La strategia Homeokiller, ovvero come la plutocrazia vuole distruggere l'Omeopatia

Pubblicato il 30/08/2019

Categorie: Attualità

Autori: Alberto Magnetti

Fonte: Appuntamento con l'omeopatia

La strategia Homeokiller, ovvero come la plutocrazia vuole distruggere l'Omeopatia

plutocrazia: (da πλοῦτος "ricchezza" e κράτος "potere"). Letteralmente, potere della ricchezza; nel linguaggio politico, comunemente con accezione polemica, preponderanza nella vita pubblica di gruppi detentori della maggior parte della ricchezza, e più propriamente, secondo l'accezione comune, predominio politico di grandi finanzieri, banchieri, e simili.

Nel mondo del XXI secolo, a dieci anni dall'inizio della crisi finanziaria i miliardari sono più ricchi che mai e la ricchezza è sempre più concentrata in poche mani. Si sono persi quasi del tutto, in modo evidente, valori come l'etica, la solidarietà, la correttezza e l'equità a favore delle implacabili leggi dell'economia e finanza basate solo sugli utili a qualsiasi costo (umano, ambientale, ecc.). Pertanto l'interpretazione di qualsiasi evento va fatta considerando sempre l'esistenza di questa entità rappresentata dal cartello finanziario speculativo internazionale di cui siamo ormai ostaggi.

"Le compagnie farmaceutiche sono state in grado di acquistare i congressi. Sono la più grande entità di lobby a Washington DC. Hanno più lobbisti a Washington DC di quanti ne siano i membri del Congresso. Sono due volte il numero del Congresso, è la più grande entità di lobbying, sia piu grande del petrolio che del gas ..." Dice l'avvocato Robert F. Kennedy Jr che ha vinto una causa storica sui danni da vaccino contro il governo USA.

"Nel campo dell'assistenza sanitaria, la società aperta e democratica si è trasformata in una oligarchia di multinazionali i cui interessi pongono la logica del profitto come valore centrale e orientano le politiche sanitarie (comprese le attività svolte dalle debolissime agenzie del farmaco). I nostri governi non sono riusciti a imporre delle regole a queste aziende che sono diventate via via più influenti (fino all'onnipotenza) e non sono riusciti a proteggere la trasparenza e la curiosità scientifica dagli attacchi degli interessi commerciali" afferma Peter Gøtzsche, uno dei padri della Cochrane.

Da qualche anno , in un simile contesto, stiamo assistendo ad una aggressione al mondo omeopatico che, ultimamente si e' diffuso enormemente non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Se, inizialmente, non ci si spiegava il crescendo dell'accanimento mediatico contro i medici sostenitori dell'omeopatia, oggi, è possibile tracciare una ipotesi credibile riguardo i moventi di questa caccia alle streghe. È ciò che tenterò di fare in questo articolo.

Se da una parte siamo spettatori di una politica plutocratica dei vari governi a favore di Big Pharma dall'altra siamo aggrediti da un martellamento mediatico che i social network hanno sviluppato per questa campagna denigratoria contro gli omeopati. Il dibattito si è spostato dagli ambienti scientifici a Facebook, il social network che Massimo Gramellinidefinisce "un ruttodromo" e che Umberto Eco diceva dà l'opportunita' a legioni di imbecilli di dire la loro.

Il risultato è che personaggi che usano i social per la loro visibilità mediatica (Burioni e DisGrazia per esempio) definiscono oggi i medici omeopatici come apprendisti stregoni e truffatori e reputano "somari" i circa 11 milioni di Italiani che si curano con l'omeopatia. Questa situazione è stata definita da più parti come un "clima che richiama il maccartismo o l'oscurantismo della santa inquisizione della Chiesa Romana". Sicuramente è un momento triste e buio per la medicina. Cerchiamo di vederci più chiaro. Ragioniamo.

Mai nulla avviene per caso. Tutto ha sempre un percorso e una logica che ne sottende l'evoluzione. Io tanto apprezzo la visione illuminata di un industriale come Olivetti quanto detesto il mondo della finanza speculativa e l'imprenditoria senza scrupoli. Li ritengo responsabili dell'attuale crisi sociale planetaria che il '900 aveva cercato di mitigare e migliorare. Però cercherò, con fatica, di calarmi nei panni di un tycoon membro del suddetto cartello finanziario speculativo.

