Clematis erecta in Omeopatia: una Ranuncolacea “noblesse”

Pubblicato il 25/05/2021

Categorie: Rimedi Omeopatici

Autori: Mauro Dodesini

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Clematis erecta in Omeopatia: una Ranuncolacea “noblesse”

Raccontare un rimedio come Clematis erecta può sembrare una sfida, lo riteniamo più semplicemente uno sforzo da condividere con altri colleghi Omeopati Veterinari Unicisti. Partiremo da un inquadramento generale della pianta per addentrarci a focalizzare caratteristiche e comportamenti che riteniamo peculiari nel paziente veterinario. Non mancheranno diagnosi differenziali ed opportuni riferimenti a gruppi di sintomi tratti dal Repertorio al fine di rafforzare l’immagine che intendiamo presentare.

Studio botanico

Curioso lasciarsi trasportare nell’universo delle Clematis o Clematidi, che da un punto di vista tassonomico appartengono alla famiglia botanica delle Ranuncolaceae. Un genere costituito da circa 400 specie di piante erbacee, legnose o semi-legnose, in prevalenza rampicanti, striscianti diffuse in tutto l’emisfero boreale ed in alcune zone dell’emisfero australe prediligendo climi temperati. Godono di una enorme scia di appassionati, veri cultori di queste piante le cui origini risalgono al mondo greco, il nome stesso deriva da “klematìs –idos” che significa “viticcio” o “pianta volubile”, caratteristica confermata dallo stesso Limneo nel 1737. Nate per abbellire i giardini con fioriture dai colori intensi, donano un tocco di eleganza e vivacità, ne sanno qualcosa i giardini reali inglesi e non solo. Clematis recta è il nome scientifico, italianizzato diventa “erecta”; Anemone recta o lathyrifolia corrisponde al sinonimo.

La “recta” esce dal contesto perchè non è rampicante esclusiva semmai una pianta volubile, capace di svilupparsi e reggersi in senso verticale mediante un fusto cilindrico fino ad un’altezza da 50 a 150 cm assumendo l’appellativo inglese di “ground clematis” oppure può arrampicarsi diventando, secondo la tradizione tipicamente anglosassone, “virgin’s bower” destinata a proteggere e custodire il sonno di giovani fanciulle. La tradizione popolare italiana preferisce attribuirle un tocco romantico immaginandola capace di abbracciare con un laccio d’amore la pianta a cui si aggrappa. Predilige terreni calcarei o vicini a rocce allo scopo di garantirsi una maggiore presa al terreno a partire dal livello del mare sino a 800 mt di altitudine.

fiori delle Clematidi hanno forme variabili e comunque sempre dimensionalmente piuttosto grandi, con tonalità che spaziano dal colore rosa, al bianco (tipico di Clematis recta), al blu, al viola, in genere fanno il loro esordio in primavera fino quasi all’autunno, a forma di stella trasudano il loro profumo all’inizio dell’estate. Durante la stagione di fioritura le infiorescenze della Clematis erecta mutano l’aspetto della pianta ricoprendola di una lanugine argentata che le fa assumere un aspetto piuttosto invecchiato; gli inglesi amano chiamarla “old man bread” o “grand father wiskers” per sottolineare le tracce inesorabili lasciate dal tempo, una signatura interessante sulla quale torneremo.

Le foglie appena spuntate appaiono di colore porpora scuro assumendo il nome di “flammula Jovis” o “fiamma di Giove” per l’azione orticante e vescicante che esercitano sulla pelle; in seguito diventeranno di colore verde scuro, quelle basali semplici ed ovate, le superiori opposte e glauche sotto, glabre a margine intero, cadono nei mesi freddi. Il colore rosso lo ritroveremo nel Repertorio alla sezione Sogni sotto forma di paura del fuoco, inoltre ricorda il dolore bruciante, modalità algica caratteristica del rimedio. In genere sono piante che non temono il freddo perché godono di riposo vegetativo perdendo la parte aerea, amano l’esposizione al sole solo per poche ore della giornata prediligendo zone in penombra a dispetto delle radici che richiedono un terreno umido ed alcalino anche se non disdegnano un lieve acidità.

Aspetto non trascurabile è la stagionalità della fioritura che coincide con l’avvento della primavera (Maggio-Giugno-Luglio), momento che corrisponde alla recrudescenza dei sintomi fisici.

Tossicologia: il principio tossico contenuto nelle foglie fresche o nei tralci è conosciuto come ranuncolina irritante per occhi e pelle con azione vescicante. Contiene ancora: protoanemonina, anemonina dall’attività anti-urologica ed anti-reumatica, saponosidi ed eterosidi dello stigmaterolo (C29 H48 O), contenuto nell’olio di semi di soia, di colza ed in alcuni legumi, ad azione venotonica; acido aristolochico; un derivato fenantrenico che nel topo risulta essere cancerogeno. Nella medicina popolare la pianta è conosciuta per proprietà diaforetiche, diuretiche e rubefacenti.

