Chi è il Medico Omeopata? Una conferenza alla L.U.I.M.O.

Pubblicato il 26/06/2009

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Tomas Pablo Paschero

Chi è il Medico Omeopata? Una conferenza alla L.U.I.M.O.

Una istituzione non realizza le proprie finalità se i suoi membri si sentono e si comportano da gregari.

Ogni formazione di questo tipo infatti, ha come scopo fondamentale quello di studiare e promuovere lo sviluppo dell'attitudine alla libertà interiore di ciascuno. La cultura moderna è in crisi perché, fondando sul progresso tecnico, meccanicista e positivista, nega l'idea o il senso che solo la coscienza dello spirito genera lo sviluppo evolutivo della vita interiore.
Di fronte a questa cultura esclusivamente tecnico-materialista noi non abbiamo il diritto di continuare ad essere esseri spirituali.

Abbiamo l'obbligo morale di sviluppare l'unicità del nostro io nella sintesi del corpo, dell'anima e dello spirito. Potremo così dominare le forze cieche dei nostri impulsi e ricondurle alla realizzazione della nostra vera identità, nell'unità con il tutto in cui siamo.
Esseri unici in quanto la coscienza di sé, la coscienza del mondo, la coscienza di Dio, fondamento supremo di tutte le cose, costituiscono allo stesso tempo unità di senso nel macrocosmo in cui agiamo e nel microcosmo che siamo. L'uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio.

Dal centro vitale del mio io autentico e con una visione in profondità, potrò irradiare la mia natura spirituale nella sua interezza e perfezione all'interno di un altro attraverso il mio modo di considerarlo, di rivolgermi, di reagire a lui; sarà un rapporto creativo tanto per me che per lui. È così che, rivolgendomi alla sua totalità, a quello che c'è di perfetto in lui (e che si identifica con la mia propria realizzazione) l'aiuterò creativamente ad esprimere questa perfezione, questa totalità interiore facendo sì che la senta come presente.

Con la Medicina Omeopatica, con il simillimum costituzionale (diagnosticato nei sintomi mentali per quest'atto di identificazione empatico) metteremo in funzione la legge di guarigione e l'ammalato alzerà il suo livello di coscienza ed espanderà la sua forza vitale dal centro alla periferia, dall'alto verso il basso, dalla mente autista ed egoista (che gli dà un atteggiamento chiuso nella sua individualità limitata) all'altruismo ed all'amore per la vita, con una espansione animica di pienezza, proprio come vuole la "legge di guarigione".

Dobbiamo imparare ad avere quello sguardo profondo che non si ferma al sintomo isolato, all'organo ammalato o alla semplice manifestazione esterna, ma che cerca di percepire e raggiungere la realtà vivente, vera, che è la persona reale, la persona che esiste dietro le apparenze e le manifestazioni. Solo allora otterremo che quella persona sia come deve essere, perché l'abbiamo trattata come persona; dunque come tale si deve realizzare raggiungendo per mezzo del simillimum (diagnosticato grazie a quella identificazione profonda) "gli alti scopi della sua esistenza", come dice Hahnemann.

Pertanto non possiamo accettare, né capire il miglioramento grazie alla legge di guarigione o vis medicatrix. Ma potremo, oltre che osservare il ritorno di sintomi, constatare che la trasformazione avvenuta nella vita dell'ammalato, la sua crescita interiore, il superamento del suo infantilismo (che lo porta a chiedere), il mutamento del suo carattere, la centralizzazione del suo io reale, il superamento dei suoi sintomi (non per soppressione bensì per maturazione dell'ansietà psorica) lo hanno trasformato in persona adulta e dativa. Potremo infine constatare anche che dalla sua condizione di nucleo captativo e dipendente, gradualmente si sta trasformando in nucleo raggiante che si espande nella creatività e nell'amore.

La legge fondamentale della crescita si basa sulla consapevolezza che l'amore e la felicità che noi aspettiamo dal di fuori, non vengano dal di fuori ma dal di dentro, muovono dall'io profondo fino ad arrivare all'interno del cuore. Questa è l'unica via dell'apertura all'amore, all'allegria e alla felicità che sono in me. Amore e felicità cresceranno in me, nella mia personalità, nella misura in cui mi obbligo ad esprimere il piccolo o grande grado d'amore o di felicità che è in me, manifestandolo, comunicandolo, dando il poco o il molto che è in me.

Questa è la legge della crescita, della realizzazione personale: cresco nella misura in cui do, manifesto. La crescita non avviene mai dal di fuori verso dentro, bensì da dentro verso fuori. Più esprimo e investo nel mondo il mio capitale, grande o piccolo, più esso crescerà nella mia interiorità.

Pertanto devo liberare la mia vita da esigenze e bisogni che riducono la mia possibilità di crescita interiore. La nostra vita è sviluppo e non acquisto d'amore e di felicità. Il senso della mia vita è arrivare ad essere una fonte irradiante di amore e felicità e non un nucleo captativo di quello che gli altri mi possono dare.

Il medico deve essere sereno, tranquillo, ricettivo. Questo implica una apertura del suo io interno, centrale, che irradia il suo stato di profondità di coscienza, operando per identificazione o empatia, nella profondità della coscienza dell'ammalato. Questa attitudine deve provocare l'autentica e la più ampia, libera espressione del centro vitale, della sua reale condizione interna, della vera natura della sua profonda personalità. Si può essere creativi, ossia dativi, solo quando si utilizzano le risorse che abbiamo, quando si è aperti a se stessi, a ciò che Dio, fonte infinita d'amore, esprime in noi o attraverso di noi.

La vita è una unità.
Io sono un punto in quest'unità e io stesso col mio atteggiamento dativo, genero il movimento, in sintonia con la vita; genero ciò che mi unisce alla vita e ciò che mi separa da essa. Noi non dobbiamo creare niente per noi stessi: noi siamo manifestazioni concrete e strumenti costanti di espressione dell'Unica Intelligenza, dell'Unico Potere, che chiamiamo Dio, Essere, Realtà, Assoluto o con qualsiasi altro nome. La nostra unica soluzione è prendere coscienza o vivere intuitivamente questa profonda autenticità, in questo centro dinamico della vita, con un'apertura costante e incondizionata verso l'Essere Assoluto.

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