Se io fossi un vero plutocrate, magari maggior azionista di una delle più grandi imprese mondiali farmaceutiche con fatturati annui di "fantamiliardi" di dollari (l'intero mercato farmaceutico mondiale è stimato in più di 1.000 miliardi di dollari e si stima che raggiungerà i 1.400 miliardi entro il 2020) farei in modo di tenere sotto controllo la concorrenza minore come quella della farmaceutica omeopatica (fatturati insignificanti rispetto ai miei: 300 milioni annui in Italia) con calma e moderazione. Questo è sempre stato il trend del complesso farmaceutico convenzionale mondiale verso l'omeopatia in questi ultimi 30 anni.

Qualche frecciatina da personaggi come il Prof Garattini su qualche giornaletto con le solite critiche quali la leggenda dell'acqua fresca & similars ma nessun ostruzionismo alla diffusione dell'omeopatia e di tutto ciò che poteva rappresentare la libertà terapeutica. Se però io realizzassi che le cose possono cambiare e la crescita della concorrenza diventare cruciale per i miei affari, romperei questa tregua controllata e comincerei a mettere in atto una strategia per impedire questa crescita. Soprattutto quando i concorrenti propongono prodotti efficaci e con molti valori aggiunti rispetto ai miei, come costi bassi, mancanza di effetti collaterali, mancanza di inquinamento ambientale, la non brevettabilità, ecc.

Questa concorrenza potrebbe mettere in crisi l'oliato meccanismo di una medicina che cura ma non guarisce e che, attraverso una continua soppressione dei sintomi, mantiene la cronicità della patologia, permettendo, nel tempo, (con il disease mongering e la continua correzione dei parametri salute-malattia a favore della malattia e quindi della necessità di terapia) di creare un "parco buoi" di pazienti vincolati alla terapia con un meccanismo assistenziale di grande redditività.

"Alle industrie farmaceutiche non importa della vostra vita, importa del loro portafogli. Per loro non siete malati, siete consumatori". A parlare è il dott. John Rengen Virapen dopo aver lavorato per 35 anni in una industria farmaceutica. Il guadagno è continuo e garantito. La guarigione con una conseguente libertà dalla dipendenza dal farmaco e ritorno alla corretta omeostasi e guarigione del paziente rappresenterebbe per me, tycoon, un danno economico evidente.

Altri due fronti possono diventare pericolosi e mettere in pericolo i miei privilegi con la diffusione dell'Omeopatia: il fronte dell'allevamento intensivo degli animali e il fronte agroalimentare.

Le mie aziende producono con grande successo molti antibiotici ad uso umano ma ciò che per me è molto lucroso è la vendita di farmaci veterinari. Circa l'80% degli antibiotici prodotti al mondo finisce negli allevamenti animali per gestire l'innaturale e, spesso, crudele realtà a cui sono sottoposti gli animali per diventare bistecche o prosciutti. Ogni 10 minuti vengono somministrati agli animali circa 2,5 tonnellate di antibiotici, solo per favorirne la crescita. L'alta morbilità e mortalità che quel tipo di vita induce è controllata dall'uso di antibiotici e altri farmaci che si accumulano nelle carni degli animali e che, successivamente, noi assimiliamo alimentandoci con esse. Il grave problema della antibiotico resistenza trova le sue radici anche in questa realtà oltre all'uso smodato e scorretto che, spesso, si fa in medicina umana dell'antibioticoterapia.

Ormai molti allevatori si sono rivolti all'omeopatia perché, con costi contenuti e nessun inquinamento delle carni, ottengono animali più resistenti alle malattie e meno intossicati da sostanza chimiche con risultati migliori rispetto ai farmaci convenzionali e grande apprezzamento del mercato. Se mai questo trend evolvesse, come è stato preventivato da diverse agenzie internazionali, la mia perdita sarebbe grande e il danno per me importante. Non saprei più a chi vendere i miei antibiotici.

L'altro fronte è quello agroalimentare. Ormai da decenni si è dimostrato come i farmaci omeopatici agiscano efficacemente curando, proteggendo e stimolando la crescita degli organismi vegetali. Chi si è sempre occupato negli ultimi 60 anni, in modo sempre più oligarchico, del trattamento delle coltivazioni agricole sono aziende come la multinazionale Usa delle biotecnologie Monsanto che il gruppo tedesco Bayer ha acquisito nel 2016 per 66 miliardi di dollari, creando una superpotenza mondiale dell'agrochimica. È evidente che i poteri economici forti sono ormai centralizzati e soggetti a una unica strategia di mercato. L'agrochimica va a braccetto con la farmaceutica anzi è ormai un tutt'uno. Anche in questo caso se mai si diffondesse l'uso delle terapie omeopatiche su grandi territori rendendo le coltivazioni più resistenti ad insetti o patologie vegetali producendo cibi più sani perchè non inquinati a chi venderei il mio glifosato? nessuno lo comprerebbe più?

