Pulsatilla e altro ancora... per elefanti! L'esperienza di un medico omeopata unicista

Pubblicato il 16/08/2011

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Pietro Gulia

Fonte: Il Granulo

Pulsatilla e altro ancora... per elefanti! L'esperienza di un medico omeopata unicista

Gli elefanti sono animali eccezionali, intelligenti, sensibili, dalla proverbiale memoria. Possono vivere a lungo purché non s'imbattano nella cupidigia degli amanti e dei mercanti di avorio, la quale arma bracconieri che, con poche raffiche di mitra, falciano interi branchi. Uccise le femmine del branco, i piccoli, lasciati a se stessi, sono destinati a morte sicura per fame, freddo, predatori.

A pochi chilometri da Nairobi, in Kenya, compreso nell'area del Nairobi National Park, si trova un orfanotrofio per elefanti. Vi sono condotti da tutto il paese gli elefantini orfani: lattanti di pochi mesi di vita o di poco più grandi, trovati a vagare spaventati, affamati, disperati per savane e foreste dopo aver assistito allo sterminio del loro branco. Affidati a personale esperto, vengono curati, risanati nel fisico e nella mente, progressivamente reintrodotti alla vita selvatica, cui tornano quando si siano dimostrati in grado di sopravvivere e di integrarsi in un branco adottivo.

Dagli anni '70 più di 60 poppanti orfani sono stati fatti crescere e reinseriti nel loro ambiente naturale.

I piccoli elefanti sono un po' come i cuccioli d'uomo: per molti anni hanno bisogno di attenzioni continue, devono mangiare spesso, richiedono affetto e protezione. Madre, nonna, zie, fratelli, sorelle, cugini e cugine del branco li proteggono dal freddo della notte e dalle minacce dei predatori. I Keepers (custodi) dell'orfanotrofio si sostituiscono al branco perduto. Nutrono i cuccioli con imponenti biberon di latte artificiale, di composizione simile a quello di mamma elefante.

Di giorno li controllano nei giochi, li accompagnano nelle passeggiate in savana e, prima del tramonto, i riconducono alle loro stalle, li fanno coricare e li coprono con una calda coperta, dormendo insieme con loro. Sì, gli elefantini sono un po' come i bambini: hanno bisogno di sentire qualcuno accanto, pronto in caso di bisogno a prendersi cura di loro. Si affezionano talmente tanto ai loro baby-sitter umani che, dopo tragiche esperienze, si è appreso che bisogna evitare che sia un solo membro dello staff ad occuparsi dell'elefantino perché, in caso di ferie o malattia del baby-sitter, accade che l'animale si senta abbandonato e, per il dolore, muoia da un giorno all'altro.

Nel tardo pomeriggio di una domenica d'agosto (all'equatore fa notte alle sei e mezza), recatomi con mia moglie a far visita a Makena, un'elefantina di un anno da noi adottata, dall'età di sette settimane di vita ospite dell'orfanotrofio, ho la fortuna di incontrare Mr Calvin Otwori, membro dello staff responsabile delle cure mediche per gli ospiti dell'orfanotrofio: una decina di elefanti ed una piccola (si fa per dire) rinoceronte di 3 quintali!

Mr Calvin Otwori è un omeopata unicista anzi, come dice lui "un omeopata classico" o "un omeopata e basta, senza aggettivi": cura gli elefantini con i granuli. Quella che segue è parte della nostra conversazione.

Calvin, è vero che curi gli elefanti omeopaticamente? Certo. Gli elefanti assomigliano agli esseri umani: sono sensibili, provano emozioni, sono intelligenti, dimostrano caratteri diversi. Oserei affermare che hanno una loro essenza spirituale, come gli esseri umani. Ovviamente non possiamo discorrere con loro né possiamo sapere chi erano i genitori, i nonni. Per curarli mi baso su quello che osservo, il loro comportamento e su ciò che posso ragionevolmente supporre essere la causa del loro malessere.

Che tipo di patologie ti trovi a dover trattare? Innanzi tutto problemi emotivi. Questi animali hanno assistito all'assassinio della madre e del loro branco, hanno subito lo shock di trovarsi soli nella savana o nella foresta, al buio, affamati ed infreddoliti. Vengono portati qui: si trovano tra strani esseri a due zampe ed individui della loro stessa specie che non conoscono. Sono spaventati, tristi, afflitti. Quando questo stato di afflizione è ben evidente, Ignatia è utilissimo. Se all'arrivo l'animale si dimostra inquieto, agitato, per gli spaventi e lo shock da cambiamento d'ambiente, va somministrato Aconitum.

Poi, ci sono i traumi fisici. Le contusioni, frequenti anche quando giocano tra loro, rispondono bene ad Arnica. Ferite da spine, colpi da lancia o morsi di animali: il rimedio è Hypericum. Abbiamo usato Symphytum, Fluoric acidum Calcarea phosphorica, Calcarea carbonica, per le fratture ossee.

