La famiglia omeopatica degli Aurum. Alcuni casi clinici

Pubblicato il 05/10/2018

Categorie: Casi Clinici

Autori: Antonio Marques Arpa

Traduzione a cura di: Giusi Manuele

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

La famiglia omeopatica degli Aurum. Alcuni casi clinici

Ho incontrato il Dr. Antonio Marques a Zacatecas nell'Agosto 2000 e ne ho apprezzato il lavoro sugli Aurum presentato al Congresso latino-Americano di Omeopatia. Ha risposto con entusiasmo alla mia richiesta di pubblicarlo. (G.D.).

Il Concetto di famiglia di rimedi nei minerali si riferisce alla combinazione di un elemento fondamentale che da' il carattere alla famiglia con altri elementi fondamentali di natura minerale per la formazione delle tinture madri. Si ha così la possibilità di ottenere nuovi medicamenti da sperimentare: conoscendo le loro patogenesi possiamo utilizzarli nella clinica ampliando le nostre possibilità terapeutiche.

Secondo Clark la Famiglia degli Aurum è costituita da 8 rimedi:

AURUM ARSENICIUM (AUR.AR), AURUM BROMATUM (AUR.BR), AURUM IODATUM (AUR.I), AURUM METALLICUM (AUR), AURUM MURIATICUM (AUR.M), AURUM MURIATICUM KALINATUM (AUR.M.K.), AURUM MURIATICUM NATRONATUM (AUR.M.N.), AURUM SULPHURATUM (AUR. S.)

Le informazioni lasciate dai grandi Maestri classici dell'omeopatia sulla famiglia degli AURUM e sui suoi componenti non sono numerose; una buona fonte è rappresentata dal repertorio sintetico di Barthel che, fra l'altro, aggiunge a questa famiglia anche AURUM FULMINAS (AUR.FU)

In alcune Materie Mediche si trovano informazioni interessanti. Ci sono diversi percorsi per arrivare alla prescrizione di questi rimedi:

- una ampia conoscenza della Materia Medica con i riferimenti posologici ricavati dalla sperimentazione clinica;
- attraverso la repertorizzazione.

Quando in un caso c'è la indicazione clinica di un rimedio fondamentale della famiglia (per es: AURUM METALLICUM), ma non si riesce a risolverlo con dosi crescenti di tale rimedio, bisogna pensare che un altro medicamento della stessa famiglia possa essere necessario.

Appresi questa procedura nel 1993 dal dott. Sanchèz Ortega, in Mexico, riguardo ad un caso clinico di Calcarea che non si risolveva e se ne dedusse la indicazione di un altro rimedio della famiglia di Calcarea.

Guidato da questo insegnamento, nella primavera del 1999, di fronte ad un caso non risolto pensai di somministrare AURUM SULFHURATUM e la paziente ebbe un notevole miglioramento dei suoi disturbi.

Questo episodio segnò l'inizio dello studio della Famiglia degli AURUM nella pratica clinica.

In questo lavoro presento 6 casi clinici di questa famiglia. Gli Aurum utilizzati furono: AURUM SULFHURATUM (due), AURUM MURIATICUM (due) e AURUM ARSENICIUM (due).

Dedico questo lavoro al mio maestro dott. Sanchèz Ortega.

 

Caso I - AURUM SULPHURATUM

Donna di 72 anni, ammalatasi dopo il primo parto.

Storia biopatografica: la paziente iniziò il trattamento omeopatico nel 1993 perché da 30 anni affetta da sindrome depressiva con crisi mensili della durata di 7 o 15 giorni. La depressione si manifestava con necessità di coricarsi con stato di malinconia e incapacità a svolgere la minima attività. Tale sintomatologia aveva avuto inizio dopo aver partorito la prima figlia. Grazie al trattamento omeopatico iniziò a migliorare, ma con alti e bassi; all'inizio del trattamento le crisi furono meno frequenti, si manifestavano ogni 2 mesi; successivamente presero a durare solo uno due giorni.

I rimedi assunti nei due anni di trattamento sono stati: SEPIA, PHOSPHORUS, LYCOPODIUM E LACHESIS a dosaggio e potenza diversa. La paziente durante tale trattamento migliorò molto: aveva tre o quattro crisi l'anno e di breve durata.