Quando sono in gioco miliardi di dollari non si scherza e la guerra diventa dura. Non farò prigionieri. Ecco le mie strategie.

Quando devo combattere concorrenti con grandi innovazioni di recente scoperta, il meccanismo è relativamente semplice: solitamente compro il brevetto innovativo e lo chiudo in un cassetto oppure acquisisco l'azienda che ne ha titolo e lo utilizza e poi la faccio fallire. Questo è il modo classico di condizionare l'evoluzione dell'umanità manipolando le risorse più rivoluzionarie che potrebbero migliorare il benessere collettivo creando però un danno ai poteri finanziari consolidati.

Quando invece la concorrenza è molto radicata sul territorio e ha una storia consolidata come quella dell'Omeopatia (la seconda medicina più usata al mondo con 600 milioni di persone di utilizzatori) non è possibile renderla inoffensiva con i precedenti meccanismi. Sarà necessario impiegare una strategia molto più complessa, subdola, articolata, proteiforme ed incisiva.

Escludiamo il meccanismo di riconversione delle mie aziende verso la produzione farmaceutica omeopatica, in quanto (come ho già descritto in un vecchio post Davide e Golia), il forte risparmio dei costi sanitari (con l'omeopatia) creerebbe una ulteriore perdita di redditività delle mie aziende convenzionali, quelle che mi rendono di più. Ecco che, allora, l'unica strada sostenibile rimane screditare gli avversari agli occhi del mondo scientifico e civile, additandoli come truffatori, ciarlatani e facendo sentire stupide le persone che si rivolgono a loro.

Ecco la pianificazione della strategia.

Userò i giornali e le TV su cui ho un fortissimo "potere di suggestione" grazie agli enormi investimenti in pubblicità che faccio regolarmente sulle loro pagine e trasmissioni. Infatti ormai le pubblicità di farmaci e similari rappresentano più del 50% di tutta la pubblicità distribuita . Per questo sono molto sensibili ai miei "suggerimenti occulti". La percentuale del costo della pubblicità incide per più del 50% sul valore del farmaco, molto di più della ricerca.

Nel suo saggio Cattiva maestra televisione già nel 1994 il filosofo Karl Popper, attribuiva alla televisione la capacità di agire in maniera inconscia sul pubblico, imponendo modelli di riferimento e gusti individuali e spingendolo ad adeguarsi in modo passivo a certi standard di opinione e di comportamento.

Infatti, dopo un martellamento continuo, diretto ed indiretto, la popolazione con un basso livello di istruzione e con poca capacità critica comincerà a pensare che se cura il figlio con l'omeopatia per patologie come l'otite rischierà di farlo morire. Molti giornalisti, inoltre, sono facilmente influenzabili. Metterò anche loro sul libro paga e questo versante sarà coperto.

Alla minima piccola insignificante notizia che può essere amplificatore della mia battaglia contro l'omeopatia le penne scodinzolanti verseranno fiumi d'inchiostro per le mie cause. Quando non ci sono notizie le farò inventare. Sarà sufficiente aggiungere il termine omeopatia ad una notizia con valenza negativa e il gioco dell'assurdo è fatto: "Rapinata la banca. Il bandito era in cura con l'omeopatia" e così via... Il gioco è semplice. Anche la più insignificante notizia potrà esser fatta rieccheggiare in ogni più remota rivista di provincia e avere un impatto efficace.

Impiegherò anche le più moderne strade comunicative: i social e internet. Ecco che farò fiorire, su facebook o sul web, vari siti debunker , mascherati da una veste indipendente, e associazioni che invaderanno il Web di fake news sull'omeopatia e proseguiranno il lavoro della carta stampata e tv nel gettar fango sugli omeopati.

Però nessuna guerra si combatte senza soldi. Tutte queste attività hanno un costo rilevante. E allora? I finanziamenti? Nessun problema. Io destino a marketing e amministrazione intorno ai 155 miliardi di dollari l'anno. Sono il principe dei finanziamenti occulti. Basterà fare donazioni a fondazioni o associazioni indirettamente collegate ai siti e tutti gli apparenti conflitti di interesse si risolveranno.

