Qual è l'opinione dell'Omeopatia sulle vaccinazioni pediatriche?

Pubblicato il 08/03/2010

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Renata Calieri

Qual è l'opinione dell'Omeopatia sulle vaccinazioni pediatriche?

Volendo fare un discorso molto generalizzato, possiamo dire che tutte le comunità omeopatiche contrastano il sistema delle vaccinazioni, e tutte quelle allopatiche le sostengono. Si tenga anche conto del fatto che le vaccinazioni sono considerate nella medicina ufficiale, un ambito in cui si sono ottenuti risultati positivi e quindi un fiore all'occhiello della Medicina. Lasciando anche a parte le ragioni poco chiare che inducono le case farmaceutiche a incentivare e raccomandare l'uso indiscriminato delle vaccinazioni su tutta la popolazione, cerchiamo di fare un'analisi di come vedono la pratica di queste inoculazioni invasive, due Omeopati di fama internazionale.

Conosciamo tutti il concetto di malattia come stress nei confronti dell'individuo, a cui si contrappone una reazione. Paul Herscu, cambiando il contesto di questa affermazione, dice che mentre nel proving, lo stress che determina la reazione è il rimedio assunto, nelle vaccinazioni, lo "stress" a cui l'organismo deve reagire è proprio il vaccino inoculato.

Può accadere che il soggetto non sia sensibile a quello "stress" (come nei provings); oppure si può avere una reazione violenta iniziale e poi un buono stato di salute, con pure un miglioramento della salute originaria. Questo sarebbe l'effetto sperato con le vaccinazioni. In altri soggetti, le reazioni sono gravi ad ogni vaccinazione, provocando un continuo forte "stress" a cui non riescono a far fronte. E se contraessero l'infezione virale, non ne sarebbero neppure immuni. Altri ancora hanno una reazione iniziale, poi alle successive somministrazioni hanno comunque reazioni deboli, con continue malattie. Questi soggetti si ammalano quindi di conseguenza, in modo continuato e ricorrente.

Alcuni pazienti possono morire o avere epilessia o malattie gravi e invalidanti subito dopo le vaccinazioni (la letteratura purtroppo è ricca di tali esperienze). Questo perché:

a) possono avere particolare sensibilità a quel vaccino;
b) sono talmente malati in forma cronica che al contatto con lo "stress" vaccinale ne sono sopraffatti;
c) c'è una contaminazione con elementi nocivi degli eccipienti del vaccino;
d) la modalità di somministrazione per via iniettiva è del tutto estranea all'organismo (che invece ai germi contattati per via inalatoria o trans-dermica ha imparato a reagire nei secoli).

Evitare una simile reazione alle vaccinazioni dovrebbe essere il vero scopo scientifico per cui prendere una posizione nei confronti delle vaccinazioni.

Ad ogni modo, una volta identificate l'eziologia dello stress (il vaccino) e le modalità di reazione di ciascun singolo paziente, si può di conseguenza intervenire per fronteggiare omeopaticamente le risposte individuali a queste inoculazioni, come fossero una malattia (definite infatti "vaccinosi"); ma questo è altro capitolo.

Secondo Ab Straatman, il principio della vaccinazione è qualcosa che in natura fanno soltanto i serpenti o i ragni, o determinati insetti che direttamente attraverso la cute iniettano veleno, con l'intenzione naturalmente di annientare la preda. Ed è così dannoso perché colpisce direttamente, perché passa attraverso la cute e colpisce direttamente il sistema: non c'è processo di ingestione o di digestione, ma il passaggio è diretto al sistema esattamente come con la siringa. Ovvero, l'iniezione della siringa è proprio come quella di un morso di serpente.

L'intenzione delle vaccinazioni è quella di rafforzarci nei confronti della malattia, ma questo punto di vista, è basato però su un'informazione errata; è basato sulla migliore intenzione, ma di contro è qualcosa che invece danneggia l'umanità. Ogni individuo, a modo proprio, è in grado anche di tollerarla, perché secondo la costituzione c'è una capacità di adattamento e di sopportazione, secondo proprie modalità e risorse. Non è quindi una cosa drammatica, né qualcosa che uccide l'umanità, ma comunque è un'interferenza che disturba.

Il vaccino praticamente è l'immissione di una proteina estranea che entra nel nostro sistema insieme ad una miscela di altri metalli e sostanze veicolanti. Questa proteina proveniente essenzialmente da animali, viene introdotta nel nostro sistema, e attiva il nostro assetto immunitario che tende a liberarsene; a volte il sistema ha grosse difficoltà ad eliminarla, perché comunque non è proprio così (cioè tramite un'invasione iniettata direttamente) che avviene in natura.

