La dermatosi furfuracea in un cane. Un caso clinico omeopatico di Zea italica

Pubblicato il 03/09/2018

Categorie: Omeopatia per Animali

Autori: Andrea Brancalion

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

La dermatosi furfuracea in un cane. Un caso clinico omeopatico di Zea italica

ZEA ITALICA (Zea Putrefatto): erroneamente inteso come sinonimo di Zea mays, risulta essere un rimedio con caratteristiche completamente diverse. La maggior parte delle Ditte produttrici ne è quindi provvista. Questo contributo ha lo scopo di segnalare tale situazione e gli errori tuttora presenti in alcune opere molto consultate.

Il 27 Maggio 2000 visito in studio un cane maschio di 4 anni, di razza pitbull e di nome Elia, inviatomi da un Collega con diagnosi di dermatosi furfuracea di cui soffre da anni. E' un soggetto ben sviluppato dall'aria attenta, ma tranquilla. Sembra  molto equilibrato ed il proprietario diche che "è anche troppo addormentato per un cane di quella razza".

Le lesioni principali sono localizzate, come spesso accade, alla base della coda ed appaiono come una zona alopecica, a contorno irregolare di dimensioni di circa 6-7cm di lunghezza per 4-5 di larghezza, con larghi noduli, sottocutanei di consistenza elastica, che fanno pensare ad un contenuto fluido. Viene riferito che qualche volta si manifesta uno scolo purulento giallo, che al momento non mi è dato di vedere. Tutto il mantello del soggetto, di colore marron scuo, è cosparso di piccole scaglie di forfora ed appare opaco; emana anche un tipico odore di rancido, anche se non molto forte. Ci sono anche delle lesioni interdigitali, soprattutto ai piedi anteriori, che appaiono come abrasioni rosse ed umide.

Il cane avverte evidente  prurito che manifesta  mordicchiandosi e  leccandosi la parte: "Lo fa soprattutto al risveglio, ma smette quando viene distratto, per esempio, dalla passeggiata o dal gioco". Quando ritiene di aver finito di grattarsi emette un sonoro sospiro. Cerca di raffreddarsi sul pavimento e nell'acqua: "L'amore per l'acqua c'era anche prima della malattia e da sempre non resiste alla tentazione di gettarsi in qualsiasi specchio d'acqua, indipendentemente dalla stagione". Dico: "Ci sono molti cani che amano tuffarsi nell'acqua, più spesso di quanto si pensi, anche nell'acqua fredda".

"Oh no Dottore, capiamoci bene - ribatte deciso - le sto parlando di una cosa che non ho mai visto in nessun altro cane: Elia sente l'acqua a chilometri di distanza! Quando passiamo con l'auto a qualche chilometro dal lago, anche 10 Km, si mette in agitazione e comincia a dare in escandescenze. le ripeto: questo cane ha la smania di buttarsi in acqua. è sicuramente la cosa più curiosa che ha".

D: "Quali altre note caratteriali ritiene di dovermi segnalare per capire meglio il tipo di soggetto?"

R: "E' senz'altro dispettoso e vendicativo; fa la pipi sulle gambe delle persone che, secondo lui, gli hanno fatto un torto. E' molto attaccato a me e non mi perde mai di vista quando sono presente, ma noto che è un attaccamento riservato e che non sfocia in grande espansività: viene a prendere le carezze solo dopo un periodo di separazione".

D: "Ha notato qualche gusto particolare riguardo la sua alimentazione, o rifiuto per certi cibi?".

R: "Non vuole mangiare il tacchino, mentre sembra avere una vera e propria passione per il pesce crudo. Quando vado a pescare, il cane impazzisce letteralmente per le alborelle che catturo; una volta si è mangiato un'orata intera che non avevo pensato a custodire in modo appropriato!".

Questo, in sintesi, è tutto ciò che è emerso dalla visita. L'analisi del caso mi ha portato alla seguente repertorizzazione:

Radar - Somma dei sintomi (+gradi) - Solo gli autori classici Analisi con 250 rimedi e 11 sintomi. Intensità considerata.

Devo dire che ero fortemente tentato di somministrare Natrum a questo cane: la sua riservatezza, la bramosia di pesce, il suo vendicarsi per torti subiti che presuppone il "non dimenticare" tipico del rimedio; non ultimo il miglioramento col bagno, anche freddo. Inoltre, pur non avendo preso i sintomi patognomonici del paziente, cioè quelli cutanei, avevo ben presente il tropismo cutaneo di Natrum, per le numerose volte che questo rimedio mi è servito proprio nelle eruzioni del tipo più svariato.

Nessuno dei principali rimedi segnalati, però, nemmeno Natrum, copriva quello che io ritenevo esser il più bel sintomo del paziente: il desiderio di bagnarsi.