Dall'aprile del 1995 assunse per un anno AURUM METALLICUM a diversa potenza. I sintomi considerati per la prescrizione furono: depressione profonda, pensieri di suicidio, ansia con senso di colpa che lei viveva con timore e vergogna; temeva che gli altri potessero pensare che restava a letto non perché stesse male ma che lo facesse per pigrizia; accusava ancora scarsa memoria; disinteresse per la sua casa, la lasciava disordinata, non aveva cura per la sua persona né rispetto di se stessa. Tutto ciò dimostrava la gravità della sua depressione.

Dopo le somministrazioni di AURUM METALLICUM alla 1LM, 2LM, 6LM aveva l'esigenza di coricarsi al pomeriggio perché si sentiva molto stanca, tuttavia riusciva a svolgere le faccende domestiche.

Successivamente, tra luglio '96 e febbraio '99, la paziente presentò un quadro notevolmente migliorato. Molti sintomi come il pensiero di suicidio, apatia senza desiderio di far nulla, ansia e il senso di colpa erano scomparsi.

Durante quei tre anni assunse diverse volte PHOSPHORUS e KALI PHOSPHORICUM per i suoi dolori che, in alcune circostanze, si manifestavano con paresi.

Ebbe crisi da eliminazione come otiti purulente, trattate, alcune volte, con HEPAR SULFUR a diversa potenza. Tuttavia, continuava ad avere crisi ogni tre quattro mesi di breve durata e di minore intensità.

Il 10 febbraio 1999, recidiva delle crisi.

Vennero repertorizzati nel repertorio di BARTHEL i seguenti sintomi sifilitici:

SINTOMI

1- PENSIERI DI SUICIDIO
2- TEME CHE NON GUARIRA' MAI
3- SMEMORATA
4- INDIGNAZIONE
5- DISOBBEDIENTE
6- ANSIA DI COSCIENZA

REPERTORIZZAZIONE

ALUM. 1..3..1
AUR.S. 2..2..1..2..0..1
IGN. 2..2..1..1..0..2
KALI AR. 1..2
KALI BR. 1..1..2
MERCU. 2..2..3..0..1
NAT.S. 1..3..2
PSOR. 1..3..1
ZINC. 1..1..1

Fu così che, in modo del tutto casuale, iniziai a studiare la famiglia degli AURUM: la repertorizzazione indicava la prescrizione di AURUM SULPHURATUM, oltretutto i sintomi erano congruenti con la descrizione della Materia Medica.

La paziente assunse una dose alla 06 LM (10.2.99) e, successivamente, in plus per tre giorni; ripetuta a distanza di 30 gg. a partire dal 28.12.99. L'ho rivista e sta bene a tutt' oggi.

Concludendo, possiamo dire che ci può essere l'indicazione per prescrivere AURUM SULPHURATUM in coloro nei quali si riscontra uno stato depressivo con poca cura di se stessi e della loro casa.

 

Caso II - AURUM MURIATICUM

Donna di 37 anni.

Storia biopatografica: è la storia di un donna con un passato difficile. Sua madre non l'aveva desiderata perché la gravidanza "distrusse la sua bellezza giovanile" e le ricordava sempre che provò ad abortire per ben tre volte.

Suo padre era perennemente assente (marinaio) e quando rientrava litigava, gridava, insultava ed era aggressivo. Un fratello più piccolo, coccolato molto dai nonni, era il "piccolo" di casa. Quando lei aveva otto anni sua madre assunse una domestica di sedici anni, lesbica, che la indusse a rapporti sessuali; quando la visitai in gennaio 97 di tutto ciò non ricordava nulla, si fece visitare in quanto affetta da depressione conseguente ad una crisi di coppia, perché la compagna con la quale conviveva aveva deciso di abbandonarla. Accusava ANORESSIA NERVOSA E BRONCHITE poiché forte fumatrice, AMENORREA DA MOLTO TEMPO, INTOSSICAZIONE IATROGENA DA ANTIDEPRESSIVI con i quali aveva TENTATO IL SUICIDIO, per tale motivo era stata di recente ospedalizzata.

