Oltre il dissimile. Le basi storico filosofiche del pensiero Hahnemanniano (Recensione)

Pubblicato il 04/10/2018

Categorie: Estratti Libri - Recensioni

Autori: Elio Rossi

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

Oltre il dissimile. Le basi storico filosofiche del pensiero Hahnemanniano (Recensione)

Proponiamo la presentazione al testo di Marisa Barbera "Oltre il dissimile", edito dalla H.M.S. Il libro giunge alla pubblicazione dopo una riflessione durata oltre 15 anni, elaborata direttamente sugli originali tedeschi. Il libro rappresenta un tentativo, davvero unico, di indagine sull'origine del pensiero hahnemanniano analizzando i rapporti di Hahnemann con la cosiddetta "scuola scozzese", l'omeopatia vista quindi come medicina "Humiana". L'origine del pensiero omeopatico non è quindi solo una felice intuizione di un genio ma va calata nel contesto culturale, storico e filosofico del periodo. Un libro impegnativo ma necessario, rivelatore dello sfondo culturale su cui la struttura del pensiero omeopatico si erge. Un libro che nasce per far discutere, un contributo fondamentale alla ricerca storica in campo omeopatico ma anche capace di influenzare la pratica terapeutica quotidiana. (Elio Rossi).

"A chi si accosta oggi all'Omeopatia, che sia per bisogno, per lavoro o per passione, accade di imbattersi in concetti fortemente contro-intuitivi, cioè ripugnanti alle certezze più indiscusse del nostro comune modo di vivere.

Infatti dei concetti e delle intuizioni da cui l'omeopatia è nata e su cui tuttora si regge la sua pratica curativa, nel nostro modo di pensare e di vivere non è rimasta quasi più traccia; certo ci sono rimaste le opere di Hahnemann e dei suoi allievi, ma la storia della successione dei modi di pensare e di vivere è una storia spietata di espulsioni senza appello, in cui al permanere delle parole e dei libri scritti con esse, ossia alla possibilità materiale di accedere ai documenti, corrisponde, per i posteri, una difficoltà, che aumenta col tempo fino a diventare impossibilità di accedere al loro senso originario. Cambiando il modo di vivere, cambiano i parametri di giudizio, cambiano il sentire e le categorie; senza una ri-contestualizzazione storica dei suoi concetti, l'omeopatia di Hahnemann rimane per noi paradossale e inspiegabile e può quindi essere solo indiscriminatamente respinta o, all'opposto, altrettanto indiscriminatamente accettata e propugnata.

Il saggio di cui si annuncia qui la pubblicazione non propone una nuova interpretazione dell'omeopatia; ha però una doppia pretesa.

Intende contribuire a ricostruire il contesto semantico del discorso di Hahnemann, in relazione alla filosofia del periodo che va dalla Rivoluzione francese alla conclusione della Restaurazione, nella persuasione che, al di fuori di questo contesto, il senso dei singoli termini e del loro nesso complessivo rischiano di essere, a distanza di due secoli, colti solo per approssimazione e quindi riempiti di significati estranei e fuorvianti.

Ma soprattutto intende contribuire a sostituire la comprensione all'opposto fideismo di chi ridicolizza e di chi venera, di chi aborre dai concetti "strani" e di chi li crede per fede.

Contenuto del Saggio

Il mondo dell'individuo (o della dissomiglianza, che è poi il nostro mondo) ha soppiantato quello della somiglianza. Al racconto di questo evento epocale, di cui Hahnemann è attento testimone, sono dedicati rispettivamente il primo e il secondo capitolo: in essi si dice che cosa intenda Hahnemann per individuo e che cosa sia per lui e per altri suoi contemporanei, la somiglianza e quale sia l'uso che l'omeopatia ne propone. Già dalla trattazione di questi due temi emerge come Hahnemann, per leggere la realtà che lo circonda e le sue vicende, si serva degli strumenti teorici offerti dalla scuola scozzese, nei termini della quale egli pensa e poi articola la sua scoperta terapeutica.

Il capitolo terzo è dedicato al tema dell' "esperienza", tema nodale della prospettiva filosofica derivata da Hume, come possibilità aperta alla mente dal superamento dei pregiudizi dell'immaginazione, tra cui le "regole generali"; l'accesso all'esperienza (o la corretta percezione) è, infatti, in Hahnemann, indispensabile premessa o condizione della cura e segno di salute.

Il quarto capitolo tratta il delicato tema dell'artificialità della natura e della sua perfezionabilità e riporta testi essenziali per la comprensione di argomenti nodali per l'omeopatia, come la forza vitale, la psora, le dosi infinitesimali, sottolineando sempre, con l'appoggio di citazioni tradotte dal tedesco, la vicinanza di Hahnemann al pensiero della scuola scozzese, della quale egli, come si mette in luce, propone peraltro una variante originale .

Perché "Oltre il dissimile"?

Che cosa sia il dissimile emerge nel corso del volume: dissimile (l'opposto del simile) non vuol dire diverso, ma, per quanto ci sembri strano, uguale; infatti, secondo l'omeopatia ai tempi del suo fondatore, proprio l'uguaglianza, l'arbitraria e astratta semplificazione del reale operata dalla soggettività immaginante e abitudinaria, è insieme malattia e ostacolo alla cura. Perché "oltre"? Perché esito della cura dell'individuo dissimile non sarà e non può essere il recupero di una somiglianza ormai perduta, ma una situazione del tutto nuova, come ogni vera guarigione.

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