La vita di James Tyler Kent [Maestro dell'Omeopatia]

Pubblicato il 20/03/2020

Categorie: Storia dell'Omeopatia

Autori: Anna Fontebuoni

Fonte: Il Medico Omeopata - Rivista

La vita di James Tyler Kent [Maestro dell'Omeopatia]

Il 31 marzo 1849, a Woodhull, nello stato americano di New York, nasce James Tyler Kent. Razza: Bianca. Religione: Battista. Segno zodiacale: Ariete.
I genitori, Stephen/Steven Kent e Caroline Tyler/Tyle, erano probabilmente coloni, discendenti dei primi 'puritani', arrivati a fondare la cittadina nel 1804. I loro rigidi principi religiosi e morali, che influenzeranno la vita e le scelte filosofiche del figlio, sono quelli della maggior parte degli abitanti dell'America di quel tempo.

Dopo la laurea in filosofia, Kent frequenta l'Eclectic Medical Institute di Cincinnati, nell'Ohio. È un'università di medicina, legalmente riconosciuta, di grande seguito nel paese fra la metà dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. L'insegnamento delle materie tradizionali è abbinato a quello della fitoterapia dei nativi americani, alla chiropratica e all'omeopatia. Una vera e propria scuola di medicina complementare, e oltretutto la prima delle scuole ufficiali di omeopatia con associata clinica che spunteranno in ogni angolo degli Stati Uniti all'inizio del secolo. Ispirata al concetto di medicina come missione, ha budget ridottissimi, l'ospedale nasce grazie ai contributi di ricchi sponsor, i pazienti vengono curati praticamente gratis, gli insegnanti si accontentano di poco, gli studenti pagano rette modeste. Si avverte, palpabile, la passione per alleviare le sofferenze dei malati.

Appena laureato, nel 1872, Kent si trasferisce poco lontano, nel Missouri, a St Louis, dove apre un ambulatorio privato (eclettico) e si sposa con Ellen. Lui ha 23 anni, lei 18.
È incredibile quante cose si trovino su Internet, eppure le notizie sulle date e sulle circostanze della vita di questo personaggio così noto ai suoi tempi e così importante per l'omeopatia mondiale sono imprecise, lacunose, quasi come se di lui fosse rimasto solo il pensiero.
Certo è che la povera Ellen muore a 19 anni, il 22 ottobre 1872. E che meno di due anni dopo James sposa Lucy, anche lei di religione battista. Coup de foudre? Bisogno di una donna vicina, di una solida famiglia nella tradizione dei pionieri americani?

Lucy, purtroppo, è di salute cagionevole e, mentre il marito si dedica completamente ai propri pazienti e all'insegnamento dell'anatomia all'American College di St. Louis, lei si spegne poco a poco per una grave forma di anemia, che le provoca insonnia e disturbi neurologici. È il 1876 (1878?) e il marito razionalista chiama i migliori medici allopatici (ed eclettici): niente da fare. Ma Lucy non si arrende e chiede di essere visitata dal dottor Richard Phelan, un omeopata che le hanno consigliato. Kent acconsente: ha sempre avuto dubbi sulla medicina eclettica, che considera superficiale. Phelan arriva con la sua borsa di granuli, interroga a lungo la signora, che gli risponde con molti particolari, come tutti i nevrastenici, poi mette qualche granulo in un bicchier d'acqua e prescrive un cucchiaino ogni due ore, fino all'arrivo del sonno ristoratore. Il sonno arriva presto e con esso la risoluzione di tutti i disturbi. Kent rimane sconcertato, ma anche incuriosito dalla medicina che 'cura'. Parla con il vecchio medico, si fa consigliare delle letture (l'Organon, naturalmente) e siccome è un uomo tutto d'un pezzo, si dimette da insegnante e da membro della Società di Medicina Eclettica e passa dall'altra parte, dedicandosi completamente allo studio dell'omeopatia.