La paziente era stata assistita contemporaneamente da psichiatra psicologo ed omeopata, collaborazione che non è facile instaurare né frequente, ma che fu proficua. Quando io la vidi per la prima volta era già in cura con lo psichiatra e lo psicologo grazie ai quali era riuscita a superare la anoressia, conviveva con un uomo e con il figlio di quest'ultimo, aveva avviato la pratica per l'adozione. Attualmente non assume antidepressivi, peso nella norma, ciclo mestruale regolare.

Continua la terapia dallo psicologo che visita ogni 15 giorni o 1 volta al mese; desidera curarsi omeopaticamente perché accusa uno stato di nervosismo di fondo che la induce a fumare.

Questo caso fu trattato con AURUM METALLICUM sin dall'inizio e a dosaggio elevato. Assunse la 2LM, 4LM, 6LM, 12LM, 18LM, MCH e 10M CH; a volte ha assunto NUX VOMICA, PULSATILLA, LYCOPODIUM O SEPIA, nei casi di riacutizzazione di alcuni sintomi.

Nel gennaio del 1999, dopo 2 anni di trattamento, tentò nuovamente il suicidio: ciò mi indusse a rivedere il caso e, memore dell'esperienza del caso precedente, valutai l'opportunità di considerare anche gli altri rimedi della famiglia degli AURUM.

Dunque i suoi sintomi erano:

TENTATO SUICIDIO
> ASCOLTANDO IL MARE
ANSIA IPOCONDRIACA
PAURA DEI TUMORI
CONTRADDITTORIA
TREMORE ALLE MANI

Il sintomo guida fu: > all'udire il mare (che altro non era che un grande e incontrollato desiderio sessuale).

Tutti quelli riportati sono sintomi di AURUM-MURIATICUM e si possono riscontrare nella Materia Medica.

Tentò il suicidio quando già aveva superato la crisi amorosa iniziale; conscia del suo passato, non riusciva a risolverlo totalmente perché lo associava ai suoi problemi infantili che l'avevano segnata profondamente, tanto da decidere di avere rapporti sessuali con tutti gli uomini che incontrava e che le piacevano, alla ricerca impetuosa di una gravidanza che si trasformò in una vera ossessione.

Attualmente è in cura, però il rimedio che diede una vera svolta alla sua vita fu AURUM MURIATICUM che le permise di superare i pensieri che la ossessionavano sin dall'infanzia.

Concludendo, possiamo dire che i problemi affettivi che risalivano alla sua infanzia dovevano farci pensare sin dall'inizio all'aspetto MURIATICO.

 

Caso III - AURUM SULPHURATUM

Sr. UVE 44 anni.

I) DIAGNOSI CLINICA E NOSOLOGICA

Uve iniziò a curarsi omeopaticamente nell'agosto dell'88 perché accusava: gastrite da abuso di hashish e alcool, stato depressivo di fondo, insoddisfatto professionalmente per le notevoli potenzialità che non corrispondevano alla sua realtà professionale che era molto scadente.

II) DIAGNOSI MIASMATICA

Trimiasmatico con rotazione verso la syphilis, anche se non era ben chiaro quanti sintomi fossero la reale espressione dalla sua infermità o la conseguenza della sua dipendenza dagli stupefacenti.

III) EVOLUZIONE

Migliorò con diverse dosi di Lycopodium e Mercurius, somministrati per il trattamento della sua tara miasmatica predominante, soprattutto per quanto riguardava il mentale e la percezione che aveva di se stesso.

Migliorò molto la relazione con il prossimo in riferimento a sintomi quali: astio per il mondo, odio, desiderio di uccidere e di vendetta, per niente amichevole, angustia brutale e desiderio di suicidio con un colpo di rivoltella.

IV) DIAGNOSI INDIVIDUALE

Idealista pentito, afflitto dalla vita e dai vizi.

V) DIAGNOSI MEDICAMENTOSA

Stato di inquietudine, astio, pensieri filosofici depressivi.

Diceva: "non vedo la realtà obiettivamente, alterno euforia a pessimismo eccessivo. Mi piacerebbe che ciò che sogno possa realizzarsi".