Studio omeopatico

Nel Complete Repertory il rimedio è segnalato con 3916 sintomi, nel RADAR 10.1 si riducono a 2964. Presenta elementi peculiari che proveremo a proporre secondo un nostro personale modello di lettura, non a caso l’abbiamo proposta come Ranuncolacea “noblesse”; vedremo quanto ha in comune con i Metalli Nobili. La specie “recta” tenda a distinguersi dalle tradizionali Clematidi garantendosi un certo grado di autonomia rinunciando all’esigenza esclusiva di dipendere da un sostegno, un’indicazione interessante quanto preziosa per comprendere la tipologia del nostro paziente. Adotteremo alcune parole chiavi che possano riassumere pochi concetti basilari del rimedio: “raffinatezza, fragilità, caparbietà”, ma ancora “variabilità, alternanza, vulnerabilità”; tutte manifestazioni espressive che si affiancano a quelle di “movimento, invecchiamento, trasformazione, ciclicità”.

Ad una prima valutazione clinica i nostri pazienti animali si presentano con sintomi fisici riconducibili ad un’altra Ranuncolacea quale Pulsatilla dalla quale si discostano per la mancanza di autoreferenza. I pazienti Clematis sembrano del tutto incapaci di sfruttare l’arma della seduzione o del pianto per attirare l’attenzione, semmai accade il contrario, tendono a restare composti senza lamentarsi, mantengono una formale dignità, una compostezza inaspettata. Allo stesso modo riescono ad infondere un tocco di delicatezza mista a raffinatezza che li contraddistingue dalla Pulsatilla tradizionale che tutti conosciamo, semmai tende ad avvicinarli ad un Sale di Argento.

Nelle fasi più scompensate invece possono apparire tristi, malinconici, al limite della riservatezza anche se non amano affatto la solitudine né tantomeno l’isolamento (MIND: company desire for; MIND: company aversion to, fear alone agg when). La dinamica dei sintomi fisici coincide con l’immagine del rimedio; le sezioni più rappresentate ed interessanti in chiave veterinaria risultano essere: occhi, pelle, apparato riproduttivo, urogenitale, estremità. Non a caso tutti questi apparati vanno incontro ad un inevitabile rallentamento temporale in termini di efficienza e prestazioni che provocheranno stravolgimenti rilevanti, veri e propri traumi che avranno ripercussioni anche sul piano psico-emotivo.

Non è difficile riscontrare quadri alternanti, compaiono prima sintomi in un settore che si spostano altrove in fasi differenti della vita del paziente e mai concomitanti o presenti contemporaneamente, ciò complica la presa del caso. Infatti l’alternanza e la variabilità sono una modalità espressiva peculiare di tutta la famiglia botanica che coincide con l’esigenza di rinnovamento. Curioso che tra i fiori di Bach, Clematis vitalba corrisponda al fiore adatto ad un paziente con la predisposizione a vivere in un mondo immaginario, descritto come un sognatore ad occhi aperti che di fronte ai problemi reali risulta incapace ad affrontarli e preferisce ritirarsi, si chiude. Il Repertorio chiarisce anche quanto Clematis erecta esprima una fragilità strutturale di fondo; dovremo attenderci pazienti che tendono più a subire i cambiamenti, le trasformazioni a cui vanno incontro che nella realtà non sanno accettare e gestire adeguatamente.

Pensiamo alla crescita, allo sviluppo corporeo, all’invecchiamento, all’assetto ormonale che diventano reale testimonianza di un passaggio evolutivo al quale i pazienti non sembrano preparati, ecco il momento in cui tendono a scompensarsi più facilmente. Attenzione a non generalizzare, dal momento che anche la solita routine può portare a manifestare un disagio attraverso l’esplosione di sintomi fisici a carico della cute o dell’apparato urogenitale in determinati periodi stagionali. In natura sono piante che danno tutto nella fioritura primaverile per poi rinnovarsi alla stagione successiva; in fondo la strategia dello spegnersi e del riaccendersi ricorda altri rimedi come i sali di Fosforo (P).

L’immagine della precarietà legata al tempo ed al movimento viene confermata dalle “Delusions” del Repertorio con la: paura di cadere, l’impressione che il terreno su cui poggiano sia cedevole, incapace di garantire sufficiente sostegno. Prevale il bisogno di stabilità; curioso che anche il sonno sia disturbato dall’impressione che il letto si muova (Sleep: Falling asleep late, bed were in motion, from sensation as if). Ad uno stato di apparente compostezza che il paziente tende a dare di sé si associa una graduale rigidità reattiva sostenuta da una volontà forte e decisa, un elemento distintivo che avvicina Clematis erecta ai Metalli Nobili. La rigidità a cui facciamo riferimento è quella che porta la pianta in natura a lignificarsi, ad indurirsi nel corso del tempo così come accade per i tessuti del paziente che subiscono analogo destino: (GEN: indurations; GEN: induration glands; Urethra: hardness; Urethra: induration whipcord like a: Urethra: stricture; Male: induration testes; Male: induration testes chronic; Female: induration; Extremities: stiffness joints).