Ne diventa presto un grande conoscitore e, dal 1883 al 1888 (1881-1888?) ricopre la cattedra di Materia Medica all'Homeopathic Medical College di St. Louis, poi, nei dieci anni successivi, quella della Philadelphia Post Graduate School of Homeopathy. Nel 1900 è eletto Rettore del Dunham Homeopathic College di Chicago e nel 1905 Rettore dell'Hahnemannian Homeopathic Medical College di Chicago. È membro di tutte le principali associazioni di omeopatia americane e inglesi. Dietro a questo tedioso curriculum si nascondono profondi cambiamenti personali.

Gli eventi principali che li scatenano sono la morte dell'adorata Lucy nel 1895 e, circa nello stesso periodo o poco dopo, il rifugio nella filosofia religiosa di Swedenborg, complice anche l'entrata in scena della terza moglie, Clara Louise, sua allieva e paziente e attivista della Nuova Chiesa di ispirazione swedenborgiana.

Kent si avvicina alla cinquantina e viene descritto da chi lo conosce come un uomo introverso, austero, imparziale, senza peli sulla lingua. Gran studioso e gran lavoratore, tanto che nel 1896 gli si attribuiscono 18.800 visite e 16.000 l'anno dopo. E probabilmente anche un uomo passionale, ancora inguaribilmente romantico. La foto - non ne sappiamo la data, ma si può immaginare prima della sua grande crisi - riporta un perfetto gentiluomo americano, in perfetto completo a scacchi e camicia da cerimonia, un mezzo sorriso compiaciuto di chi ha raggiunto la sua meta.

Pochi anni prima della fine del secolo, quindi, si accende la grande fiammata della sua età adulta: la filosofia swedenborghiana, attraverso cui plasma e filtra l'omeopatia di Hahnemann. Ricordiamo che Kent è prima di tutto un filosofo, laureato in filosofia, e che la medicina (eclettica) era stata per lui la seconda scelta di studi. Senza addentrarmi nei meandri della filosofia positivista e, in questo caso, nelle sue contraddizioni, ho bisogno di aprire una parentesi.

Emmanuel Swedenborg (1688-1772), matematico, anatomista, deputato, inventore, multiforme ingegno svedese, dopo aver passato metà della vita a cercare di scoprire le leggi che governano il mondo materiale, iniziò ad avere visioni e a comunicare con angeli, santi e defunti. In questo modo sostenne di aver scoperto le leggi divine del mondo soggettivo irrazionale e si dedicò ad applicarle al mondo fisico. I testi di filosofia lo descrivono come «visionario», «delirante», comunque in senso negativo. I nostri testi di liceo lo cassano proprio. Come si fa a far studiare a un ragazzo, che deve formarsi con il pensiero razionale, i principi di una setta filosofico religiosa senza alcun supporto empirico? Eppure esisteva a quel tempo un'importante corrente di pensiero che faceva capo all'occultismo e al mesmerismo e il seguito che ha avuto, e ha tuttora, è incredibile. In Europa, gli scrittori e poeti francesi Honoré de Balzac, Charles Baudelaire, Paul Valéry, gli inglesi Coleridge, Blake, Lord Tennyson, il russo Dostoevsky, il tedesco Goethe si ispirano espressamente alla sua dottrina delle corrispondenze.

I romantici vittoriani, il preraffaellita Rossetti, si appassionano alle sue teorie sull'amore coniugale (non importa se, per scelta o per dovere, non si fosse mai sposato). Infine ci sono i filosofi, quelli che noi, sì, abbiamo studiato: Kant, Schopenauer, von Schelling. L'influenza di Swedenborg arriva ai giorni nostri: basta pensare alla teoria degli archetipi come ponte fra psiche e materia di Carl Gustav Jung e all'uomo spirituale che vive dentro l'uomo fisico nell'antroposofia di Rudolf Steiner, alla medicina psicosomatica.