La società utilizza un'incredibile quantità di tempo e denaro, per screditare gli esperti che parlano male della società. (the Ecologist 1999) disse il dottor William Moar, dipendente della Monsanto. Del resto ho finanziato per anni e continuo a finanziare centinaia di associazioni, apparentemente candide e su base di spontaneo associazionismo, di pazienti affetti dalle più diverse patologie per cui io produco farmaci (l'87% di queste riceve finanziamenti dalle industrie). In realtà spesso sono le mie innumerevoli agenzie di marketing che le creano e poi le riempiono di soci per gestirle a loro piacere. "La gran parte delle associazioni di pazienti non vanno avanti con le quote dei soci o il 5 per mille ma grazie alle donazioni di Big Pharma. E così chi rappresenta i malati può diventare uno strumento di pressione su chi amministra la cosa pubblica in sanità. Le aziende lo sanno e pagano", ha sostenuto Michele Bocci su Repubblica.

Che fare, invece, con la popolazione di livello culturale più elevato o con i medici? Sarà necessaria una strategia differente. Userò strumenti ancor più potenti ma ben mimetizzati.

La mia azienda finanzia il 95% della ricerca scientifica e investe enormi quantità di denaro in ospedali, fondazioni, ecc. Quindi mi sono tutti riconoscenti e debitori. Certi opinion leader pur di apparire su qualche importante rivista scientifica medica si propongono di loro sponte per aiutarmi in questa crociata (Ah! Dimenticavo. Io sono anche il grado di condizionare le scelte delle più importanti testate scientifiche mondiali) . Il gioco anche qui non è difficile.

Il dictat è chiaro: I lavori scientifici favorevoli all'omeopatia non devono essere pubblicati. Quando questo succede pagherò qualcuno che metta in dubbio il valore del lavoro, ne cerchi qualche pecca formale, non sufficiente a definire il lavoro un falso, ma sufficiente per farlo ritirare. Realizzare lavori sfavorevoli all'omeopatia è più difficile perché dimostrare che la terra è piatta non è così semplice, ma io mi affiderò a ricercatori in cerca di fama che per un po' di notorietà e denaro mi "stresseranno i dati", come di dice in gergo, fino a far risultare 1+1=3.

Il mio fiore all'occhiello, modestamente, nel 2005 è stato un piccolo lavoro di metanalisi pubblicato su The Lancet a firma di A.Shang con un editoriale altrettanto degno "The end of Homeopathy". Qualcosa però mi sfuggì di mano e la notizia dell'articolo partì dagli uffici stampa molto prima della sua pubblicazione facendo il giro del mondo in un tourbillon di titoli da requiem per l'omeopatia su tutti quotidiani e riviste del mondo.

Per un piccolo articolo insignificante riuscii a sollevare un polverone enorme. Nessuno ebbe la forza di far notare l'incongruenza se non i soliti omeopati e quindi l'effetto "grancassa" su molto efficace. Diversi scienziati poi smascherarono i gravi errori statistici di tipo 2 di cui soffriva il lavoro invalidandolo ma io non mi preoccupai. Continuo a farlo citare come caposaldo della nostra campagna diffamatoria sull'omeopatia, consapevole che sia una bufala, ma ripetendo all'infinito una falsità ci si abitua a crederla come vera. È una delle mie tattiche.

Un famoso omeopata, il dott. Ciro D'Arpa, se n'è accorto e ha smascherato in modo circostanziato tutte queste mie trame in un saggio che uscirà a settembre per la Nuova Ipsa editrice intitolato SHANG, MON AMOUR "la vera storia di Aijing Shang, l'autrice di uno studio fasullo sull'omeopatia che subito dopo diventa capo-ricercatrice della Roche". Spero che non si diffonda. Molti potrebbero non credere più alle mie favole.

Periodicamente pescherò nel mio libro paga noti nomi della scienza che in cambio delle uniche due cose a cui sono sensibili, notorietà e denaro, metteranno la loro firma o la loro faccia su libri o trasmissioni televisive contro l'omeopatia. L'ultimo caso emblematico è il libro "gli Inganni della Falsa Scienza" pubblicato dalla casa editrice Collana Scientia et Causa, a firma di un chimico romano Marco Bella che mai si è occupato di medicina omeopatica e mai, in quanto chimico, ha visto un paziente in vita sua. È stato eletto deputato con il Movimento 5 Stelle, partito che, in campagna elettorale, si promuoveva come sostenitore della libertà di scelta terapeutica e che invece, con questi exploits, tradisce le aspettative dell'elettorato. La casa editrice sembra non essere sponsorizzata ma a dirigerla c'è uno psicologo, Armando De Vincentiis, membro del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale che recentemente ha cambiato titolo sostituendolo con Pseudoscienze) . Il cerchio si chiude e si capisce chi sostiene le spese editoriali.