La vaccinazione, con questa proteina estranea che entra in misura differente a seconda di quella che è la individuale soggettività o la eventuale iper-sensibilità (allergia), varia da persona a persona naturalmente, e non per la maggior parte della gente è così drammatica. Ma il vaccino fa in qualche modo ritrarre l'anima: quest'ago che entra nel corpo fa in modo che l'anima si ritragga al di fuori del corpo e in misura differente di volta in volta. Significa che più vaccinazioni si fanno, e più diventa difficile comprendere esattamente qual è lo scopo della propria vita; è più difficile chiedersi "perché sono qui, dove trovo la mia gioia?...". La "missione esistenziale", "gli alti fini della vita", di cui parla anche Paschero. In modo generico si può dire che l'effetto della vaccinazione è un effetto di maggiore estraniazione dal mondo, e naturalmente si tratta, in misura differente, di una tendenza autistica a richiudersi in se stessi.

All'inizio della vita, infatti, l'esistenza cerca una connessione tra corpo e anima, che permette di vivere al meglio, di formare la capacità di agire e di sentire, secondo ciò che viene dal cuore e dall'attitudine. Se questa connessione viene compromessa, ostacolata nel momento della sua iniziale formazione, sempre meno si può riconoscere il proprio programma personale e difendersi dal mondo e dalle malattie. Effettuare di regola le vaccinazioni soltanto dopo l'età di due anni (come avviene in Giappone) è una cosa più accettabile, perché soprattutto quando il bambino sviluppa la percezione di sé, nel senso di poter dire "io sono", da quella età in poi la vaccinazione è meno dannosa; mentre più precoce è la vaccinazione e più può essere nociva.

Anche questo Autore, ovviamente, propone un piano di disintossicazione vaccinale, secondo un percorso a ritroso che parte dall'ultima vaccinazione verso le precedenti in successione.

Ciascuno propone il proprio "protocollo" contro le reazioni vaccinali (con le sostanze stesse inoculate, diluite e dinamizzate, secondo il principio isopatico; con i nosodi specifici di malattia; con i rimedi costituzionali somministrati individualmente secondo la legge di similitudine, o con rimedi situazionali relativamente ai sintomi della reazione manifestata al momento); ma mentre il primo Autore, prende una posizione "adattogena", suggerendo una strada per affrontare senza particolari sconvolgimenti la condizione vaccinosica così come si presenta, Straatman mostra invece una marcata ostilità verso la pratica vaccinale, e tende a contrastarla motivandola con un pensiero originale e profondamente spirituale. La cosa che sottolinea maggiormente, è la presa di coscienza di cosa accada con l'inoculazione invasiva di una sostanza del tutto estranea nell'organismo: vuole dare consapevolezza ai genitori, affinché possano fare una scelta ragionata e informata.

Ed è proprio questa consapevolezza, a mio parere, che manca nel pubblico utente; e se da una parte le nuove tendenze vogliono indurre la popolazione ad una scelta volontaria e cosciente delle vaccinazioni consigliate (eliminando quindi l'obbligatorietà vera e propria)[2], dall'altra le istituzioni si attivano per un'informazione alle famiglie così incisiva da sfiorare le caratteristiche di un vero "lavaggio del cervello", nella speranza (o forse sicuri) di un riconoscimento del presunto "ruolo chiave dei vaccini nella salute dei bimbi" (in realtà facendo leva soprattutto su un sentimento di paura, come quello che può avere una madre nella condizione di dover scegliere sulla vita del proprio figlio).

Per quanto riguarda le vaccinazioni in età adulta, o quelle facoltative (mai state obbligatorie neppure in passato) sarebbero anche qui da valutare diversi fattori, che poco hanno a che vedere con l'idea metafisica di Straatman di separazione dell'anima dal corpo. Prima fra tutte la presenza di malattie croniche più o meno gravi che, come scrive il Prof. P. Bellavite, predispongono a una maggiore vulnerabilità nei confronti di altre malattie, nel momento della forzata sollecitazione anticorpale. Per non parlare dei possibili effetti di innesco di reazioni autoimmuni e dei rischi di peggioramento delle patologie infiammatorie già presenti.