Ciò poteva essere interpretato come "il medicamento non sta agendo" ; alcuni sintomi mi indussero a prescrivere SULPHUR.

VI) ABBANDONO DEL TRATTAMENTO

In realtà la situazione del paziente era bloccata e il paziente prese questa decisione dopo otto anni di trattamento.

VII) EVOLUZIONE SUCCESSIVA

Riacutizzazione dei disturbi gastrici, trattata con antibiotico, con conseguente aggravamento dei disturbi mentali e generali. Apparentemente la sua vita era cambiata in peggio, era ricaduto nella dinamica tormentosa che aveva vissuto in passato, però c'era una ragione di cambio molto più importante di quanto era successo in altre occasioni

Sentiva che non poteva continuare così a lungo, pertanto riesaminammo i sintomi dell' attualità, che erano in prevalenza syphilitici:

1) MORFINISMO. Rubrica considerata perché abusava di hashish.
2) PENSIERI DI SUICIDIO - Questo sintomo, come nel caso precedente, appartiene a 5 rimedi: AURUM (METALLICUM E SULPHURATUM), MERCURIUS, PULSATILLA E ZINCUM.
3) SENTIMENTALE, che non è presente né in MERCURIUS né in ZINCUM.
4 )NON HA ALCUNA SPERANZA DI CURARSI, non è presente né in PULSATILLA né in AURUM METALLICUM, è presente in AURUM SULPHURATUM, IODATUM E ARSENICOSUM.

VIII) CONCLUSIONI E PROGNOSI

1) Non esiste alcun rimedio che copra tutti i sintomi però quelli che più di ogni altro sono totalizzanti, sono AURUM METALLICUM e AURUM SULPHURATUM
2) nella repertorizzazione se consideriamo AURUM E SULPHURATUM , abbiamo la possibilità reale di rimuovere il quadro clinico
3) nella Materia Medica confrontando METALLICUM con SULPHURATUM si evince che il paziente è molto più vicino al secondo
4) dal punto di vista più speculativo, se è vero che AURUM desidera la morte, è anche vero che, per l'abuso che il paziente ha fatto di droghe, necessita un buon disintossicante.

IX) DOSE, POTENZA ED EVOLUZIONE

Prescrizione di Aurum Sulp. alla 12 LM agli inizi di febbraio di questo anno e due mesi dopo in plus: 7 dosi, una al giorno.

Il paziente ha riferito che questo trattamento è stato molto efficace e ha diminuito l'uso dell' hashish.

Il volto presenta un aspetto molto diverso come se la sua pelle fosse stata ripulita, le occhiaie che in passato erano molto pronunciate sono notevolmente migliorate.

Non è diffidente come era prima, non discute ogni cosa, è meno polemico. Ha mandato a visita la madre e un suo amico, anche lui AURUM, ma metallicum.

 

IV Caso - AURUM ARSENICOSUM

Donna di 40 anni. E' una paziente in cura omeopatica da 11 anni.

Antecedente familiare: padre deceduto giovane, affetto da tubercolosi.

Antecedenti personali: eroinomane per 1 anno, alcolizzata, uso di hashish per 13 anni, epatite cronica diagnosticata da 12 anni e dolori articolari.

Visitata dal dott. Sanchez Ortega nel maggio del 1993, aveva già sospeso l'uso delle droghe e dell'alcol perché preoccupata per l'epatite.

Si trattava di una paziente trimiasmatica con predominanza sicosica. DIAGNOSI INTEGRALE: l'oggi era congruente con il suo passato, buona forza vitale ma possibile incurabilità del suo fegato per tutte le aggressioni che aveva subito durante tanti anni di vizi.

DIAGNOSI INDIVIDUALE: donna decisa a portare avanti i suoi 2 figli e se stessa.

DIAGNOSI MEDICAMENTOSA si considerarono i seguenti sintomi:

1-dittatoriale,
2-intollerante alla contraddizione,
3-paura degli uomini,
4- vertigini negli ambienti chiusi,
5- diarrea per emotività,
6-dolore all'ipocondrio sx che si irradia alla spalla.

