Dieci regole fondamentali per l'analisi psicologica del paziente durante la visita omeopatica

Pubblicato il 21/03/2011

Categorie: Metodologia Omeopatica

Autori: Roberto Gava

Dieci regole fondamentali per l'analisi psicologica del paziente durante la visita omeopatica

Se ci si abitua ad analizzare bene le risposte e i comportamenti del nostro Paziente diventa più facile scoprire il rimedio

1 - L'informazione importante è quella spontanea
Ogni omeopata deve rendersi conto che l'informazione che gli viene fornita spontaneamente dal Paziente è molto più affidabile rispetto a quella ottenuta tramite una risposta ad una domanda specifica, specialmente se si tratta di una domanda mirata: una di quelle a cui si può rispondere solo con un "" o un "No". Il problema però è che il Paziente parla spontaneamente solo se ha un carattere predisponente a questo e/o se è messo nella condizione a lui sufficiente per parlare.

2 - Avere la mente aperta e indagare il 'cuore' del Paziente
E' estremamente importante iniziare il colloquio con la mente più aperta possibile. Sebbene fin dall'inizio possa venire in mente all'omeopata un particolare rimedio, bisogna essere pronti ad abbandonarlo al momento opportuno nel caso una nuova informazione muti il quadro.
C'è un detto da ricordare: "Durante un buon colloquio omeopatico, il Paziente riderà o piangerà almeno una volta". Sebbene questo concetto non sia vero alla lettera, esprime un'importante verità e cioè che il colloquio dovrebbe essere di sufficiente ampiezza e profondità da riuscire a raggiungere il 'cuore' del Paziente. Troppo spesso noi Omeopati otteniamo un'impressione superficiale e ingannevole della personalità del Paziente facendo a meno di indagare al di là delle risposte immediate che riceviamo. Questo può essere dovuto a pigrizia o a fretta, ma molto spesso è anche dovuto al timore di imbarazzare non il Paziente ma noi stessi e può dipendere pure da un sentimento di disagio di fronte alla manifestazione di emozioni dolorose.
Quanto più noi Omeopati siamo in contatto e a nostro agio con noi stessi, tanto più facilmente guadagneremo la fiducia dei nostri Pazienti e scopriremo la vera personalità che sta dietro l'apparenza del nostro Assistito.

3 - Sensazioni centrali del Paziente
I sintomi non sono mai puri e semplici sintomi repertoriali e quando li raccogliamo dobbiamo avere subito l'impressione, grazie alla nostra intuizione, di quali debbano essere i pensieri reconditi del Paziente.
Una ragazza dice: "Dottore, perché non presta sufficiente attenzione al mio caso? Che cosa ho fatto?". Qui possiamo notare litigiosità e rammarico, ma qual è la sensazione sottostante? La sensazione è che non si sente apprezzata dagli altri; c'è la sensazione di essere trascurata e c'è un sentimento di gelosia: il rimedio è Calcarea sulphurica.
Se una persona è timida, ambiziosa, pigra e fa lunghe passeggiate da sola per avere la possibilità di fantasticare o teorizzare sulla sua situazione, senza però fare nulla per realizzare i propri sogni, bisogna pensare a China officinalis.
Se una persona ha un forte senso di inferiorità e di dipendenza dagli altri al punto che se questi hanno un minimo problema, lei pensa: "Se il mio amico muore, che cosa mi accadrà?". Per questa persona può essere utile Baryta carbonica.