Ancor prima di tutte queste azioni rivolte alla sensibilizzazione della popolazione a cercare le vaccinazioni col sorriso sulle labbra, al momento attuale (quando cioè sono trascorsi parecchi decenni dalle prime grosse vaccinazioni epidemiche, che a sentir loro, hanno debellato dal pianeta la maggior parte delle principali malattie come il vaiolo, la tubercolosi, ecc.[3]), le comunità scientifiche dovrebbero fare una valutazione oggettiva e meno grossolana delle effettive valenze di una vaccinazione contro certe patologie. Come suggerisce il Dott. S. Segantini, occorrerebbe fare una vera comparazione tra i soggetti vaccinati e quelli non, o ancor meglio: tra quelli vaccinati e quelli trattati esclusivamente omeopaticamente, con un concreto monitoraggio dello stato di salute, inteso a tutto campo (nella tendenza alle patologie croniche, alle allergie, ai disordini del sistema immunitario, ecc., come ipotizzato dallo stesso).

Ma non credo che questo sia il principale interesse delle aziende produttrici di vaccini. Basti pensare che, come sottolinea il Dott. R. Gava, ancora oggi mancano totalmente studi clinici longitudinali pre e post-commercializzazione dei vaccini, o studi clinici che dimostrino l'efficacia e la tollerabilità dei vaccini a lungo termine, e soprattutto mancano controlli seri dei danni da vaccini. Ma nessuno ha mai obiettato qualcosa a questo proposito: anzi, come si legge in una nota della stessa Società Italiana di Pediatria, prima si sollecita l'estensione delle vaccinazioni tout court, e solo dopo si ipotizza la creazione di una rete che valuti efficacia ed impatto delle vaccinazioni sulla popolazione (ma non era il contrario?...).

Al momento attuale non mancano neppure evidenze ufficiali che le vaccinazioni nell'anziano non portano alcun beneficio [4]: ma neppure di fronte a queste dimostrazioni sembra fermarsi la macchina infernale delle vaccinazioni di massa.

A questo punto, soltanto una solida consapevolezza popolare (qualcuno ce l'ha già, ma agli altri chi la fornisce?) potrebbe cambiare veramente la tendenza a questa pratica che finora le istituzioni hanno reso obbligatoria senza possibilità di sottrarvisi, se non con gravi ripercussioni dalle sfumature persecutorie. Del resto, come si legge sul libro di Lodispoto "Storia della Omeopatia in Italia", che ha come sottotitolo "storia antica di una terapia moderna", le epidemie di colera degli anni 1836-1867 in Italia mostravano dati indiscutibili di una mortalità intorno al solo 7,25% contro un 50-70% risultato dai trattamenti allopatici, su un totale di 6.307 casi; ma anche allora le pubblicazioni scientifiche di Omeopatia non venivano tenute in alcuna considerazione (neppure se statisticamente significative), per non dover ammettere un'esistenza reale o le basi per una futura affermazione di una medicina diversa da quella ufficiale. Dunque a cosa porterà una sostanziosa raccolta di dati statistici sulle vaccinazioni vs trattamenti omeopatici? Forse solo a cambiare il sottotitolo in uno più attuale che potrebbe essere "storia moderna di una terapia antica".

 

NOTE:

[1] In questo contesto si può intendere l'Energia Vitale (NdR).
[2] Come suggerito dagli esperti della Società italiana di pediatria (Sip), al 63° Congresso nazionale di Pisa dal 26 al 29 settembre 2007.
[3] In realtà questa è una falsa informazione: vedi R. Gava - Le vaccinazioni pediatriche - Edizioni Salus Infirmorum, 2006 e 2008.
[4] Tom Jefferson - Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 2, e Cochrane Database of Systematic Reviews 2010, Issue 2. Art. No.: CD005187. DOI: 10.1002/14651858.CD005187.pub3, solo per citarne un paio dei più recenti.



BIBLIOGRAFIA

Seminario ... - Paul Herscu - TORINO febbraio 2003
Seminario "BAMBINI IPERSENSIBILI - Il rapporto col cibo, le reazioni allergiche" - Ab Straatman, Frans Vermeulen - Congresso Nazionale di Pediatria CORTONA (AR) giugno 2003
E-mail BELLAVITE "[FIAMO]: Conoscere i Vaccini" del 19 settembre 2007
E-mail SEGANTINI "[FIAMO]: Tutti parlano di vaccini" del 22 settembre 2007
E-mail GAVA "[FIAMO]: Il problema vaccini" del 21 settembre 2007
A. Lodispoto "Storia della Omeopatia in Italia" - Edizioni Mediterranee

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