Sono andato a vedere sul Repertorio (RADAR, Synthesis 7.3) quali fossero i rimedi per quel sintomo e ne ho trovato solo uno: Zea italica.

Repertorizzazione

MIND -  BATHING - desire to bathe
MIND - MALICIOUS
MIND - RESERVED
MIND - SIGHING
MIND - OCCUPATION - amel.
GENERALS - BATHING - amel.
GENERALS - BATHING - cold bathing - amel.
GENERALS - COLD - amel.
GENERALS - FOOD and DRINKS - fish - desire
GENERALS - MORNING - waking, on
EXTREMITIES - ERUPTIONS - Hand - between the fingers

Allora sono andato a vedere tutta la letteratura disponibile (Encyclopeida Homeopathica, versione Beta 2.0, Archibel), potendo fare tale ricerca in tempo reale, ed ho deciso la prescrizione:

Zea Italica 30 CH, - dose in - It d'acqua con l'aggiunta di - dose di brandy. Dinamizzare 10 volte prima di somministrare 3ml di soluzione al giorno, per 10-12 gg.

2 Giugno - Inizia la terapia un po' in ritardo, per la difficoltà di reperire il rimedio e dopo 4 gg. il paziente ha cominciato a mostrare una reazione di aggravamento di tipo esonerativo, consistente in uno spurgo abbondante di tipo siero - emorragico dai noduli sottostanti la zona alopecica.

8 Luglio - Rivedo il paziente che mostra ancora la lesione, su cui non è ancora cresciuto il pelo, ed ancora ci sono segnali esonerativi. Le testuali parole del proprietario sono: "se lei avesse visto cosa è venuto fuori da là. non avrei mai pensato una cosa del genere; sembrava che avesse un serbatoio di quella roba là sotto!". Esamino le lesioni interdigitali e vedo che si stanno asciugando. L'animale mostra un mantello molto più sano, anche se sono ancora visibili alcune scaglie di forfora; il prurito è scomparso; anche il carattere è stato toccato dalla terapia: è più vivace ed attento, con grande soddisfazione del proprietario, che in passato appariva mortificato dalla sua troppa pacatezza, che riferisce: "Sembra che abbia finalmente tirato fuori la grinta, adesso si coincia a vedere un vero cane, buono ma attento, e che faccia un po' di guardai quando è ora!". Ora il quadro sembra fermo da almeno 15 gg., perciò consiglio di riprendere la somministrazione del rimedio con le stesse modalità e alla stessa diluizione.

3 Agosto - Di nuovo il rimedio ha avuto effetto provocando una reazione simile alla precedente, ma non con la stessa intensità; le lesioni interdigitali sono leggermente aggravate. Inoltre il miglioramento, che pure c'è stato, non è cosi evidente. Prescrivo Zea italica 200 CH, - dose sciolta in 5ml d'acqua, unica somministrazione, che può prendere solo il 10 Agosto.

28 Agosto - Mi telefona il proprietario e mi dice che 3 giorni dopo la somministrazione Elia ha esonerato una notevole quantità di siero, molto più carico di sangue della volta scorsa. Riferisce anche che le lesioni interdigitali non gli sembrano migliorate rispetto all'ultima visita, ma la lesione primaria sta guarendo e sta ricrescendo il pelo alla base della coda!

 

IL RIMEDIO

Zea Italica è un cosiddetto piccolo rimedio e le notizie che possiamo trovare nelle letteratura sono veramente scarse.

Si apprendono le informazioni forse più interessanti dall'Homeopathic Recorder, 1910, vol. XXV, n. 1 "Note sulla Pellagra", che cita: "Dobbiamo considerare quanto esposto da uno dei nostri migliori personaggi, il francese Prof. Lombroso, che più di 40 anni fa ebbe l'idea di prescrivere per la pellagra la stessa sostanza che provoca tale malattia. Era l'anno 1867quando avanzò l'ipotesi che la causa della pellagra fosse il cereale deteriorato (dal fungo Ustilago maydis, n.d.r.), cosi provvide a trattare tale malattia con una preparazione di quella sostanza - Zea putrefatto, Zea italica. Il suo lavoro sulla pellagra lo portò ad avere ancora più fiducia nella Legge dei Simili. Parimetri egli impiegò Ustilago maydis nel trattamento di malattie che avevano delle analogie con la pellagra come, per esempio, la psoriasi".

Quanto riportato spiega come le poche notizie di Materia Medica su Zea italiaca si trovino in Boericke proprio alla fine del capitolo dedicato ad Ustilago.

