosto chiede che gli altri si adattino alle proprie dinamiche e necessità emotive. Tocca in modo spontaneo anche l’ambito delle proprie relazioni sentimentali, raccontandomi di aver avuto vari anni fa una sola relazione stabile, ma estremamente tormentata, dopodiché ha sempre mantenuto un’indipendenza di base, colorita assai spesso da fasi di “libertinismo” molto spinto, senza alcun coinvolgimento emotivo. Il desiderio sessuale complessivamente è alto.

Dal racconto sembrano però permeare una capacità introspettiva e una sensibilità non banali. L’intelligenza è grande, così come – e soprattutto – il bisogno di affermarsi ed esprimersi lavorativamente in un ruolo intellettuale e “ricercato”. Sottolinea in modo a tratti quasi autoreferenziale le proprie doti mentali nonché i progetti che ha in corso. E’ sicuramente un perfezionista, tuttavia dimostra al contempo una chiara riservatezza, spesso è taciturno. Dichiara il bisogno di grandi spazi di solitudine e di riflessione. Ama le lunghe camminate nei boschi e le gite in barca, ma sempre in completa solitudine. Ha discreta prestanza fisica e un minimo di attività lo fa stare bene. Ha bisogno di stare molto all’aria aperta e vuole relazionarsi con l’ambiente naturale. Non disdegna i piaceri della vita: buon cibo, viaggi, location lussuose. Si definisce molto frequentemente un “esteta”.

Per quanto riguarda l’appetito dice talvolta di “essere vorace”, altrimenti “crolla”. Non sopporta il caffè e dichiara un bisogno cospicuo di frutta ogni giorno. Mi chiede un consiglio perché da qualche settimana accusa una pesante stanchezza.

Parla in modo molto concitato, ma credo anche molto sincero: chiude gli occhi e si esprime a lungo, con pathos e atteggiamenti mimici assai marcati, io non lo interrompo. Dal suo racconto si dichiara “stremato”, “senza più un briciolo di energia”, “risucchiato”. Lamenta di essere “da anni in corsa”, dedito a progetti e obiettivi. Dice: Ieri avevo 19 anni… e domani saranno passati altri 10 anni. Il tono è agitato. Ora ha paura di non riuscire a raggiungere quello che vorrebbe… e si sente spossato … Nel discorso parla anche dei genitori, che si sente in dovere di “aiutare”. Appare assai legato al contesto familiare, ma sembra a questo proposito oscillare tra attaccamento e rancore, come se il dovere di figlio potesse in qualche modo frenare altre sfere di sviluppo personale.

Non lamenta al momento altri problemi fisici. A livello anamnestico ricorda dolori brucianti ricorrenti, diffusi in svariate sedi, ma localizzati soprattutto a livello addominale. Inoltre in viso presenta molte piccole “cicatrici”, residuate da continue “ulcere” (così lui le definisce) di cui ha sofferto fin da bambino. Ha presentato per nove anni, durante l’età adulta e in particolare nel periodo universitario, “intolleranza al glutine”, che si manifestava con scoppi violenti di diarrea acquosa. Inoltre quattro mesi fa un episodio di calcolosi renale, che lo ha “bloccato” ... E’ molto freddoloso e migliora col caldo.

La notte per M. è un momento decisamente difficile, delicato. Si dichiara “ipersensibile”, non riesce a riposare bene e passerebbe poi la mattina ancora a letto. Necessita di tappi nelle orecchie e mascherina sugli occhi, ha risvegli frequenti e non gli è possibile dormire assieme ad un’altra persona. Migliora a livello generale con qualche sonnellino durante la giornata, soprattutto se si sente particolarmente stanco o se ha mal di testa. La cefalea si presenta in modo ciclico, in particolare in concomitanza di periodi carichi di impegno professionale o di altro tipo.

DISCUSSIONE

M. sicuramente si presenta laborioso, ma con una fretta di fondo che a tratti lo fa cadere nell’affanno. Si mostra bisognoso di svolgere attività di tipo intellettuale, che lo fanno stare bene, quasi a creargli la base della propria identità. Inoltre è chiaro il suo timore di non riuscire a “finire in tempo” e una angoscia di base per il tempo che passa e che quasi gli sfugge tra le dita… E’ forte anche la sensazione quasi di oppressione data dal nucleo familiare, di cui però si sente responsabile e per cui non riesce a prendere una posizione chiara, alternando sensi di colpa e desiderio di “libertà”. Se cerco di focalizzarmi sul tipo di esaurimento di cui sembra stia iniziando a soffrire M., individuo senza dubbio un esaurimento di tipo intellettuale: come se le sue capacità mentali fossero state eccessivamente “usate”/“usurate” e si trovasse ora nel bisogno “vitale” di isolarsi e di recuperare.