Qualcuno dice che sia stato proprio Kent a scoprire l'inconscio, ancor prima di Freud. In America, il pensiero di Swedenborg arriva a metà dell'Ottocento con le traduzioni di John James Garth Wilkinson, poi convertito all'omeopatia. Tutta la classe medica omeopatica ne è ispirata, a partire da Hering. Per Kent, però, è un'adesione completa, totale: la teoria delle corrispondenze, quella della serie di gradi, quella delle Aure e delle affinità. La domanda che sorge spontanea è: qual è il filo che collega delle speculazioni basate su visioni con un sistema terapeutico ben strutturato come quello di Hahnemann?

In effetti - e Kent stesso afferma che il pensiero di Swedenborg illumina l'omeopatia del Maestro, che non ci sono contraddizioni, ma chiarimenti - la teoria delle corrispondenze, il rifiuto di una medicina aggressiva, il rapporto inconfutabile fra mente e corpo, la rappresentazione del massimo attraverso il minimo, sembrano essere perfettamente coerenti con l'omeopatia di Hahnemann. A parte questo, possiamo riuscire a capire l'attrazione di Kent e degli omeopati americani del tempo per le idee visionarie, religiose, post-romantiche di Swedenborg solo contestualizzandoli.

Modernizzare il metodo dell'omeopatia significò darle un'impronta filosofica, contestare il concetto riduzionista di progresso della medicina (i virus, i batteri, non esistono, non esistono le malattie, esiste il malato, «the sick»), riconoscersi in una dottrina che esalta, oltre all'unione fra corpo e spirito, i valori americani del moralismo e della fede in Dio. È un'arma a doppio taglio: da una parte c'è l'innovazione del pensiero di Hahnemann, l'omeopatia che Kent stesso definisce «arte e scienza» e che si propaga come un'epidemia negli Stati Uniti dell'inizio del Novecento (nel 1900 c'erano più di 100 ospedali omeopatici, 22 università, più di 60 fra orfanotrofi e ricoveri per anziani e più di 1000 farmacie, solo omeopatiche), dall'altra c'è un dogmatismo inflessibile. Entrambe le cose ci sono rimaste in eredità. Chiusa la parentesi.

Siamo arrivati al 1896, l'anno del matrimonio con Clara Louise Toby. L'ha incontrata in ambulatorio, dove è andata a farsi visitare da lui, dopo una lunga trafila di omeopati. Tutti le hanno prescritto Lachesis. Ha 41 anni e Kent scopre che ne sta facendo la patogenesi. Scopre anche il magico incontro delle loro Aure e molto altro: Clara è medico omeopata, ha le sue stesse idee religiose e gli dà un grande sostegno morale e materiale. Se non credete alla legge delle affinità di Swedenborg guardate questo quadretto idilliaco.

È il 1911 circa, i due sposi sono nel giardino di Sunnyside Orchard, il cottage che hanno comprato a Stevenville, nello stato del Montana, e che è diventato il 'buen retiro' del professore. Lei accarezza le dalie, sorridendo, mentre il fotografo li ritrae. Sulla panchina, al suo posto, ha lasciato il cappellino di paglia. Lui guarda avanti, immerso nei suoi pensieri. Tutto è perfetto: la femminilità di lei, l'estraniazione di lui dalla situazione contingente. Il suo luogo concreto è l'università, dove visita i pazienti, pensa, dirige. Dove insegna a giovani brillanti: Gibson-Miller, Borland, Sir John Weir, la Tyler e tanti altri che riscrivono con cura le sue lezioni, attenti a non perdere una frase. Le sue lezioni sono una summa 'spontanea' del suo pensiero, a volte slegato, a volte profondo, sempre ricco di comunicazione umana. Cosa che non troviamo nella imponente Materia Medica né nel Repertorio, testi scritti per la consultazione, non per la lettura.

È nelle sue Lezioni di filosofia omeopatica - e non è un caso che si chiamino così - che apre lo scrigno dei suoi pensieri più profondi, quelli ispirati alle dottrine di Hahnemann e Swedenborg, ma anche originali: la gerarchia dei sintomi, l'idiosincrasia, la seconda prescrizione, l'aggravamento omeopatico, per non parlare dei graziosi quadretti/espedienti mnemonici di rimedi, che nessuno di noi scorderà mai, purtroppo, così stereotipati rispetto ai tipi costituzionali dinamici tratteggiati dai proving.