Nel maggio del 1993 si prescrisse Lycopodium 30 LM dose unica.

Buona evoluzione per circa 5 anni ripetendo, quando necessario, il rimedio.

Nel 1998 iniziò un periodo difficile: aggravamento dei sintomi espressione di una patologia profonda ruotante verso la siphylis aggravata; aveva anche problemi sentimentali con il suo compagno, problemi con il figlio maggiore - ormai adolescente - dedito alla droga, problemi economici. Iniziò, così, un periodo caotico sia per i suoi sintomi sia perché aveva ripreso a far uso di droghe ed abusare dell' alcool.

Somministrai AURUM 2 LM e 6 LM e altri rimedi.

Successivamente, una dose di Sulphur 200CH e, in seguito, una dose di Sulphur M CH: con questa prescrizione si verificò un miglioramento che durò 6 mesi duranti i quali non assunse altro.

Il 13 marzo del 2000, ritornò al controllo.

I suoi sintomi furono confrontati con quelli di AURUM METALLICUM:

Pensieri di suicidio
Desiderio di uccidere
Pensieri ossessivi
Desiderio di morire
Piange per giorni interi
Ansia

Quelli di AURUM SULPHURATUM:

Alcolismo e desiderio di droghe
Ragade perianale sx e vulvare dx
Leucorrea bruciante
Migliora grattando
Peggiora con il bagno sente freddo
Dolori articolari che > con il calore
Vertigini
Tachicardia
Cirrosi

Alcuni sintomi attuali e del passato confrontati con ARSENICO:

Preoccupata per i problemi economici, paura della povertà
Nausea quando mangia, avversione al cibo
Pessimista
< la notte
Prostrazione
Angustia
Tendenza alla diarrea, colon irritabile
Colon irritabile e diarrea
Collerica, violenta per sciocchezze
Disperazione
Dedizione alle droghe
Epatite

CONCLUSIONI

Si decise di somministrare AURUM ARSENICOSUM 6LM, dose unica, perché copriva il caso meglio di AURUM METALLICUM ed anche perché quest'ultimo era stato somministrato senza ottenere una risposta molto evidente.

EVOLUZIONE - Dopo cinque mesi di trattamento

E' stata bene assumendo la sola dose unica

Ha perduto 5Kg. Dice: "Il mio corpo si è stabilizzato e non ho molto appetito". La sua relazione di coppia è buona, tuttavia, se ha un dispiacere, si ripresenta l'angustia, paura di non poter affrontare le difficoltà economiche e desiderio di morire. Si decide di somministrare lo stesso rimedio per 7 gg.

 

Caso V e VI - AURUM ARSENICIUM e AURUM MURIATICUM

Ometto la descrizione delle storie cliniche perché sono casi recenti e dunque non ne abbiamo ancora osservato l'evoluzione.

Tuttavia abbiamo avuto modo di osservare dei cambiamenti favorevoli dei pazienti. Nel primo caso si tratta di un paziente invalido che vive sulla sedia a rotelle: con il trattamento è migliorato l'atteggiamento verso la vita.

Il secondo caso è una paziente in uno stato di mutismo depressivo che, in seguito alla assunzione della prima dose, inizia a raccontare del rapporto conflittuale che ha con il figlio di 25 anni.

 

Conclusioni

1. Sono pazienti con patologie complesse e a lunga evoluzione

2. In molti si riscontrano precedenti trattamenti farmacologici intensivi o abuso di alcool e di droghe

3. In molti i sintomi guida di Aurum all'inizio non erano evidenti, offuscati dalla tara miasmatica che, in seguito al trattamento omeopatico con rotazione miasmatica, si sono evidenziati.

4. Il rimedio fu individuato con la repertorizzazione su repertorio di barthel o mediante riscontro dei sintomi nella materia medica.

5. Le dosi sono state somministrate a basso dosaggio della scala delle LM per timore di un probabile aggravamento.

6. Ripetute frequentemente quando il rimedio era perfettamente indicato e dava un lieve miglioramento, ricordando quello che diceva il prof. Ortega che, a volte, quando non funziona bene il policresto, agisce il semipolicresto della stessa famiglia.

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