La diarrea può essere d'origine infettiva: Arsenicum, Veratrum album, Sulphur, per esempio, sono di grande aiuto. Quando questi piccoli perdono la madre e restano soli, non sanno cosa mangiare e finiscono per cibarsi di qualunque cosa: fango, cortecce e foglie immangiabili o inadatte a loro o altre cose non commestibili, con conseguenti problemi intestinali. In tal caso, quando arrivano qui, hanno molto gas intestinale e brutte feci, sono inquieti e a disagio per coliche addominali provocate da un'alimentazione incongrua: Sulphur o Nux vomica li aiutano a ripulirsi in modo che possano riprendere la dieta lattea adatta a loro. Non sempre sì procede in maniera così automatica. Se osserviamo che l'animale elimina molto gas intestinale senza feci ed e timido, preferisce stare da solo, Lycopodium sarà più efficace di Nux vomica. Se ci rendiamo conto che l'animale è proprio un solitario, anche quando portato a giocare insieme con gli altri subito si apparta, dobbiamo dargli Sepia o Natrum muriaticum, per esempio. Al contrario, se sta sempre attaccato agli altri, non è mai aggressivo ma gentile, premuroso, e il caso di pensare a Phosphorus.

Insomma, individualizzi tenendo conto dei sintomi fisici e mentali com'è tipico del metodo omeopatico. Proprio così.

Altre patologie trattate? Gli elefantini sono molto sensibili al freddo. Hanno l'abitudine di bagnarsi nell'acqua o rotolarsi nel fango umido oppure possono restare bagnati sotto un acquazzone. Inoltre, non hanno nessuno che li protegga dal fieddo della notte. Così piccoli, non accuditi dalla madre o dal branco, possono sviluppare una polmonite. Abbiamo curato casi di polmonite con Bryonia o Arsenicum album.

Usi aggiungere anche terapia antibiotica? No, solo rimedi omeopatici.

Come somministri i globuli o i granuli? Li sciogli in acqua e poi gliela fai bere? No, mettiamo i globuli direttamente sulla lingua. Un solo granulo o globulo alla volta.

Uno solo??!! Sì, uno solo.

Che potenze usi? Basse potenze, per lo più, funzionano egregiamente. La 5CH o la 6CH vanno bene per le patologie acute. Per gli stress emotivi usiamo potenze più alte: la 200CH o la MCH. Con che frequenza somministri le dosi? In caso di stress emotivo, un globulo della 200CH o MCH ogni 15 giorni od una volta al mese, finché il problema non si è risolto. Per le patologie acute, ovviamente, molto più spesso, ogni due-tre ore.

Preparate voi i rimedi omeopatici? No, vengono dall'India.

Toglimi una curiosità, Calvin? Come sei arrivato a curare gli elefanti? Da un po' di tempo mi occupo di loro. Prima curavo cani, gatti, mucche e, talora, dopo averli guariti, cominciavo a curare i proprietari che, a loro volta, chiedevano di essere trattati con i globuli ni. Per una serie di coincidenze sono stato chiamato all'orfanotrofio a curare Kora.

Kora è l'elefantino che aveva una brutta ferita alla gola? Proprio lui. Aveva una ferita d'arma da fuoco alla gola, il proiettile aveva rotto la mandibola, producendo vari frammenti ossei. La ferita si era infettata e buttava molto pus. Malgrado continui trattamenti antibiotici e disinfezioni locali, la ferita non guariva: una brutta osteomielite (infezione dell'osso) Era inoperabile e l'antibiogramma effettuato sul pus aveva rilevato che i batteri erano resistenti agli antibiotici.. Insomma, dopo un ulteriore ciclo di penicillina s'è deciso di affidarsi al trattamento omeopatico. Abbiano effettuato un trattamento con Silicea e Hepar sulphur e con disinfezioni locali utilizzando tintura madre di Calendula e di Tea tree: pare che funzionino. Dovremo passare ad un rimedio più individualizzato. Kora è del tutto imprevedibile, Pulsatilla potrebbe essere il suo rimedio.

Vengono ad avvisarmi che Makena (in lingua kikuyu significa "felice"), la nostra elefantina adottiva, sta tornando dalla passeggiata nella foresta con il suo "baby-sit-ter". Devo affettarmi, se voglio salutarla.

A proposito, Calvin, quando ho letto la storia di Makena e la descrizione del suo modo di comportarsi, ho pensato fra me e me: "Sembra proprio una Pulsatilla!" E' vero. Pulsatilla è un rimedio che usiamo spesso per i problemi degli elefantini.

Grazie molto per l'interessante chiacchierata. .. and good luck.

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Pagine: 121, Tipologia: Libro cartaceo
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