Arsenicum album 'il purgatorio dell'infermiere', Sulphur, il 'filosofo straccione', Pulsatilla 'ha le lacrime in tasca'. Ma il suo 'segno' è soprattutto l'importanza data ai sintomi mentali, come swedenborghiano strumento di collegamento fra la sfera fisica e quella divina. È questo l'argomento più dibattuto sin da allora, forse quello che ha stimolato di più il progresso del pensiero e della tecnica medica omeopatica, ma anche quello che ha portato alla dispersione dell'omeopatia americana negli anni 40 del 1900 in mille rivoli di scuole di filosofi-terapeuti con interpretazioni diverse e in lotta fra loro, facile conquista da parte della medicina ufficiale.

Kent non conoscerà e studierà mai le ultime teorie di Hahnemann, quelle della prescrizione di rimedi in potenza LM, perché la sesta edizione dell'Organon sarà pubblicata e tradotta dopo la sua morte. Il ritratto di questa foto è quello che conosciamo tutti: un raffinato signore in abito a larghi quadri, rigida postura di tre quarti, occhi chiari rivolti anche qui verso un punto a noi invisibile, eppure, notate, la giacca è sbottonata, i baffi sono poco curati. Che l'arcigno innovatore stia diventando, proprio lui, un 'filosofo straccione'? La morte arriva, inaspettata, il 6 giugno 1916, a Sunnyside Orchard. Sono i quindici giorni più misteriosi della vita di un uomo non ancora vecchio ed esperto nel curare con i globuli qualsiasi persona malata. Non valuta la malattia o sopravvaluta la propria forza vitale? C'è Clara con lui? Perché la bronchite di cui soffre da due settimane evolve in uremia e lo stronca un'insufficienza renale. Medice, cura te ipsum. Gli allievi gli dedicano commossi panegirici. La moglie gli dedica il resto della vita, raccogliendo e pubblicando ogni sua parola rimasta.

Bibliografia

1. http://sueyounghistories.com/archives/2008/03/28/james-tyler-kent-and-homeopathy/ (Biografia in inglese, di Sue Young)
2. http://homeoint.org/seror/biograph/kent.htm (Biografia in francese, di R. Séror)
3. J. T. Kent, Lezioni di filosofia omeopatica, Red edizioni, 2004, trad. A. Sabbadini.
4. J. T. Kent e Société Hanemanienne de Normandie, Alcune conferenze di Kent... 100 anni dopo, Libriomeopatia.it, 2013, trad. A. Fontebuoni.
5. J. T. Kent Il grande interrogatorio omeopatico, Libriomeopatia.it, 2003, trad. A. Fontebuoni.
6. M. Winter, Jung and Swedenborg: modern Neoplatonists http://mlwi.magix.net/neoplatonism.htm
7. http://www.swedenborg.org.uk/ (sito della società di studi swedenborgiani)
8. P. Rosenbaum, Kent: homeopathic criticism and knowledge, http://homeoint.org/articles/rosenbaum/kentcriticism.htm
9. www.homeoint.org (sito in inglese e francese: 31 scritti di Kent, fra cui la Materia Medica)

Da leggere: Walt Withman, Foglie d'erba (poesie), Marsilio 2002, trad. M. Corona.

Da vedere: Sex and the City (serie televisiva, 6 stagioni, dal 1998 al 2004) http://www.guardaserie.news/sexand-the-city/

Da ascoltare: Gioacchino Rossini Petite Messe Solennelle, diretta da Alberto Zedda, 2014, https://www.youtube.com/watch?v=-HxmlRrUlKo

Da annusare: La rilegatura sfasciata dall'uso di Kent.J.T. Repertory of Homeopathic Materia Medica and a Word Index, B.Jain Publisher, New Delhi, 1996.

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