È il solito gioco delle matrioske a cui siamo abituati noi del mondo della finanza creativa speculativa. Per settembre si attende il nuovo libro "farsa" contro l'omeopatia del famoso virologo arciprovax, totalmente digiuno di medicina omeopatica, dalla arrogante sicumera: il Prof. Burioni. È molto probabile che Burioni non abbia scritto una sola riga del pamphlet ma per la sola sua firma abbia avuto un qualche tornaconto.

Nel frattempo userò anche questi strumenti di comunicazione per distrarre l'attenzione della popolazione e non far trapelare che i miei farmaci sono la 3° causa di morte nel mondo occidentale. Qualche bella pubblicità realizzata dai miei innumerevoli servizi marketing riusciranno a rendere persino accettabile una mostruosità simile.

Il 3 maggio 2016 con un titolo inequivocabile «Errori medici, terza causa di morte in USA» («Medical error - the third leading cause of death in the US») il B.M.J. pubblica uno studio che rimarrà nella storia. Lo firmano l'oncologo Martin Makary e il suo allievo Michael Daniel del Dipartimento di chirurgia della Scuola di Medicina della Johns Hopkins University di Baltimora negli Stati Uniti. Secondo i ricercatori gli errori medici uccidono più di 250.000 persone ogni anno su un totale di circa 2,6 milioni di decessi.

Quindi negli States il 10% delle morti per malattia sono causate da errori umani o da farmaci. Un problema enorme. Anche per questo i medici sono uno strumento scomodo per me. Prescrivono i miei farmaci ma possono essere ostili e critici per tanto devo controllarli sia con il denaro, con i regali e con la notorietà scientifica.

Ho già comunque iniziato a ridurre molto il loro potere con i pazienti attraverso la pubblicità con messaggi diretti al pubblico senza il loro filtro (direct-to-consumer). L'obiettivo è semplice: induco a credere il paziente di avere una patologia e lo stimolo ad acquistare il mio farmaco per la malattia "X" senza il passaggio dal medico. Salta così la diagnosi e il problema medico è in parte superato.

In UK hanno già ventilato l'ipotesi di istituire un sistema robotizzato di diagnosi e di conseguente terapia saltando il fattore umano valutativo e critico del medico. Sarebbe perfetto per me. Il medico ormai "trivial machine" cioè prescrittore meccanico acritico, come sto cercando di farlo diventare, non servirebbe neppure più. È chiaro che il controllo sui sistemi automatici di diagnosi computerizzati è molto più facile ed economico che non condizionare migliaia di medici "deviandone la bussola morale".

Se qualcuno pensa che le mie parole siano allucinazioni scritte sotto l'effetto di un buon barolo non ha considerato quello che c'è in gioco. Capitali enormi che devono essere difesi ad ogni costo. I servizi sanitari pubblici, i privati cittadini oltre che le compagnie assicurative fruirebbero di un guadagno in salute ed in risorse economiche impiegando l'omeopatia. Dunque gli unici attori che soffrirebbero sarebbero le aziende farmaceutiche convenzionali e gli operatori sanitari privati.

Domanda: SE L'OMEOPATIA fosse una bufala, un raggiro ed fosse ormai sulla via del declino e sempre meno gente si curasse con i farmaci omeopatici, come sostiene questa campagna diffamatoria, perché investire tutte queste risorse e capitali per distruggerla se è già moribonda?

La verità è un'altra. L'Omeopatia fa paura perché è portatrice di un cambio di paradigma nella medicina contemporanea, quello in cui il medico si riappropria del suo ruolo centrale nella cura del malato e riacquisisce una visione terapeutica che va oltre le sole linee guida e i protocolli, quella in cui il paziente diventa più responsabile e consapevole della propria salute nonché più critico verso la medicalizzazione selvaggia a cui siamo ormai usi. Questo avrebbe come conseguenza una irrimediabile incrinatura del meccanismo che ho cercato di descrivere. Questo è ciò che preoccupa davvero i plutocrati. E noi che possiamo fare per difenderci?

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