4 - L'essenza del quadro mentale
Dal punto di vista del mentale, ci sono casi atipici per ciascun rimedio che possono ingannare l'omeopata. In questi casi, l'essenza della personalità, se può essere colta, può essere più utile rispetto ai dati particolari. L'essenza è un tema che si riscontra in ogni aspetto della personalità, così come avviene, ad esempio, per l'insicurezza fisica di Arsenicum album che ha le seguenti rubriche:
- 'Diffidente, sospettoso' [Mind, suspicious, mistrustful].
- 'Inquietudine, ansiosa' [Mind, restlessness, anxious].
- 'Ansia, salute, per la' [Mind, anxiety, health, about].
- 'Paura, morire, di' [Mind, fear, death, of].
In altri casi, un solo aspetto mentale, strano, raro o peculiare può rivelare il rimedio corretto. La compulsione a lavarsi le mani di Syphilinum ne è un buon esempio.

5 - L'essenza del rimedio attraverso alcuni flash della sua vita
Se ci si abitua ad analizzare bene le risposte e i comportamenti del nostro Paziente e se ci si abitua a scomporli nelle rubriche che li descrivono, diventa più facile scoprire il rimedio. Vediamo tre esempi riportati da Sankaran.
Un bambino di sei anni che guarda in basso da una finestra e lancia un sasso su un altro bambino che si trova al piano di sotto è caratterizzato da: lanciare, colpire, distruggere e agire con astuzia. E' il quadro di Tarentula hispanica.
Un uomo che mentre guida la motocicletta pensa così intensamente al suo futuro che si dimentica di voltare nel punto giusto e va avanti di altri 4 o 5 chilometri prima di accorgersi di essersi sbagliato, è un caso di Spigelia anthelmia, per la rubrica: 'Assorto, sprofondato nei suoi pensieri, futuro, riguardo al' [Mind, absorbed, buried in thought, future, about].
Quando a Madre Teresa era stato chiesto se avrebbe continuato a lavorare nonostante la febbre, rispose in un modo che le era caratteristico: "Non è forse meglio bruciare in questa vita piuttosto che nella prossima?". Questa frase ha molte componenti quali:
- 'Falsa percezione, trascurato il proprio dovere, ha' [Mind, delusions, neglected his duty, he has].
- 'Scrupoloso nelle sciocchezze' [Mind, conscientious about trifles].
- 'Industrioso' [Mind, industrious].
- 'Religioso' [Mind, religious].
- 'Risposte, domande, con' [Mind, answers, questions, in].
- 'Contraddizione, intollerante alla' [Mind, contradiction, intolerant of].
- 'Ostinato' [Mind, obstinate].
Da ciò si deduce che il suo rimedio avrebbe potuto essere stato Aurum metallicum.

6 - I sogni
I sogni rappresentano sensazioni scompensate, dato che in essi la volontà e la moralità sono molto deboli e le sensazioni si esprimono attraverso simboli. Quando i sogni vengono uniti ad altre osservazioni sul Paziente possono essere di grande aiuto.
Un individuo buono, piacevole e pio sogna violenza e spargimento di sangue: probabilmente il rimedio è Anacardium orientale. Il ragazzo che si sentiva intrappolato sognava di essere in una zona vasta, di cui non riusciva a scorgere i confini e correva precipitosamente cercando di uscirne. Questi sogni rappresentano lo stato d'animo dell'individuo: paura di luoghi stretti (anche se il sogno avviene in un ampio spazio), paura di essere intrappolato, ansia, agitazione e impossibilità di uscirne sono tutti sintomi di Argentum nitricum.