Sono interessanti le note di Hale su Ustilago (Symptomatology of the new remedies): "Il carbone del mais è un fungo prodotto sugli steli, germogli, ecc. Spesso raggiuge delle misure ragguardevoli e può essere anche più grande in un'arancia (certe fonti affermano che possa raggiungere la dimensione di una testa di un bambino, n.d.r.). Esso risulta coperto da una pellicola di colore grigio scuro o marrone che si rompe una volta giunta a maturazione (permettendo alle spore di spargersi nell'ambiente circostante e di essere anche trasportate dall'aria, n.d.r.). Le spore sono sferiche, minuscole, la loro superficie è coperta da protubernze appuntite, come spine; sono radicate, quasi nere e polverulente, tanto che, a occhio nudo, assumono un'apparenza simile alla fuliggine. Questa specie non va confusa col carbone del grano, Ustilago segtum, travato nel frumento, nella segala, nell'avena e nell'orzo."

Le seguenti note sono tutte ciò che sono riuscito a ricavare da una ricerca su Zea italica nel Repertorio e nella Materia Medica:

BOERICKE : "Possiede proprietà curative in malattie dermatologiche, particolarmente nella psoriasi e nell'eczema rubrum. Mania di lavarsi. Impulso al suicidio, particolarmente per affogamento. Facilmente irritato. Appetito aumentato, vorace, si alterna con disgusto per il cibo. Pirosi, nausea vomito, migliora bevendo vino". [Sintomi assolutamente diversi da quelli descritti da Clarke nella sua Materia Medica al capitolo Stigmata maydis che rimanda a Zea].

GUERMONPREZ: "DRENANTE CUTANEO. Eruzioni secche e squamose; psoriasi. Si utilizza a basse diluizioni (da TM a 3 CH) a complemento del trattamento della psoriasi. Più spesso è associato a Fumaria e a Saponaria col quale realizza una sinergia provata diverse volte. Berberis e Berberis aquifolia sono altri complementari al trattamento della psoriasi. [In questa Materia Medica c'è la corrispondenza nell'elenco dei sintomi, ma nella parte generale sono descritte le caratteristiche di Zea Mays, con evidente confusione da parte dell'Autore, che  fa  apparire  quest'ultimo  rimedio  privo  delle caratteristiche,  soprattutto urinarie, destritte da Clarke].

VANNIER: "AZIONE PROFONDA SULLA PELLE. Impulso a suicidarsi per annegamento. Alteranza di appetito vorace e di disgusto per gli alimenti. Pirosi, nausee, vomiti, migliora bevendo vino. Affezione cronica della pelle. PSORIASI. Relazioni: Ustilago Maydis (psoriasi). Bismuthum (distrurbi gastrici). COMPLEMENTARE: psorinum".

Repertorio Synthesis (RADAR vers. 7.3):

1. MIND - BATHING - desire to bathe;
2. MIND - DELIRIUM.

 

COMMENTO

Il caso è recentissimo e non ancora concluso; prendiamolo come una delle tante osservazioni che la nostra pratica quotidiana ci offre, ma possiamo dire che ha il merito di indurci ad indagare un rimedio poco conosciuto. Cosa possiamo annotare a matita nelle nostre note personali? Quali sono cioè i punti che dovremo tenere sotto stretta osservazione per convalidarli o meno?

1. In Zea italica c'è la combinazione degli elementi del mais e del suo fungo, che si concretizza in un rimedio con caratteristiche che, da quanto si legge in letteratura, non possono essere considerate come la somma delle caratteristiche dei due rimedi corrispondenti, Zea Mays e Ustilago Maydis, allo stesso modo di come il mais intaccato dal fungo perde le sue caratteristiche originali.

2. il caso clinico analizzato sembra confermare il notevole tropismo cutaneo del rimedio, di cui addirittura Psorinum viene segnalato come complementare.

3. Zea italica ha desiderio, quasi bramosia di bagnarsi, al contrario di Psorinum e, ovviamente, Sulphur che nel Repertorio a SINTOMI GENRALI - Avversione al bagno (terrore di bagnarsi), sono al III° grado. Quindi potrebbe essere una valida alternativa per un Sulphur o uno Psorinum con desiderio di bagnarsi, nei casi di malattie cutanee che indicano uno di questi due rimedi.

4. Il cane Elia ha mostrato di aver almeno tre sintomi caratteristici: MALIGNO, rancoroso - RISERVATO - PESCE, desiderio. Occorrerà verificare questi sintomi e l'eventuale relazione con Natrum.

In ogni caso è convinzione personale che il rimedio sia molto interessante e per questo vale la pena di usarlo, anche a scopo sperimentale, per aumentarne la conoscenza. Per noi veterinari, inoltre, sarebbe un toccasana per la forte incidenza di malattie cutanee con le quali abbiamo quotidianamente a che fare.

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