Il genio di Hahnemann: il metodo, l'intuizione, la scienza

Pubblicato il 03/08/2018

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Domenica Mannino

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Il genio di Hahnemann: il metodo, l'intuizione, la scienza

Le Scienze naturali attualmente riconoscono un solo metodo scientifico, che è quello meccanicistico in cui è valida la legge delle correlazioni tra i fenomeni secondo lo schema di causa-effetto. Ma questo metodo non è adatto alla natura organica, ossia ad una realtà che si esprime nella forma, nello sviluppo e nel comportamento. Il Pensiero scientifico che indaga in questa realtà non può muoversi secondo schemi precostituiti, non può seguire la logica di causa ed effetto valida per il mondo inorganico ignorando la presenza della forza vitale. Esso deve elaborare Idee, la sua attività deve essere Intuitiva e di conseguenza risulta inaccettabile voler conoscere l'uomo unicamente come Organismo senza riconoscere in esso una Individualità. Egli è una Personalità Libera che elabora il proprio destino e realizza la sua realtà di uomo attraverso l'ideale che porta in sé. Nell'aforisma 9 dell'Organon, Hahnemann dice: "L'uomo è uno strumento dello Spirito ed ad ognuno è assegnato uno scopo nella vita".

La malattia ostacola l'organismo nell'adempimento di tale "scopo" perché non consente all'individuo di reagire adeguatamente ad una nuova situazione creatasi nella realtà presente. La malattia è un'affezione che colpisce la persona nella globalità, è un atteggiamento assunto come meccanismo di difesa, un tentativo di adattarsi derivato da un'errata "Percezione" dalla realtà che ci fa reagire in modo inopportuno. Finchè la "nuova situazione" persiste e l'atteggiamento è proporzionato alla situazione, questo adattamento " non deve esser corretto" e nessuna terapia è necessaria; se invece l'atteggiamento è inappropriato si deve intervenire con la cura. La Salute dà all''uomo la possibilità di vivere libero, di "essere" e di "esprimersi" nel presente e di reagire in maniera proporzionata alla realtà in cui si trova.

La salute conferisce all'Uomo la possibilità di essere "pienamente strumento dello Spirito e dona la vera libertà, che è quella di operare per lo Spirito". Nonostante i progressi fatti sul piano scientifico e tecnologico, il problema dello "stato di salute" dell'uomo rimane a tutt'oggi irrisolto; non si è riusciti a comprendere in cosa consista lo stato di "non salute" che coinvolge l'intero organismo. Uno dei più importanti contributi di Hahnemann è stato quello di aver intuito il concetto Dinamico della malattia, come base della comprensione di essa e della relativa cura; l'aspetto più rivoluzionario del metodo Hahnemanniano consiste nella precisa corrispondenza fra "sintomo" e "cura" andando così a riempire il solco esiste tra la Patologia e la Terapia. Solo con Hahnemann la malattia potrà essere chiamata con il nome del suo farmaco.

Fino all'inizio del nostro secolo la materia medica si è sempre servita della Natura, ma gli stretti legami fra essa e l'uomo malato si presentano "nell'opera di Hahnemann".

Tutto ciò che nell'uomo è riunito armonicamente, vive nella natura intorno a lui nelle diversità delle forme; pertanto ogni squilibrio che si verifica nella struttura psico-fisica umana fa assomigliare l'uomo a qualche elemento della natura. L'omeopatia rappresenta, alla luce di questo, l'applicazione della legge di guarigione della Natura, legge che peraltro esisteva già prima di Hahnemann al quale va il grande merito di averla scoperta.

L'epoca in cui Hahnemann scopre la legge dei simili coincide con il riemergere nel pensiero medico delle concezioni vitalistiche, basate sulla presenza di una Forza Vitale che unisce, controlla e coordina le funzioni dei vari apparati. Questa forza non è misurabile, ma può essere valutata in base ai suoi effetti. L'idea della Forza Vitale rimise nei suoi pensieri fino al 1810, quando cominciò a domandarsi come e dove agisse il medicamento dinamico, poiché per effetto della diluizione e della dinamizzazione doveva comunque sprigionarsi una forza. Nel 1813 Hahnemann è convinto che l'azione curativa del medicamento "non risiede nell'effetto locale sugli organi", ma nel suo "effetto dinamico sulla forza vitale"; il disordine vitale può essere ricondotto all'ordine soltanto da qualcosa che sia di qualità simile alla forza vitale.

Il primo dovere del medico è per Hahnemann "individuare ciò che nell'uomo è un disordine onde ricondurlo alla salute, e questo ritorno alla salute va realizzato con mezzi dolci, ordinati, che fluiscono con la forza vitale stessa, che riordinando l'interiorità dell'uomo, guidati da principi fissi, e questi mezzi sono i rimedi omeopatici".

L'Omeopatia afferma che la pratica medica è governata da Principi, e prima di Hahnemann non è mai stato accettato alcun principio in medicina. Nella scienza attuale viene negata l'esistenza di principi, in quanto si considerano solo le conseguenze empiricamente riscontrabili della malattia, si negano i problemi inerenti alla natura dell'uomo e che cosa lo caratterizzi nella malattia e nella salute. L'omeopatia costituisce dunque un sistema terapeutico razionale che valuta i fatti così come "sono" e non come "appaiono", perché se le apparenze generano opinioni negli uomini, dai fatti traggono origine le "dottrine" che svelano le leggi della natura nella malattia e nella salute. Hahnemann ci ha dato dei principi che possiamo studiare, con i quali possiamo precedere e che abbiamo come medici il dovere di imparare, come lo stesso maestro ricorda: "quando ci si occupa di una Arte il cui scopo è salvare la vita rifiutarsi di apprenderla è un delitto".

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