7 - Quali sensazioni provoca in noi il Paziente?
Durante il colloquio, il Medico deve imparare a non giudicare il Paziente; anzi, o partecipa al suo stato d'animo in modo da fargli capire che è in grado di capirlo oppure impara a fare silenzio dentro di sè e ad osservare la sensazione provocata dalla presenza del Paziente. Se riesce a guardare oltre il suo stato e le sue reazioni, scoprirà che può riflettere lo stato del Paziente nella sua mente, non intellettualmente, ma grazie alla sua sensibilità: può provare la sensazione del Paziente, un processo noto con il nome di 'empatia' (empatia è la capacità di porsi nella situazione di un'altra persona con nessuna o scarsa partecipazione emotiva; è diversa quindi da simpatia, che implica sempre questa partecipazione nel soggetto).
Sarebbe anche interessante vedere quale tipo di Pazienti sono attratti da noi in qualità di Medici e, in particolare, quelli che ci restano fedeli. Solitamente, si vedrà che appartengono a stati complementari ai nostri. A tale riguardo, è interessante notare ciò che involontariamente noi diciamo al Paziente durante o al termine del colloquio. Spesso ciò riflette lo stato stesso del Paziente. Ad esempio, se gli diciamo: "Non abbia timore, non accadrà nulla", ciò potrebbe significare che il Paziente teme che accada qualcosa, anche se forse non ha espresso questa sensazione con così tante parole. Analogamente, un consiglio come: "Non si preoccupi, la aiuterò a superarlo", riflette la sensazione di dipendenza del Paziente nei confronti del Medico.
Per concludere, durante il colloquio, osservare noi stessi merita tanta attenzione quanto quella di osservare il Paziente.

8 - Significato dello stato fisico
Lo stato fisico e lo stato mentale sono parti dello stesso stato sottostante. Effettivamente, se osserviamo con attenzione, ci accorgiamo che le differenze tra fisico e mentale diminuiscono e tendono a scomparire man mano che approfondiamo la conoscenza globale della persona. Quindi, se si vuole confermare una nostra impressione sullo stato mentale del Paziente, bisogna scoprire cosa indica lo stato fisico. Se una persona è mite, gentile e tranquilla e noi troviamo come caratteristici dei dolori fisici violenti, acuti e guizzanti e se questi dolori sono indicativi dello stato principale della persona, allora bisogna prendere nuovamente in considerazione la nostra valutazione di quello stato mite e arrendevole. Si può perfino procedere nella direzione opposta e chiedersi quale qualità mentale indica la caratteristica fisica. Cioè, se nel corpo si nota violenza, agitazione o altre esplosioni acute, anche questi dati possono essere utilizzati come sintomi dello stato mentale.

9 - L'idea nei rapporti
Un uomo stringerà un rapporto con una persona o un gruppo complementare a lui a livello caratteriale. Per complementarità si intende che sia opposto al suo temperamento e vi si adatti come la chiave nella serratura: la chiave e la serratura hanno qualità opposte. Conoscendo le caratteristiche di una delle due parti, si possono ricavare o dedurre le caratteristiche mentali dell'altra parte. La malattia nasce nel momento in cui una delle due parti ha bisogno di quel ruolo che sta svolgendo per potersi sentire bene. Ogni uomo crea un equilibrio in un sistema e dobbiamo scoprire il ruolo che svolge in quello specifico equilibrio.

10 - La tecnica migliore
Alla fine di questo lavoro, mi permetto di suggerire un finale 'assurdo': la tecnica migliore è quella di non usare direttamente nessuna delle tecniche suindicate, ma piuttosto di osservare che cosa avviene spontaneamente nella relazione tra noi e il Paziente. Effettivamente, la migliore 'Presa del caso' avviene con il silenzio, con l'osservazione e non con le domande. Dobbiamo ricorrere consciamente alle tecniche di cui sopra solo se ci troviamo in un vicolo cieco e non sappiamo come procedere.


BIBLIOGRAFIA
1) Sankaran R. Lo Spirito dell'Omeopatia. Vol. 1. Salus Infirmorum, Padova, 2a ed, 2000
2) Sankaran R. La Sostanza dell'Omeopatia. Vol. 2. Salus Infirmorum, Padova, 1999
3) Sankaran R. L'Anima dei Rimedi. Vol. 3. Salus Infirmorum, Padova, 2000
4) Bailey P. Psicologia Omeopatica. Profili di personalità dei maggiori rimedi costituzionali. Salus Infirmorum, Padova, 2000
5) Gava R. Approccio Metodologico all'Omeopatia. Salus Infirmorum, Padova, 1998

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