REPERTORIZZAZIONE E TERAPIA

La mia prima repertorizzazione riportava una lunga serie di policresti, che non mi consentiva però una diagnosi differenziale soddisfacente. Per questo motivo, dopo aver riletto varie Materie Mediche e non ancora convinta, ho riveduto i criteri di repertorizzazione in modo da poter dare risalto anche a rimedi più “piccoli” (Fig. 1). La prescrizione è stata quindi PICRICUM ACIDUM 1 LM gtt, 5 gtt/die con dinamizzazione. Il tema che ho ritrovato chiaro in questo paziente è quello del “grande sforzo da compiere per raggiungere un obiettivo”, cui segue un esaurimento generale con un crollo energetico.

Questo mi ha portato a pensare, tra i vari rimedi emersi dalla repertorizzazione, alla famiglia degli Acidi, di cui emergono in modo forte anche altri aspetti tipicamente caratterizzanti, ad esempio:

  • General, prostration, weakness
  • Lack of will-power, disinclined to work
  • Great weakness
  • Weariness, accompanied by indifference and want of will-power and desire to lie down and rest
  • Cannot get warm
  • Tired, heavy feeling all over body, especially limbs, worse, exertion
  • Mind, intellectual faculties, impaired thinking, weakness of mind
  • Mind, mental exertion, after prolonged mental strain, with anxiety and dread of failure at examination
  • Acute mental exhaustion following protracted mental tension
  • Head, pain, headache, from exertion, mental exertion,
  • Head, pain, headache, pressing (see bursting, pulling), from mental exertion
  • Inflammation of kidneys with profound weakness
  • Stool, watery
  • Genitals, male, sexual passion, increased
  • Genitals, male, sexual passion, violent
  • Sexual excitement
  • Mind, desires, wants, sex, lustful
  • Sleep, sleepiness, tiredness
  • Superficial burns
  • General, food and drinks, coffee, aversion
  • General, food and drinks, fruit, desire

FOLLOW UP

Rivedo M. dopo tre settimane dalla prescrizione. Come nel precedente incontro il suo racconto spontaneo si indirizza immediatamente alla narrazione dei propri impegni lavorativi e intellettuali, con una nota di soddisfazione che emerge chiaramente tra le righe. Ricomincia ora a portare a termine i suoi molteplici “progetti” e ad avanzare in modo soddisfacente con quelli da tempo sospesi. Solo successivamente pensa a commentare la sfera fisica, per la quale non dichiara molto, se non un “benessere” complessivo. Lo sguardo, sempre profondo, sembra meno teso e non riferisce alcun accenno alla stanchezza che tanto lo opprimeva. Il colloquio è abbastanza breve, tuttavia mi offre sufficienti spunti per ritenere corretta la prosecuzione dell’assunzione del rimedio.

I contatti successivi sono telefonici. Quello che mi viene riportato è una soddisfazione nell’aver ritrovato le “energie” per affrontare i tanti “progetti”, per i quali M. provava tanta preoccupazione. E’ confermato il fatto che per lui l’affermazione personale (e quasi l’intera definizione della propria persona) si basi su meriti lavorativi e sulla necessità di svolgere ruoli importanti in diversi contesti professionali. Le sue abitudini rimangono sostanzialmente invariate, ma “finalmente il sonno è riposante” e durante una chiacchierata sento perfino una risata! Consiglio quindi l’assunzione del rimedio una volta alla settimana e in breve tempo credo che potrà essere sospeso. Non sono in grado di giudicare se la prescrizione sia stata esattamente quella del “Simillimum”, ma di certo il rimedio ha svolto un lavoro profondo, che ha dato ad M. beneficio dal punto di vista “fisico” ma anche – e soprattutto – da quello della sfera intellettuale e “mentale”.

Bibliografia

  1. Boericke’s, Materia Medica
  2. Farrington’s, Materia Medica
  3. Repertorio RadarOpus

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