Ma non è tutto, in termini di diagnosi differenziale Clematis recta condivide anche con i “Muriatici” aspetti non così marginali (MIND: absorbed; MIND: ailment grief from; MIND: reserved; MIND: brooding; MIND: discontented; MIND: discontented everything with; MIND: sensitive; MIND: taciturn; MIND: sadness), mentre si differenzia da Pulsatilla per l’intensa azione che svolge sul maschile (MALE: enlarged general prostata gland impotency with; MALE: penis; MALE: enlarged general testes; MALE: eruptions urticarial; MALE: hydrocele painfull; MALE: inflammation prostate gland; MALE: inflammation testes, orchitis; MALE: swwlling general scrotum; MALE: cancer).

La maggior parte delle volte gli animali vengono portati in visita durante l’avvento della primavera per l’insorgenza di fastidiosi disturbi cutanei che si concentrano soprattutto a carico della testa. Hanno la tendenza a migliorare fuori dal loro abituale contesto domestico o all’aperto, più difficile quando confinati in ambienti chiusi specie durante l’avvento della primavera che coincide con la loro necessità di esplorazione ed evasione (GEN: air open desire; GEN: air cold amel). Il messaggio appare chiaro, allorquando non riescono a dare sfogo alla propria inclinazione naturale tenderanno a forme di scompenso gravi fino a sviluppare condizioni a carattere degenerativo o neoplastico che coinvolgono distretti come: vescica, uretra, genitali (GEN: Cancerous affection; Bladder: cancer; Female: cancer uterus).

Per quanto riguarda il distretto cutaneo, le eruzioni crostose si accentuano con il tempo caldo umido, sopratutto in concomitanza di primavere particolarmente umide e piovose con forte prurito. In Veterinaria non è difficile che tali manifestazioni coincidano al complesso granuloma eosinofilico nel gatto con eruzioni diffuse su testa, fronte, collo, estremità (HEAD: eruptions margin of hair; HEAD: eruption crusts, scabs; HEAD: eruptions itching; HEAD: eruptions itching room, in warm; HEAD: eruptions moist; HEAD: eruptions pustoles; HEAD: itching; NECK: eruptions; NECK: eruptions pimples; EXTREMITIES: eruptions).

Ciò non significa che si possa ottenere una guarigione definitiva con il rimedio omeopatico, ma si può pensare a Clematis erecta come situazionale per gestire il penoso problema del prurito qualora le modalità descritte coincidano; diversamente quando il rimedio omeopatico corrisponde al costituzionale del paziente il risultato sarà sorprendente.

Conclusioni

Il nostro tentativo è quello di fornire una possibile chiave di lettura di un rimedio poliedrico come Clematis recta definito “noblesse” per quei tratti reattivi e comportamentali tipici che abbiamo colto nel corso delle visite cliniche ed hanno risposto positivamente al trattamento omeopatico. Abbiamo tentato di presentare una breve immagine del rimedio omeopatico fornendo spunti desunti dalla nostra esperienza clinica per rendere più agevole la prescrizione omeopatica in ambito veterinario. In generale si tratta di pazienti che possono condividere tratti comuni ad altri rimedi omeopatici, a dimostrazione di quanto non sia agevole ricorrere alla prescrizione in prima seduta.

Inoltre i distretti interessati tendono ad un’inevitabile processo involutivo che complicano il quadro generale, dovremo attenderci una recrudescenza dei fenomeni in coincidenza con l’età anagrafica. Non solo, in fase di scompenso potremo assistere alla comparsa di sintomi fisici nuovi che si alternano ai precedenti, oppure tendono a ripresentarsi ciclicamente fino a rendere difficile una analisi coerente. E’ come se il sistema paziente impazzisse sino a manifestare tutto il suo disagio in modo alternato a seguito delle inevitabili quanto inattese trasformazioni, cambiamenti o stimoli che avvengono a livello corporeo limitandosi ad irrigidirsi, a chiudersi, a contrarsi sino a sviluppare sul piano somatico disturbi fastidiosi, ricorrenti e di difficile comprensione. Le eruzioni cutanee crostose, brucianti e pruriginose sono un esempio lampante di questa modalità espressiva, così come i quadri del comparto urologico e genitale. Il tutto merita un doveroso approfondimento.

Bibliografia

1. J.H. Clarke - Dizionario di farmacologia omeopatica clinica - IPSA Editore, Palermo, 1994.
2. F. Del Francia- Veterinaria Omeopatica e psicopatologia del cavallo- La casa verde per conto di Demetra s.r.l., San Martino di Buon Albergo (VR), 1990.
3. R. Petrucci- Pedriatria. Temi e concetti in Medicina Omeopatica-Asterias, Milano, 2007.
4. J. Scholten - Omeopatia e gli elementi della tavola periodica- Salus Infirmorum, Roncade (TV), 2007.
5. F. Schroryens – Synthesis 9.1- In RADAR 10.1. Archibel; 2008

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